FRANCESCO MUSANTE

FRANCESCO MUSANTE
UNA ROSA LA LUNA E LA NOTTE INTERA PER PENSARE A TE

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole. Betty Hinman

sabato 30 maggio 2009

L'abito non fa il monaco ma..regala il buon umore!

Care Amiche,oggi non sono riuscita a raggiungervi.. Mentre mi affrettavo x portare a termine le mie commissioni, mano al portamonete x il parcheggio (eh si, parcheggio a pagamento per essere più vicina... che vergogna!) orecchie al telefono, (vista la mia sordità un miracolo sentirlo..!) un occhio all'orologio, il conto mentale delle azioni ancora da compiere, il calcolo delle probabilità tra me e me: "se prendo l'autostrada arrivo in tempo x la merenda, si, poi però se trovo traffico all'uscita.. "Nel frattempo arrivo davanti al negozio con le idee chiare e precise (15 anni da commessa qualcosa mi hanno insegnato!) x l'acquisto che la Mia Piccola deve fare ad un'amica in occasione della sua comunione. Et voilà..! NEGOZIO CHIUSO! Chiedo ai passanti, alla signora del negozio vicino, ma nessuno mi sa dare una spiegazione!! Io mi altero e la Piccola dice: "Mamma ma sarà chiuso per turno!" Peccato sia sabato pomeriggio e i negozi.. siano TUTTI aperti..! "Allora Mamma si sarà sentita male!". Intanto le lancette scorrono veloci e noi non abbiamo tempo da perdere! Miranda e Wilma mi stanno aspettando.. acc son giorni che non ci vediamo! Giorni?? saranno anche 3 settimane!! ACC!! GRR! Torno al parcheggio e riparto concentrata sull'alternativa: 4 km, pieno centro, turisti, parcheggio quasi impossibile se non..a pagamento!! Intanto la telefonata di Wilma: "Nooooo come non vieni?!" Allora penso che ce la posso ancora fare. La Piccola mi guarda con espressione compassionevole, mi segue silenziosa senza porre obiezioni e impedimenti di alcun genere. Come mi conosce bene!!! Il tempo passa, so che devo arrendermi, non ce la farò. Zorro poi se non trova la cena pronta quando arriva, si sa, diventa un orco.. e io ho bisogno di star serena questi giorni, troppi impegni, troppe cose da portare a termine, ho bisogno di tutte le mie energie! Si è fatto tardi.. Regalo acquistato, cents sprecati per parcking, energie esaurite. La Piccola mi dice: "Saresti voluta andare da Wilma vero? Se vuoi per me possiamo ancora andare.." Torno a casa, mi ributto sui libri ma.. son troppo stanca e mi mancate. Allora decido di raggiungervi almeno qui, in mansarda.. per raccontarvi le note positive della mattinata, insomma, per fare un di sano scazzeggio!
Partenza di buon ora questa mattina con colazione al mio bar: Indosso un abitino nuovo, viola, giusto giusto x passare inosservata, le mie zeppe, orecchini in tinta, capello al vento e ops.. ma che sorpresa!! Il simpatico barman del pomeriggio stamani è di turno alle colazioni! Mi accoglie con un sorriso strepitoso, dilagante e mentre faccio l'ordinazione mi sussurra: "vogliamo parlare dell'abito?!". Rispondo con un sorriso che non mi sta nella faccia, fiera della scelta dell'abito. Mi volto x andare al tavolo, lui mi chiama, mi rigiro e sottovoce dice:" no niente volevo solo vedere il lato B!!" Salgo in macchina, mi sento bella, alla volta della ridente cittadina sul mare dove devo fare una commissione e..ops!! Chi ti passa in tenuta da ciclista? Rettifico: in strepitosa tenuta (senza parlare del resto) bianco/rossa da ciclista!? Il vecchio amico del mare! Baci&abbracci: "ma quanto tempo è che non ci vediamo? ti trovo in forma smagliante! Questo vestito poi ..! Ma ti ricordi..? " Ah..che pillole di buon umore!! Adesso il punto è: lo dite voi al medico che si occupa delle mie vene e che a settembre prevede di operarmi che non son proprio da rottamazione?? ; ) Vostra frivola_Samantha

giovedì 28 maggio 2009

EL PRESIDENTE

EL PRESIDENTE

Non si fanno conti in tasca (money) a El Presidente
E' una storia già sentita (mentira) e poi non è importante
Le lobby e gli interessi (offshore) sono l' invenzione
Di quei giornalisti(audience) e dell' opposizione
Non dovete usare leggi(impeachment) contro El Presidente
Le minacce di un complotto (golpe) vanno prese seriamente
Il suo volto per la strada è sicurezza e garanzia
Di chi con i suoi uomini cammina sulla via
Del Miracolo Economico che trasmetterà
Il segno di El Presidente sulla società
El Presidente,
lo sai, vede,
provvede, non sbaglia mai!
El Presidente, lo sai,
con la sua squadra risolve i guai!
Non potete dare colpe (alah) sempre a El Presidente
Per ogni problema (trust) lui è qui presente
Il nostro Presidente (caid) è uno che lavora
Con la Democrazia, (freedom) il pubblico lo adora!
Le promesse che ci ha fatto rappresentano la sfida
Di un Paese che in passato ha conosciuto la deriva
Date solo un po' di tempo per il risultato
Chi lo ha sostenuto verrà ricompensato
El Presidente,
lo sai,
vede,
provvede,
non sbaglia mai!
El Presidente,
lo sai,
con la sua squadra risolve i guai!
Ogni guerra è santa (war) per il suo Ideale (right war)
Ogni causa è giusta per il suo giornale
Per la tua casa nuova c'è la sua immobiliare
la sua finanziaria per le rate da pagare
I cinema proiettano ogni film di El Presidente
Nel centro commerciale trovi il saldo conveniente
Sul campo la sua squadra di frequente è la vincente
Nei sondaggi la fiducia è consistente
El Presidente OPERAIO
El Presidente NOTAIO
El Presidente INSEGNANTE
El Presidente CANTANTE
E' ALLENATORE
El presidente E' GIOCATORE
AMBASCIATORE
El presidente IMPERATORE
El Presidente PETROLIERE
El Presidente CONSIGLIERE
El Presidente SOLDATO FILOAMERICANO
El Presidente PACIFISTA
EL PRESIDENTE KOMUNISTA !!!
AMA IL TUO PRESIDENTE!!!
MODENA CITY RAMBLERS

... mi ha stancato! LUI, il suo sorriso idiota, le sue battute cretine, i suoi scherzetti infantili, le sue televisioni piene di programmi insulsi, le sue contraddizioni, le sue menzogne, le sue giustificazioni amplificate a gran voce dalle sue televisioni e dai suoi giornali, la truppa dei suoi giornalisti asserviti e ben pagati, i suoi alleati ossequiosi, le sue feste con ragazzette carine che sognano di andare in tv,...
MANDIAMOLO A CASA!
Qui trovate l'articolo tradotto del FINANCIAL TIMES su Mr Berlusconi.
Berlusconi non è chiaramente Mussolini: lui ha squadre di veline, non di camicie nere. [...] Ma il pericolo di Berlusconi è di un ordine diverso a quello di Mussolini. Si tratta dei media che indeboliscono il serio contenuto della politica, e la sostituiscono con un intrattenimento. Si tratta di una spietata demonizzazione degli avversari e il rifiuto di concedere una base indipendente alle competenze concorrenti. Si tratta di collocare una fortuna al servizio della creazione di un’immagine di massa, composta di affermazioni di successo senza fine e supporto popolare.Che egli sia così dominante è in parte colpa di una sinistra incerta; delle deboli e talvolta politicizzate istituzioni; dell’informazione che troppo spesso ha accettato un ruolo subalterno. In gran parte è colpa di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non fascista, ma un pericolo, in primo luogo per l’Italia, e un esempio deleterio per tutti.
Facciamocelo dire dagli inglesi!

mercoledì 27 maggio 2009

"MA CHI E' QUELLA STR...??!!"

Mille impegni, tutti da risolvere in fretta, improrogabili, incalzanti. Alcuni più importanti, altri futili, comunque impegnativi. Sono così le nostre giornate: una corsa continua con un unico motivo in testa:"fatto questo devo fare quello e poi dovrò correre là per poi essere dall'altra parte all'ora x...". E' con questo ritmo che, qualche giorno fa, mi reco dal calzolaio a ritirare un paio di scarpe. Getto letteralmente la macchina nel primo "buco" che trovo e mi fiondo nel negozio. Appena entrata sento provenire da fuori insulti nitidi, urlati: "ma chi è quella stronza,quella cretina che ha parcheggiato in questo modoooo??!" (da notare che "la voce urlante" non sembrava nutrire alcun dubbio sul sesso del parcheggiatore incompetente). Esco in fretta, chiamata in causa. C'è una donna con un carrello pieno di sacchi con la spesa proprio vicino alla mia macchina che, (solo allora me ne accorgo), è posizionata sull'unico scivolo che consente il passaggio a carrelli, carrozzine ecc. Oddioooo! E ora?! La signora continua il suo sproloquio...sta esagerando...Basta, ora la faccio smettere, c'è un limite a tutto! Sto per reagire quando, all'improvviso, la consapevolezza di essere "in torto marcio" mi porta ad avere un'altra reazione. Mi avvicino alla "iena" e, con voce dimessa e gentile, mi scuso tantissimo. Ammetto che, nella fretta, non mi ero resa conto di aver occupato lo scivolo. Mi metto in posizione down e mi assumo le mie responsabilità. Così, di fronte a me, all'improvviso, succede il miracolo: la signora smette di urlare, è confusa, disarmata. Non urla più. Per qualche secondo non sa cosa dire. Poi arriva persino a mostrarmi un parcheggio, dall'altro lato della strada. Sorride comprensiva. Io salgo in macchina, la ringrazio. Noto quasi una vergogna per l'eccesso in cui si è mostrata.Non c'è più alcun conflitto nell'aria. Riflettendo sull'episodio, apparentemente banale, scopro significati profondi:la vita quotidiana è poggiata sulle relazioni tra gli uomini. Completamente. Ci muoviamo, corriamo, arranchiamo, compiendo azioni assolutamente intersoggettive. Condizionate dai comportamenti altrui. E' l'altro il mio motore. Leggo i miei movimenti nelle risposte che ricevo dall'esterno. Modifico, seleziono, scelgo il mio agire sulla base delle persone che ho vicino a me. Allo stesso modo le mie azioni "di riposta" determinano l'agire degli altri. Tutto molto semplice e scontato. Ma rifletterci, averne consapevolezza, permette lo sforzo di mettersi nei panni altrui e assumere così un nuovo, arricchente, punto di vista. La gentilezza poi è una fresca bevanda alla frutta in un'afosa giornata di sole impetuoso...

lunedì 25 maggio 2009

FINALMENTE!!!

E' INIZIATA LA RACCOLTA TOTALE DEI RIFIUTI!
Diversi comuni della nostra provincia con amministrazioni sia di destra che di centro-sinistra hanno dato inizio alla raccolta totale dei rifiuti. A noi cittadini sono stati distribuiti contenitori per l'organico e il multimateriale e sacchi (biodegradabili naturalmente!) per verde, vetro, carta e cartone e indifferenziata. Ogni giorno la raccolta viene effettuata porta a porta secondo orari stabiliti.
Sono stati fatti incontri per spiegare ai cittadini come fare, per insegnarci come può essere riciclato ogni nostro rifiuto. Perchè ricilare non è facile. Ognuno di noi produce una quantità inimmaginabile di rifiuti di ogni tipo e dei materiali più disparati. Molti i dubbi: dove vanno messi i cartoni del latte? E i contenitori della verdura in polistirolo? E le retine della frutta? E...
Anche se io ho sempre differenziato plastica, carta, vetro e alluminio inserendoli separatamente nelle apposite campane mi sono molto stupita nello scoprire che i rifiuti realmente tali, cioè quelli non riciclabili, rappresentano una quota piccola dell'intera massa di rifiuti: infatti il sacco dell'indifferenziata è sempre mezzo vuoto!
Sarà faticoso, soprattutto i primi tempi e specialmente per chi non si era mai dedicato neanche alla raccolta di vetro e plastica. Ma questa è una giusta scelta! In questo modo la raccolta differenziata non è più lasciata all'arbitrio personale e alla buona volontà individuale ma è resa obbligatoria per tutti.
FINALMENTE!
Sono convinta però che non dovrebbe essere lasciata agli Enti locali mano libera sul se e come fare la raccolta differenziata. Nell'interesse di tutti ci vorrebbe una legge che regolasse la questione in modo chiaro ed univoco su tutto il territorio nazionale. Perchè così si eviterebbero non solo certe speculazioni a carattere mafioso ma anche certi divari enormi ed incomprensibili tra un Comune e l'altro, tra chi investe nel riciclaggio e chi no. Perchè nessuno la vuole la spazzatura altrui!

NON DISPERDERE NELL'AMBIENTE,

CONTIENE SOSTANZE ALTAMENTE INQUINANTI!

sabato 23 maggio 2009

TOLLERANZA ZERO!

Sono sfacciatamente fascista,
sostengo l'inferiorità di una razza,
(tra l'altro a quanto pare maggioritaria in Italia)
non tollero più chi non la pensa come me,
voglio eliminare chi ha rinunciato a pensare,
ritengo di essere nel giusto.
Ragion per cui,
propongo
di spedire in alto mare, confinato in un barcone:
chi guarda Maria De Filippi
chi sostiene che "Brunetta ci voleva proprio"
chi se la prende con gli stranieri e non vede più in là del suo naso
chi non si è accorto di che cazzate ha partorito la Gelmini
(fecondata da altri)
chi sbava dietro le diciottenni, evade il fisco, è colluso con la mafia
chi censura l'informazione
chi è ignaro della censura nell'informazione
chi ha dimenticato la storia
chi non si informa ed è al corrente di tutte le nuove griffe lanciate sul mercato
chi pensa solo alla sua sicurezza e se ne fotte di chi ha perso il lavoro
chi ragiona per spot, frasi fatte e privilegi ottenuti
chi non legge
chi ha rinunciato a lottare
chi non lavora con passione.
Allontaniamoli per un pò dal paese,
giusto il tempo di farci votare in santa pace...
Se saperli nel barcone ci disturba il sonno
mandiamoli un pò in Abruzzo a campeggiare.
Ps. Si raccolgono adesioni al progetto.

EDIPO E' ANCORA TRA NOI...

I fratelli stanno parlando tra loro dei dieci comandamenti. Sono seduti a tavola. E' il momento della cena. L'Adolescente, dall'alto dei suoi tredici anni, prospetta il momento della confessione quasi fosse una corrida sanguinaria. Il Piccolo è confuso, conclude:"Quando mi confesserò dovrò dire che io ne ho rispettato solo uno: non uccidere!". L'Adolescente lo consola:"Dai, anche un'altro: non desiderare la donna d'altri." Il Piccolo scuote la testa:"No, no, neanche quello...". Io fingo di occuparmi d'altro. Il Piccolo mi chiama in causa:"Mammaaa...", "Si, dimmi...", "La donna sei te!"

venerdì 22 maggio 2009

STAND BY

Questo è per me il periodo della stanchezza.
Gli impegni di lavoro che si accavallano, il caldo che arriva, il programma da finire e le valutazioni da stabilire, le crisi di ansia per le verifiche di mio figlio, la documentazione da presentare... oltre alle solite infinite mansioni quotidiane che mi appaiono ora montagne invalicabili.
Sono spossata, sfinita, esausta.
Mi si è alterata persino la percezione spazio-temporale. Lunedì uscendo da lavoro pensavo: meno male che è venerdì... la stessa cosa l'ho pensata martedì, mercoledì e giovedì.
Questa settimana sembrava non finire mai.
Sono così confusa che non mi stupirei domenica domattina di ritrovarmi davanti alla porta chiusa della scuola convinta che sia lunedì.
Sì perchè la stanchezza mi fa fare cose inimmaginabili.
La mia vita in questo periodo appare come una calza smagliata: non c'è più niente che funzioni.
Io non funziono più.
Non ricordo dove ho messo la bolletta da pagare e che sta per scadere, dimentico l'appuntamento dal dentista, perdo le chiavi, sbaglio strada, riconsegno la custodia vuota di un dvd noleggiato (non una ma ben due volte), salgo su di un'auto che non è la mia, infilo un senso unico in una strada che percorro tutti i giorni...
Insomma sto faticosamente arrancando verso la fine della scuola...

martedì 19 maggio 2009

Mio Padre è fatto così.

Cinque mesi con il pc che andava e veniva..per il momento ci sono,di nuovo. Vi ho pensato,letto di trafugo al corso di pc, con la voglia di soffermarmi, ma gli occhi indiscreti dei miei simpatici compagni di lavoro non me ne han dato la possibilità.. Una notte di qualche settimana fa, dopo un brutto litigio,tra le lacrime e lo sconforto ho iniziato a scrivere..ad appuntarmi il post,che sentivo il bisogno di condividere con voi.. Mio Padre è fatto così. E' nato 70 anni fa in un paesino di montagna.Mia nonna rimase incinta e mio nonno "dovette" sposarla.Mio nonno non accettò mai quel figlio che era lì a ricordargli il suo errore e la donna che non avrebbe voluto. La madre gli era affettivamente distante,perchè lui rappresentava il rancore del marito verso di lei. I ricordi di mio padre,arrivati a noi figlie dai racconti di mia madre, sono ricordi di litigi e umiliazioni. Per questo mio Padre non è abituato a dire: "ti voglio bene", a sentirsi dire " ti voglio bene", non sa regalare un'abbraccio, prova imbarazzo nel riceverlo.. trova ridicole le mie lacrime e nasconde le sue nel suo cuore. Mio Padre è fatto così. Mia madre dice che ci assomigliamo. Entrambi testardi. Entrambi combattivi. Entrambi socievoli e sempre in mezzo agli amici: i suoi "compagni di merende", le mie "amiche di partito". I suoi scatti d'ira, la mia impulsività. I nostri compleanni ad un giorno di distanza, il mio aspetto fisico simile al suo. Mio Padre è fatto così. Oggi mi ha gridato che: Condiziono mia madre,non la rendo libera di ragionare! Se mia figlia mi ascolterà diventerà rincretinita! (come me) Litigo con tutti! Sono matta! Sono matta, perchè mentre piangevo gli dicevo che gli voglio bene. Sono matta, perchè mentre piangevo gli chiedevo di ascoltarmi, perchè le sue parole mi avevano profondamente ferito. Vorrei che tu mi capissi.. Lui che non mi ascolta. Mi"invita" ad andarmene ed a rivolgermi a lui per sole comunicazioni. Mia madre lo prega di ascoltarmi... Mio Padre è fatto così. Mia nonna rimase incinta ma mio nonno non la voleva. Sabato festeggiamo i suoi 70 anni. E' stata una mia idea,tutta la famiglia riunita a pranzo fuori in un tranquillo paesino di montagna proprio come piace a lui. Ma io non ci sarò.
Son passate diverse settimane da quel giorno,ed il pranzo è stato annullato da mia sorella con suo grande rammarico per lo slittare dei suoi impegni! Oggi ho avuto uno scontro con mia madre e siam tornate a parlare del giorno del litigio,alle cose che non ci siamo più dette, perchè un biglietto lasciatomi sul tavolino con su scritto: "Ti voglio bene,anche il babbo. Altre parole sarebbero inutili" aveva messo fine alla litigata,senza se e senza ma. Penso che ad un certo punto della nostra storia di figli avvenga una sorta di distacco,di presa di posizione da parte dei nostri genitori,una sorta di esigenza innata,dettata dalla natura,del tipo: "sei un adulto adesso cammina da solo!" Un pò come accade agli adolescenti che per affermare la propria individualità hanno bisogno di imporsi e andare contro. Penso che mia madre si sia un pò spogliata di quel ruolo genitoriale che l'ha sempre indotta a cercare la mediazione tra noi figlie e nostro padre,quella sorta di..troviamoci a metà strada perchè se una delle due parti non è serena non lo posso essere neanche io. Adesso no. Adesso avverto in maniera molto razionale, a tal punto da non portarle rancore per questo,che ciò che ha più peso sul suo quotidiano, sono gli affetti e la comprensione per suo marito,l'uomo con cui ha scelto di condividere la sua vita con amore. Vostra Samantha-pensierosa. Mi siete mancati.

Riflessioni OPPORTUNE di una maestra

Oggi Piccolouomo è corso da me perchè aveva un problema. In cortile la macchinina con cui stava giocando è scivolata aldilà della recinzione, nel terreno confinante la scuola. Recuperarla da lì è impossibile. Piccolouomo è un bambino di poche parole ma i suoi occhi parlano e ti inchiodano alle tue responsabilità. Non ti lasciano scampo, non ti consentono di essere superficiale o indiffente o frettoloso. I suoi occhi silenziosi oggi chiedono il mio aiuto. E allora che fare? Mi chiedo che cosa farebbero al mio posto le mie colleghe. Quelle più anziane, più esperte, quelle col bollino e la garanzia di sapere sempre qual'è la cosa giusta da fare, senza indecisioni nè dubbi.
Le sento rispondere al mio posto: "Ti arrangi!" "Devi stare più attento alle tue cose", "La prossima volta penserai meglio a quello che fai", "Te lo avevo detto ma come al solito VOI non mi ascoltate", "Così impari a riflettere prima di agire!".... Eccole le risposte giuste!
Ma io non riesco a dimenticare com'ero e cosa sentivo da bambina: la profondità dolorosa di certe emozioni che gli adulti ritenevano insignificanti, la cocente delusione per il mancato aiuto, la rabbia nel vedere sminuiti i propri problemi e le proprie necessità, l'attaccamento affettivo verso le proprie cose e la paura di perderle, il senso d'impotenza difronte alle decisioni irrevocabili degli adulti. E leggo in fondo ai suoi occhi la speranza muta che io lo aiuti. E così, dimentica della saggezza pedagogica delle illustrui colleghe esperte, d'impulso mi impegno e prometto di ritrovargliela la sua macchinina. Del resto mica è una macchinina qualsiasi: è Saetta McQueen e non si può certo abbandonare tra le frasche di un praticello qualsiasi!
Piccolouomo, sollevato ma non troppo, torna a giocare.
Io, invece, rimango inchiodata alle mie perplessità, a pensieri pedanti che mi rimproverano di aver sbagliato perchè comportandomi come quel medico pietoso non gli permetterò di crescere, di maturare, di prendere coscienza che le proprie azioni hanno sempre delle conseguenze... Mi ricordano che I no aiutano a crescere.
Mi assale la sensazione scomoda di non essere stata all'altezza del compito, di aver agito d'impulso, di essermi lasciata trascinare dai sentimenti, senza riflettere sui bisogni formativi e le opportunità educative. Insomma di aver perso una buona occasione per insegnargli ad essere più responsabile!
Poi però, banditi i sensi di colpa e di inadeguatezza professionale, ho pensato che insegniamo di più con il nostro comportamento che con le parole, con l'esempio concreto più che con dotte lezioni, con la coerenza delle nostre azioni più che con la pertinenza dei nostri argomenti. Non siamo solo educatori, insegnanti, genitori. Siamo esempi, forniamo modelli che ne influenzeranno le scelte, i comportamenti, tutta la vita futura. Gli adulti che saranno dipenderà in gran parte dagli adulti che hanno incontrato, conosciuto, stimato e magari amato nel corso della loro vita. D'istinto io l'ho ascoltato, ho accolto il suo disagio, fatto mio un suo problema e mi sono impegnata ad aiutarlo a risolverlo senza sminuire i suoi sentimenti e senza ergermi a giudice inquisitore dei suoi sbagli. Davvero tutto questo non gli ha insegnato nulla?
...Chissà, solo il tempo lo dirà.
Quel che io so è che vorrei che i miei alunni e mio figlio diventassero un giorno adulti, non arroccati arrogantemente sulle proprie posizioni e sulle proprie certezze ma capaci di ascolto, di comprensione, aperti all'altro e disposti a dare una mano.

In tempo di crisi... EROI IN SVENDITA

Alla favola di Marchionne che, splendido nella sua armatura lucente e vessillo tricolore, va alla conquista dell'America, lancia in resta,al grido: "SEI IL NOSTRO EROE!" ci credo poco!

... intanto già si parla di chiusura degli stabilimenti di Pomigliano e di Termini Imerese.

lunedì 18 maggio 2009

TORNARE SUI PROPRI PASSI....

Sono stata invitata, in qualità di relatore, a tenere un incontro pubblico di formazione su un aspetto del mio lavoro in cui mi impegno, con passione e cura, quotidianamente. Non mi soffermerò su ciò che mi crea maggiore stupore: la stranezza di avere un pubblico che è interessato ad ascoltare ciò che dico. "E' il risultato della mia tenacia o, semplicemente, del vuoto di pensiero che investe la riflessione sul sociale?" continuo a domandarmi..."E se fossero solo gli anni che passano? Il segnale che ormai son grande e veterana dei servizi?"
Tralascio, ripeto, queste considerazioni poco interessanti. Mi soffermerò, invece, sul luogo dell'incontro: una scuola privata arroccata sulla parte più alta della città, annessa ad un santuario e ad un convento, teatro di un panorama da restare senza fiato. Lo sguardo è attratto, in prima istanza, dalla vegetazione che, in questo momento dell'anno, è multicolore, spettacolare. Più in basso l'occhio raggiunge il gruppo abitato del centro città, con monumenti, palazzi e case una a ridosso all'altra, con stradine piastronate e fontane sparse. In lontananza il mare. Persino eccessivo. In un quadro penseresti ad un'esagerazione romantica dell'artista. Mille toni sopra le righe le emozioni che quei luoghi mi hanno rimandato. Li ho ritrovati intatti nella memoria. Ho risentito le voci, i suoni, le risate. Il silenzio e il profumo di incenso.Una religiosità evangelica mista al segreto e alla penombra di una sacralità rituale e intransigente. La mia scuola delle elementari. Non c'ero più tornata. Sono passati quasi trent'anni e lei si è fermata lì, ad aspettarmi. Immutata. Persino un pò più bella di allora. Come un quadro di Monet. Come la creazione di un artigiano. Come il ricordo di un amore. Ho rivisto il portone antico, sul retro della scuola, dischiuso come nelle occasioni importanti. Era l'ingresso destinato ad accogliere genitori ed alunni il giorno della consegna delle pagelle. La memoria mi ha regalato quei momenti, nascosti dentro una vita affannata nel presente, protesa verso il futuro, di corsa, sempre. Di colpo son tornata a quei giorni. Con mia madre, mio padre e mia sorella, vestiti a festa. Ho risentito i piedi stretti dentro i sandali nuovi, il vestito che pizzicava per il caldo primaverile e il profumo della crema di mia madre. Era lì, intatto, l'imbarazzo di mio padre; le sue mani troppo grandi che stringevano le pagelle. E i sorrisi di soddisfazione. Gli sguardi che lui e mia madre si ricambiavano:"Abbiamo fatto la scelta giusta. Quanti sacrifici per far frequentare loro la scuola privata, ma ne vale la pena, ne varrà la pena...". Erano dialoghi muti. Era il loro sodalizio. E le nostre voci infantili, in quelle stanze enormi, rimandavano echi all'infinito: una promessa per il futuro.

giovedì 14 maggio 2009

IL CORPO DELLE DONNE di Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi

IL CORPO DELLE DONNE è il titolo di un documentario di 25' sull’uso del corpo della donna in tv realizzato da Lorella Zanardo e Marco Malfi Chindemi.

"Siamo partiti da un'urgenza. La constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. La perdita ci è parsa enorme: la cancellazione dell'identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un'adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Da qui si è fatta strada l'idea di selezionare le immagini televisive che avessero in comune l'utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv ma specialmente a chi la guarda ma “non vede”. L'obbiettivo è interrogarci e interrogare sulle ragioni di questa cancellazione, un vero ” pogrom” di cui siamo tutti spettatori silenziosi. Il lavoro ha poi dato particolare risalto alla cancellazione dei volti adulti in tv, al ricorso alla chirurgia estetica per cancellare qualsiasi segno di passaggio del tempo e alle conseguenze sociali di questa rimozione."

I volti e i corpi delle donne reali sono stati occultate,

al loro posto la proposizione ossessiva,

volgare,

manipolata,

di bocche,

cosce,

seni,

la rimozione e sostituzione con mascheri ed altri materiali. Dove sono finite le qualità del femminile nelle immagini che oggi dominano?

Trovate il resto del documentario al sito:

http://www.ilcorpodelledonne.it/documentario/index.html

mercoledì 13 maggio 2009

FINALMENTE PRONTA PER LA PROVA BIKINI!!!

La dieta sta funzionando!
Se ne è persino accorto mio marito.
Ieri sera mentre stavamo abbracciati stretti-stretti sul divano, accarezzandomi teneramente, mi ha sussurrato:
"Ti si sono sgonfiate le tette!"
...
Sigh!

lunedì 11 maggio 2009

Una piccola grande donna ed un omino piccolo-piccolo

Il 1 dicembre 1955 una piccola sartina nera di Montgomery di nome Rosa Louise Parks prese l'autobus, al termine del lavoro. Dopo tre fermate, salirono degli uomini bianchi e, come richiesto dal regolamento, lei avrebbe dovuto cedergli il posto. Tre uomini neri si alzarono e lasciarono liberi i loro posti. Rosa no, lei si rifiutò, dicendo al conducente: «No, sono stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe. Ho pagato il biglietto come chiunque altro» Per queso Rosa venne arrestata. Il suo rifiuto segnò una svolta epocale in ciò che fino a quel momento era sembrato normale. Quattro giorni più tardi i residenti di colore iniziarono a boicottare il servizio degli autobus, guidati da un pastore sino ad allora sconosciuto, Martin Luther King jr. Ne nacquero marce, proteste, sit-in che portarono gradualmente i neri ad acquisire sempre più consapevolezza e visibilità. La protesta durò 381 giorni, oltre un anno, e la sfida legale sfociò in una sentenza della Corte Suprema che impose a Montgomery di abolire le discriminazioni sugli autobus e mise fine alle leggi di segregazione nei servizi pubblici in tutto il sud. Dirà lei stessa qualche anno più tardi: «Molti dissero che quel giorno non mi alzai perchè ero stanca, ma non è vero. Ero invece stanca di cedere».
Ho voluto ricordare il coraggio di questa piccola sartina di colore che prima fra tutti, sola, decise di smettere di piegarsi, di dire no ai mille quotidiani soprusi verso la sua gente, di ribellarsi, con un semplice NO alle mille ingiustizie che da secoli sopportavano. Disse NO per se stessa, per i suoi figli, per dare alle generazioni seguenti un futuro migliore e più giusto.
Oggi qualcuno ripropone, come fosse la cosa più normale e più sensata del mondo, la segregazione sugli autobus. Forse ci si dimentica la storia. Forse non la siè mai studiata. Sicuramente, questi uomini sono piccoli-piccoli!
Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici,
ma i silenzi dei nostri amici.
Martin Luther King

domenica 10 maggio 2009

MAMM'EMILIA Erri De Luca

In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.
In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.
Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.
Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.
Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
non il loro peso
A te ho nascosto tutto.
Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra.
Ti darò al fuoco
fratello del vulcano che ci orientava il sonno.
Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
all’ora dell’arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.
Erri De Luca

martedì 5 maggio 2009

Un dolce lungo dieci giorni...

Finalmente stasera, dopo ben DIECI GIORNI di preparazione, abbiamo cotto il nostro dolce! Che fragranza, che sapore... E' davvero sorprendente dedicare ben dieci giorni alla preparazione di un piatto in un'epoca come la nostra in cui tutto ha un valore nel "qui ed ora", dove anche i rapporti umani sono occasionali, fugaci e frettolosi, in un periodo in cui si corre continuamente, incalzati dagli eventi, dagli impegni, dall'evoluzione tecnologica e informatica... Questo delizioso "mantra" offre la preziosa occasione di riflettere sull'attesa, sul significato che può avere ottenere una gratificazione non nell'immediato, non "usa e getta" ma aspettata, desiderata, conquistata. La base della deliziosa torta l'ho ricevuta in dono insieme alla ricetta dove è spiegato, punto per punto, tutto quello che si deve fare nei dieci giorni necessari. Il contenitore l'ho posto sul ripiano della cucina, in vista a tutti i famigliari: una presenza discreta che, quotidianamente, ci segnalava l'urgenza di fermarci almeno il tempo necessario per controllare che giorno fosse e di che cosa avesse bisogno "IL DOLCE" per poter procedere nel suo sviluppo. Ci ha evocato persino l'emozione del "prendersi cura di..": come un gattino abbandonato, come un' anziano ammalato, il nostro dolce aveva bisogno, ogni giorno, delle nostre cure, della nostra presenza. E giù zucchero e farina, mescolati con il cucchiaio di legno solo quando era previsto, a ricordarci l'ascolto dell'altro, non l'azione immotivata e non richiesta, dettata solo dalle nostre istanze. C'erano giorni in cui si recitava: non toccare. Anche in quei giorni c'era un pensiero: il rispetto per i tempi altrui, che, spesso, non sono i nostri; l'accettazione di un ritmo diverso dal personale; la capacità di decentrarsi. Finalmente stasera la preparazione è stata ultimata: l'impasto, arricchito di mele, noci, uova e lievito, è stato infornato e, appena cotto, per non tradire il messaggio di facebook (siamo amici?, vuoi essere mio amico?), per non sentirci troppo obsoleti e non al passo con i tempi, LO ABBIAMO DIVORATO ANCORA CALDO!!!!

lunedì 4 maggio 2009

Riflessioni in-opportune di una maestra

Nek è un bambino bellissimo dagli occhi verde-mare. E' un cucciolo veramente in gamba ma è incredibilmente ansioso e spesso la paura di sbagliare lo paralizza. Sulle sue piccole spalle il peso enorme delle aspettative familiari. Oggi Nek non è riuscito a finire il compito assegnato. Non capita quasi mai. Gli suggerisco di concluderlo a casa, con tranquillità. Lui però è preoccupato e mi chiede: "Lo farò ma non scrivermelo sul quaderno però che devo finire a casa..."
Ed io un po' stupita dalla richiesta e dall'ansia che evidentemente l'accompagna: " D'accordo, ma perchè?"
"Quella volta che mi hai scritto Finire a casa, mamma si è molto arrabbiata e ha detto che se succedeva di nuovo non mi avrebbe parlato MAI PIU'".
Ora mi chiedo perchè noi adulti siamo così incredibilmente comprensivi verso i nostri errori e pronti a giustificare le nostre numerose mancanze quotidiane mentre pretendiamo che i nostri figli siano perfetti e non sbaglino mai? Perchè chiediamo loro con estremo rigore e incontrastata severità di essere sempre all'altezza delle aspettative, cosa che non riesce, ahimè mai nemmeno a noi adulti? Come siamo bravi a trovare mille scuse alle manifestazioni quotidiane della nostra inevitabile fallibilità umana: ho dormito poco, ho dormito troppo, c'ho il ciclo, son vicina al ciclo, mi è appena passato il ciclo, forse mi viene il virus, mi han fregato il parcheggio, c'era traffico, ho mal di testa, di gola, di pancia..., andavo di fretta, son sempre di fretta, non avevo tempo, l'avevano finito, non son capace, non son portata, sei più brava te... Ed invece dai nostri figli pretendiamo che diano sempre e solo il meglio, senza remore, incertezze, sbagli. Perchè?

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!
L'Italia è sull'orlo del precipizio, ci aspettano mesi di tagli e manovre "lacrime e sangue", l'opposizione è inesistente e Mario Monti non è il nostro eroe ma almeno...BERLUSCONI SI E' DIMESSO!!!

SE NON ORA QUANDO?

SE NON ORA QUANDO?
FIRENZE, 13 FEBBRAIO 2011.