FRANCESCO MUSANTE

FRANCESCO MUSANTE
UNA ROSA LA LUNA E LA NOTTE INTERA PER PENSARE A TE

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole. Betty Hinman

sabato 27 marzo 2010

Primavera sta per arrivare...

La campagna elettorale si è conclusa e domani potremo andare a votare.
So che questa prima esperienza politica per me si concluderà definitivamente il 30 sera, dopo il conteggio delle schede e dei voti. Non m'importa. Sono felice comunque di esserci stata.
Anche se mi ci sono trovata catapultata, perplessa e titubante, in maniera inaspettata ed imprevista.
Anche se l'idea mi paralizzava letteralmente per la mia cronica, dannata paura di essere disapprovata, criticata, derisa.
Anche se solitamente temo e rifuggo il giudizio degli altri e preferisco la tranquilla e rassicurante solitudine del mio guscio.
Anche se è per me insopportabilmente imbarazzante espormi, parlare di me, promuovermi presso gli altri, sentirmi inevitabilmente al centro dell'attenzione.
Anche se, schiva e riservata quale sono, ho sempre fatto di tutto per passare inosservata, per risultare invisibile o quasi, muovendomi in punta di piedi, cercando sempre di non far rumore per non esser notata.
Ed allora candidarmi proprio non faceva per me. Ed invece l'ho fatto. Mi sono messa in gioco, con la mia faccia, la mia serietà, la mia onestà. L'ho fatto per scrollarmi di dosso due anni di buio, di malumore quotidiano, di viva e profonda preoccupazione per il nostro Paese. L'ho fatto nella speranza di cacciar via dalla mia città una classe politica che ha governato per dieci anni dissipando incautamente tutte le risorse, trasformando i diritti in favori personali, distruggendo il territorio e cementificando ovunque in maniera sconsiderata. Ho voluto fare la mia parte, con la disperazione di chi non vede altra via d'uscita e sente che abbiamo proprio toccato il fondo. Comunque vada a finire, sono felice di essermi buttata imprudentemente in questa avventura, di aver fatto parte, anche se come l'ultima ruota dell'ultimo carro, di un vasto progetto comune, di aver condiviso con altri, che ho scoperto essere molti, la speranza di rinascita della città e di cambiamento.
Certo, lo ammetto, senza il tenace sostegno di Samantha che mi ha seguito (o forse ero io a seguire lei?) e accompagnato, premurosa ed instancabile come sempre, in tutti gli incontri, le feste, ed i vari impegni elettorali, proprio non ce l'avrei fatta. Samantha, la mia dose di leggerezza, di ottimismo, di fiducia nella vita! Come farei senza di te?
Mancano poche ore all'apertura dei seggi, nessuno sa come andrà a finire ma io sento nell'aria il profumo della Primavera che sta per arrivare. Dopo tanto buio, tanta rabbia, tanta disperazione io torno a sperare...

martedì 23 marzo 2010

EMOZIONI A VENEZIA....

Sono stata a Venezia tre giorni. Volevo viverla prima del "promesso sindaco". Prima della stagione piena. Prima che succedesse qualsiasi cosa per cui non potevo più andare. Forse non me lo potevo permettere quest'ennesimo viaggio, ma ho preso un'impegno con me stessa: prendermi cura della mia dose di felicità. Ieri, il giorno dopo il rientro, ho avuto la risposta della biopsia che attendevo: negativa! Così Venezia sarà contrassegnata ancor più, nei miei ricordi, di emozioni che sanno di attaccamento alla vita, di istinto primordiale, di crescita e tempo che fugge. Il viaggio l'ha organizzato il mio amico Francesco, con la razionalità e l'inquietudine che, dentro di lui, sono sempre in perenne lotta. Ho portato anche mia madre, spinta da quell'accudimento protettivo che nasce alla soglia dei quarant'anni verso la donna più importante della nostra vita, specie se questa è diventata di colpo fragile, bisognosa di guida e vicina ai settanta. Specie se Venezia non l'aveva mai vista e le scopri, con piacere infinito, una curiosità infantile di fare nuove esperienze. C'era anche il Piccolino che, data l'assenza del padre, ha ritenuto naturale sostituirlo nei gesti prettamente maschili e nell'affettuosa protezione verso di me. Inaspettatamente ho avuto vicino un piccolo uomo premuroso, appassionato di fotografia. Ma quando è successo che il mio pulcino è diventato tanto grande? E son stati giorni di passeggiate infinite, alla ricerca di vicoli e segreti, di profumi e arte. La quiete, le scarse parole, lo stupore per lo scenario romantico e suggestivo, hanno caratterizzato le giornate. Sono stata bene, siamo stati bene. Lontani da un'umanità sconveniente, almeno nello spirito. Ho percepito la mancanza di Fred, come un senso di incompletezza, come un fastidio nello stomaco. Ho realizzato la naturale separatezza con l'Adolescente che, al telefono, era sempre di fretta, impegnato in mille questioni inderogabili. Ho avvertito l'urgenza di cogliere tutte le occasioni di star bene che si presentano nella nostra vita. E ho deciso che, se un giorno mi verrà data la possibilità di decretare una legge, fisserò una multa "salata" a chi non coglie le opportunità al volo. Attenta, Miranda!

giovedì 18 marzo 2010

Cyrano de Bergerac

Siamo stati a teatro, qualche giorno fa, io e Fred. In scena un classico, tanto caro a lui, che da tempo conservava gelosamente i biglietti, acquistati in pre-vendita per non correre rischi: Cyrano de Bergerac. Una prosa bellissima. Un personaggio anticonformista e passionale, rivoluzionario e romantico. Una riflessione, sempre attuale, sulla diversità, sull'apparenza... Fred ricordava quando, bambino, seguiva le commedie teatrali attraverso i canali della televisione pubblica e li paragonava, desolato e obsoleto, ai programmi attuali: "L'Isola dei Famosi", "Amici", "La vita secondo Jim"...riflettendo sui contenuti "culturali" a cui sono esposti i nostri figli. Mentre io mi identificavo con un'improbabile Rossana e ascoltavo una delle più belle dichiarazioni d'amore mai pronunciate, con gli occhi lucidi e il cuore in subbuglio:

CIRANO: Parlavamo di un bacio…

ROSSANA: No…

CIRANO: Sì, è dolce la parola.

ROSSANA: Tacete.

CIRANO: Un bacio… ma cos'è, così d'un tratto? Un giuramento reso tra sé e sé, un patto più stretto... È come un traguardo che insieme è un avvio, un punto rosa acceso sulla "i" di "amore mio", un bisbiglìo alle labbra perché l'orecchio intenda, il brivido del miele di un'ape che sfaccenda, una comunione presa al petalo di un fiore, un modo lungo e lieve di respirarsi il cuore e di gustarsi in bocca l'anima poco a poco.

ROSSANA: Tacetevi, vi prego...

Siamo tornati a casa appagati e più ricchi; pieni di tali emozioni che, alla fine, abbiamo pure litigato! Lo so che non c'entra niente con ciò che precede e che non si concilia neanche un pò con l'atmosfera vissuta, ma le relazioni, gli affetti, l'amore, non seguono schemi prestabiliti: sono "Mine vaganti", per dirla con Ozpetek che, proprio con quest'ultimo film, (che ho visto ieri sera con le mie amiche, al cinema!) ha reso una descrizione meravigliosa, sebbene amara, del conformismo familiare e del destino delle diversità.

Oltre a celebrare un'inno agli amori impossibili, come nel Cyrano di Rostand.

"Una mina vagante è una persona che porta scompiglio e disordine, che induce chi la circonda al cambiamento..."

"...non farti mai dire dagli altri chi devi amare..."

Sono, queste, piccole, preziose parentesi nel quotidiano, che mi permettono di andare avanti nonostante le tristezze che incontro ogni giorno nel mio lavoro: come quella bambina sieropositiva, infettata in un'ospedale libico, insieme ad altri cinquecento bambini, che ora è in malattia conclamata e sta per morire...ma di questo oggi non voglio parlare.

Buona visione.

domenica 14 marzo 2010

FLASH MOB

Nel mio Comune, qualche giorno fa, si è verificato un episodio davvero degno di nota: il flash mob!

"Mob" in inglese significa folla. "Flash", veloce. "Flash mob" sta ad indicare una massa di persone che inscena brevi azioni fuori dalla norma in un luogo predeterminato.

Il Flash Mob nasce a New York nel 2003, da un'idea di un 28enne che volle tentare un esperimento sociologico sulle folle. Il Flash Mob è un raduno, organizzato via e-mail o sms, in cui molte persone si ritrovano in un luogo prestabilito per eseguire una certa azione, tutti insieme. E un evento tra "happening e nonsense", tra tecnologia e trasgressione. Mediamente dura intorno ai 10 min e finisce sempre con un applauso generale e la dispersione dei partecipanti.

Nel mio Comune, circa 400 ragazzi, radunati nel centro città, hanno risposto ad un fischio acuto di uno degli organizzatori e hanno indossato gli occhiali da sole.

Al secondo fischio hanno alzato il braccio e puntato il dito indice verso il Palazzo comunale.

Al terzo fischio si sono dispersi, pacifici e con il sorriso sulle labbra.

Mi sono commossa quando ho visto la compattezza del gruppo, l'entusiasmo e la fiducia di questi giovani nel cambiare il mondo con un gesto assolutamente non violento, seppur eclatante.

Mi ha dato speranza sapere che, accanto a me, ogni giorno, ci sono giovani cuori capaci di pensieri di dissenso così coinvolgenti, contro chi li vorrebbe solo vandali, razzisti e stupidi.

La risposta della classe politica? Pare che il sindaco si sia spaventato, che sia uscito dal Palazzo temendo un'azione violenta.

Il risultato ottenuto? Si stanno ancora interrogando sul significato del gesto, sul messaggio implicito.

Vi sembra poco aver suscitato interrogativi, sollecitato coscienze, insinuato dubbi?

Ho pensato che noi adulti, se abbiamo cresciuto questi ragazzi, non siamo poi da buttar via totalmente.

Ho avuto anche voglia di abbracciarli un pò questi giovani, per l'insegnamento che mi hanno dato...

sabato 13 marzo 2010

IL CAPO DEL GOVERNO...

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbe meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare." Elsa Morante. 1945 (a proposito di Mussolini)

lunedì 8 marzo 2010

LA DELUSIONE

Capita a molti di rimanere delusi, niente di eccezionale. Capita agli uomini, alle donne, ai giovani e agli adulti. A chi è intelligente e a chi è stupido. Lo ripeto con razionalità, con convinzione, cerco di farlo intendere al cuore, oltre che alla mente. Non è una questione così importante da condizionare una vita. Ma è come un acciacco, un malanno che si fa sentire quando cambia il tempo. E' una punta di spillo, che punge a seconda di come ti muovi. E' la pioggia nel giorno in cui hai organizzato una vacanza sul mare. La calza smagliata mentre stai per uscire e sai che era l'ultima nel cassetto. Il ritardo ad un'appuntamento importante. Il freddo nelle ossa che non riesci a fartelo passare nè con maglioni, calzettoni di lana e plaid sulle spalle. Si, essere delusi da una persona è tutto questo. Ed anche di più. Il dolore è poi maggiore quando da quella persona senti arrivare un affetto che sembra esistere di vita propria e che, anzichè far bene, ti getta sale sulla ferita, arriva come un vento gelato e inopportuno e ti mostra le tue nudità. E' un mistero spiegare come le parole, in tali rapporti, diventino inopportune, sconvenienti, caratterizzate da incomprensioni, rancori reciproci e conflitti mai chiariti nonostante le mille discussioni. A volte tali contatti si vestono di una formale , educata cortesia. Appare inspiegabile che le confidenze, l'intimità, la condivisione, le risate e il piacere di stare insieme, vengano sostituite dall'incomunicabilità, dalle litigate, dai fraintendimenti e dalle recriminazioni. E che non si individui il percorso del ritorno, della pace, del "tutto è come prima". E' come se esistesse un tempo definito che individua un prima e un dopo e che caratterizza anche il nostro cambiamento. Come se prima della rottura fossimo state persone assolutamente diverse dalle attuali. Più ingenue, dal nostro punto di vista, più fragili forse; sicuramente modificate dalla delusione. E rese più forti, un poco più ciniche. Sebbene non immuni dalla tenerezza che nonostante tutto proviamo quando, negli attacchi che ci vengono rivolti, ma anche negli atteggiamenti formali e antipatici, riconosciamo quei meccanismi di difesa che ci sono tanto noti e che appartengono alla storia di vita di quella persona. E' in queste occasioni che ci arriva, prepotente, la finitudine umana, e insieme, inspiegabilmente, la percezione di avere a disposizione un tempo infinito per rimanere offesi, per sentirci delusi e rimandare ogni chiarimento agli anni a venire...

sabato 6 marzo 2010

ABBASSO LA SQUOLA!!!

Odia la scuola, mio figlio.
E' sempre stato un bambino intelligente. Curioso, intuitivo, interessato a tutto. Desideroso di sapere ogni cosa, ascoltava attento le risposte alle mille domande che poneva. Domande argute che, talvolta, mi mettevano pure un po' in difficoltà. Ma perchè la Terra sta sospesa nello spazio e non cade? Quando si muore, dove si va? Ci stupiva con le sue intuizioni, la sua voglia di capire, la velocità con cui faceva calcoli a mente. Ma tutto questo era prima. Prima della scuola, con le sue sanzioni, le note, i brutti voti. Era prima dei quadernoni con le pagine dagli angoli arricciati, prima dei compiti da rifare, dei dettati da copiare senza errori. Era prima delle regole da imparare a memoria, delle frasi tracciate con quella grafia incerta e cianciucata con le a che sembrano o, le elle troppo basse, le e troppo alte. Prima delle doppie dimenticate, degli accenti smarriti, delle maiuscole pedute. Prima di tutti quei segni rossi a sancire un'incapacità.
Odia la scuola, ostinatamente, di un odio profondo come per chi ti ha deluso e a lungo ferito. La scuola, che, come un re Mida al contrario, o come l'anello di Lavinia, trasforma tutto ciò che tocca in cacca, riduce ogni sapere a compito ingrato e noioso, trasforma ogni interesse in pedissequo studio mnmonico, riconduce ogni apprendimento a deprimenti test di verifica. La scuola che nega il piacere di conoscere scoprendo e sabota la capacità di imparare divertendosi. Lui che si divertiva a decifrare, sapiente, il mistero dei segni che formano le parola, ora odia leggere. Lui che calcolava, efficiente e veloce, il valore delle percentuali, ora che la scuola glielo richiede ne è divenuto incapace. Mistero dell'amore e della conoscenza. Che pretendono la libertà, il rispetto, lo scambio gratuito. Invece odia la scuola, mio figlio. Perchè è il luogo sleale che consacra la sua diversità, ratifica inesorabilmente la sua inferiorità, stigmatizza la sua irrimediabile inadeguatezza ed incapacità di corrispondere alle aspettative. Con quanta violenza inutile vi si sottolineano e sanzionano i suoi errori. Con quanta pedanteria si punta il dito sempre e solo sulle mancanze, sulle difficoltà, sugli insuccessi. Con quanta sterile inflessibilità si nega il percorso fatto per rimproverare quanto resta ancora da percorrere. Ed allora è guerra. Un'interminabile lotta impari da cui Il Piccolo esce sempre sconfitto ed umiliato.
Mi sorge un dubbio: ...non sarà che... anche la Scuola odia mio figlio?

venerdì 5 marzo 2010

CIALTRONERIE QUOTIDIANE

La maschera è caduta.
L'Imperatore ed il suo codazzo di servili leccapiedi e di avidi ed opportunisti sostenitori si son rivelati per quello che sono veramente: dei CIALTRONI!
Ritardi incomprensibili nella presentazione di liste e grida di soccorso al Capo dello Stato:
CIALTRONI!
Falsificazioni di firme, violazioni di regole comuni e ben note:
CIALTRONI!
Rinvii di Consigli dei Ministri opportunamente concertati per evitare processi:
CIALTRONI!
Brindisi e rallegramenti telefonici per il provvidenziale terremoto de L'Aquila:
CIALTRONI!
Salutari massaggi alla cervicale di brasiliane in tanga a eroi italici in blue jeans:
CIALTRONI!
Richieste di tinteggiature, di riparazioni a sciacquoni malfunzionanti, di assunzioni strapagate a figli apprendisti di papà potenti:
CIALTRONI!
Cognati ubiqui e inservibili piscine troppo lunghe:
CIALTRONI!
Falsificazioni di notizie, omissioni di fatti, prescrizioni raccontate dalla tv di Stato come assoluzioni:
CIALTRONI!
Ipocrite e poco credibili proposte propagandistiche di leggi anticorruzione:
CIALTRONI!
Grida al complotto, insulti alla magistratura, deliri di onnipotenza:
CIALTRONI
Inetti Figli-trota di politici potenti ed igieniste dentali candidati in collegi sicuri:
CIALTRONI!
Oscuramento dei programmi di informazione nella SOLA tv di pubblica con la scusa della par condicio per il Signore delle TV e dell'editoria:
CIALTRONI!
Cartelli elettorali che non durano più di ventiquattr'ore sulle mura della nostra città, e le toppe tempestive sul nome del candidato a sindaco del giorno:
CIALTRONI!
Le macerie oscurate del centro de L'Aquila, le fandonie dei miracoli della ricostruzione:
CIALTRONI!
Il fango ci sommerge.
Cronache ordinarie di infami fatti e misfatti quotidiani.
Storie abituali di cialtronerie infinite che inquinano la nostra giornata, uccidono la speranza, mortificano il senso civile di comunità.
Ma non sottovalutate la nostra rabbia!
Non sottovalutate la nostra forza!

lunedì 1 marzo 2010

Chi legge troppi libri spesso fa cose di cui non c'è nessun bisogno. Gianrico Carofiglio

Mi ero ripromessa di smettere, avevo giurato di non farlo più! E pensavo di riuscire a controllarmi. Invece venerdì, oramai depressa, boccheggiante, quasi senza aria, non ce l'ho più fatta e ho ceduto. Mi sono fiondata, insaziabile, avida e vorace in libreria a far rifornimento di qualche nuovo libro.
Parte del piacere di acquistare libri consiste, per me, nella cura che presto alla scelta. Non sono una lettrice abitudinaria, sistematica e selettiva. Sono istintiva, curiosa, onnivora ed impulsiva. Mi lascio facilmente sedurre da una copertina intrigante, da un titolo non banale, da una vaga sensazione su ciò che ha da dirmi quell'Autore.
Spesso, se un libro mi incuriosisce, lo sfilo dallo scaffale, lo tocco, lo annuso, lo apro a caso e leggo qualche riga qua e là. Può bastare una sola frase a convincermi a comprarlo. E' amore al primo sguardo. Talvolta questi colpi di fulmine si trasformano miracolosamente in amori di lunga durata. Un fiume di parole che scorre e vibra armonicamente, creando magiche alchimie, risvegliando emozioni profonde, memorie di vissuti passati, echi di sensazioni familiari e conosciute. Si creano così strane sintonie, affinità emotive che ci legano ad alcuni scrittori, più che ad altri.
Capita allora di entrare in libreria con la voglia, non solo di incontrare nuovi amori ma di ritrovare anche vecchi amici.
Tra questi per me c'è sicuramente Gianrico Carofiglio. Da diversi giorni il suo ultimo libro, Le perfezioni provvisorie, pareva mi chiamasse e mi salutasse dalla vetrina. Ne ero felice ed incuriosita perchè, lo ammetto, avevo temuto oramai che non avrei più incontrato l'Avvocato Guido Guerrieri, l'uomo che avrei voluto sposare.
Mentre mi avvicino alla cassa, felice e soddisfatta, con il libro tra le mani, quasi avessi un tesoro, il libraio, gentilmente, mi informa: "Sa che stasera Carofiglio è in città per presentare il suo libro?"
Ci accoglie in un vecchio laboratorio di marmo mirabilmente restaurato. Le gambe troppo lunghe, accavallate e il sorriso sereno e curioso di chi ha preso il vizio alla vita. Con ironia racconta di sè, dell'ascesa inaspettata alle classifiche del suo libro, ascolta con interesse tutti gli interventi, risponde paziente alle domande anche a quelle improponibili. Infine è chiamato a parlare delle vicende attuali, meschine, riprovevoli, della corruzione, dell'informazione, della giustizia, delle regole che raccontano la civiltà di un paese, della politica. Politica che dovrebbe, secondo lui, proporre ai giovani un racconto entusiasmante del Futuro. Con l'ottimismo ingenuo e la semplicità di un bambino dice di credere che il cambiamento non solo è possibile ma è vicino, prossimo. Ha lo sguardo limpido e partecipe di chi crede nel futuro. Senza vergognarsene.
Altre domande in sala?
Resto immobile, in silenzio, ma ne avrei molte di domande. Domande indiscrete, inopportune, persino un po' fuori luogo.
Tutto quello che scrivi è pre-meditato o ti capita che alcune parole incoscenti, inavvertitamente, ti scivolino sulla pagina senza che te ne accorga? Ti è mai capitato di notte di non riuscire a prender sonno finchè non hai messo per scritto alcuni pensieri che ti tormentavano, importuni e urgenti? Ti si congelano i piedi quando in inverno resti alzato fino a tardi per finire un capitolo? Sei davvero persuaso che solo chi ama i libri possa essere una brava persona? Narri talvolta a te stesso la tua vita come se tu fossi un personaggio di un libro? Scrivi mai pensieri che non sapevi di avere finchè non li scopri misteriosamente tra le tue righe? Ti piace di più leggere o scrivere? Ti passa mai per la testa il dubbio di essere un impostore? E hai mai paura di essere smascherato? E ancora... mi potresti presentare Guido Guerrieri?

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!
L'Italia è sull'orlo del precipizio, ci aspettano mesi di tagli e manovre "lacrime e sangue", l'opposizione è inesistente e Mario Monti non è il nostro eroe ma almeno...BERLUSCONI SI E' DIMESSO!!!

SE NON ORA QUANDO?

SE NON ORA QUANDO?
FIRENZE, 13 FEBBRAIO 2011.