FRANCESCO MUSANTE

FRANCESCO MUSANTE
UNA ROSA LA LUNA E LA NOTTE INTERA PER PENSARE A TE

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole. Betty Hinman

giovedì 30 settembre 2010

BUON COMPLEANNO MIRANDA!

Alla nostra amica Miranda.. splendida quaratunenne (ebbene si..è la più grande! ; ) auguriamo..BUON COMPLEANNO!!! Tue affezionate e altrettanto splendide Amiche,Samantha&Wilma! ps: ti aspettiamo x festeggiare, ti spiace se abbiamo invitato anche lui?!

mercoledì 29 settembre 2010

Samantha, Miranda e Wilma in gita

Siamo tornate, ma con la testa sono ancora là.. nel verde del parco del Residence, nelle tiepide acque del laghetto, nei vapori del bagno turco, con la vista che si perde nel mare a Baratti, il palato agli spaghetti, l'olfatto al salmastro e l'occhio rivolto al mare. Nelle orecchie le nostre risate ( ma quanto abbiamo riso?! ) le chiacchiere, le confidenze, le discussioni sui temi importanti, le cazzate.. ( ma quante ne abbiam sparate? ) Noi tre, sole.
Siam tornate indietro con i ricordi ed è così che ci siam rese conto chesono passati "appena" vent'anni dall'ultima volta che siam riuscite a fare un viaggetto tutte e tre insieme!!I 40 anni di Wilma sono stati una splendida occasione! Abbiamo vissuto anche la nostra piccola avventura..si ma che avete capito? LUI, alto bello e muscoloso? No, magari!! Siam riuscite a perderci in uno straccio di Km quadrato, nel buio della notte, mentre imperversava un tremendotemporale!! Da non crederci..io nera dalla rabbia e Miranda che sdrammatizza: "Dai, può succedere.." Io, che svelta, di ritorno dalle terme, stendo i panni umidi in terrazza, mentre Miranda e Wilma, in cucina ridono di me.. e ricordano quando, in gita con la scuola, decidevo con determinatezza in quale letto avrei dormito e dove avrei messo le mie cose!! Miranda sdraiata sul divano con il telecomando in mano ( e quando ci ritocca?!) io e Wilma" affaccendate" che la scherniamo!! Wilma che si sofferma ad osservare un fiore, un vaso, uno scorcio di panorama, apprezzandone ogni piccolo particolare. Miranda che legge con disinvoltura la cartina:nord,sud, svolta di qui, diritto di là..io guido e obbedisco, Wilma annuisce ed approva! Io e Wilma cellulare-dipendenti e Miranda che ci sgrida.."Ma come fate?!" L'idea di scrivere un messaggio di saluti agli Amici..lo mandiamo?! No.. SI..dai!! E poi ancora, il Tempo che è stato per noi, il Tempo per raccontarsi, per condividere, il Tempo che non subisce interruzioni.. un Tempo al quale non siamo più avezze e a cui sempre aneliamo.E' così che abbiam deciso, e deve diventare una promessa, che ogni anno dedicheremo il Tempo ad un viaggio..solo noi tre! Vostra, Amica-Samantha.

lunedì 27 settembre 2010

VE LO GIURO...E' SUCCESSO!!!

Wilma rientra rilassata (issima) dalle terme, dove ha trascorso un meraviglioso week end con le sue amiche; l'assale, da subito, la consuetudine familiare: "Mamma, ho aspettato te per le equivalenze Lo sai, le voglio fare con te!!!". E' ora di cena, Wilma è un pò contrariata perchè aveva dato precise indicazioni: sulla lavagnetta di cucina c'è scritto chiaro di fare TUTTI i compiti, di studiare e di tenere la casa come era stata lasciata da mamma. Aiuta comunque il Piccolo disubbidiente, rassicurata dal fatto che ha tralasciato solo quell'impegno. All'ora di andare a letto, il Piccolo entra in camera e informa Wilma e Fred della decisone presa:"Babbo, mamma, io voglio diventare ateo...": i due poveretti, già sotto le coperte, prendono tempo: "Ateo? Ma non è una decisone che si può prendere a dieci anni, è un percorso lungo, che presuppone maturità, consapevolezza...insomma, ora vai a letto che non è l'ora!". Il Piccolo, recalcitrante e imbronciato va a letto. Al mattino, alle sette, entra di nuovo in camera dei genitori, si tuffa nel lettone e chiede: "Posso avere l'esonero dall'ora di religione?". Wilma si sta vestendo in fretta, Fred ha un occhio aperto e uno chiuso:"No, non puoi averlo!", "Insomma, basta, ma cos'è questa novità? hai qualche problema con la maestra di religione?"; il Piccolo è sulle spine:"No. Si. Non la voglio fare più, da oggi.". Wilma e Fred, democratici e accoglienti, rispondono in coro:"Basta, preparati che è tardi!". Wilma si catapulta in tutta fretta nel traffico cittadino seguita a rafica dall'Adolescente e non pensa più al piccolo dissidente che, intanto, continua a piagnucolare per casa. Alla fine, alle otto meno venti circa, Fred entra in cucina per sollecitarlo ad uscire e lo trova intento a trafficare, seppur contro voglia, con il quaderno e il libro di religione. Lì l'arcano si svela: doveva eseguire un compito piuttosto impegnativo e decisamente noioso proprio in quella materia. Non avendo ottenuto il consenso per l'esonero dalla lezione, tentava di rabberciare... A cena, suo fratello, dopo averlo deriso fino alle lacrime, ha riferito che è sua intenzione creare un nuovo gruppo su facebook: "Quelli che...per non fare il compito di religione diventano ATEI"!

venerdì 24 settembre 2010

IL PRIMO VOLO

Mio figlio è in prima media. Che non si chiama più media, ma, non se la prenda la Gelmini, nessuno lo sa. O, se lo sa, non ce la fa a dire prima secondaria inferiore, senza sentirsi un po' scemo. Comunque, io e mio marito decidiamo di farlo tornare a casa con il pullman di linea quando io farò il pomeriggio a scuola. Deve crescere. Diventare più autonomo. E poi l'abbiamo preso tutti il pullman per andare alle medie (dagliela!), no? Non è mica più un bambino. Me lo dico. Me lo ripeto. Finchè mi sembra di esserne finalmente convinta.
La notte però mi regala un milione di pensieri negativi: se perde il pullman? Se prende quello sbagliato? Se non scende alla fermata giusta? Se gli consegnano i libri in comodato e non riesce a trasportarli? Se....se...se... La mattina lo accompagno e gli infilo nello zaino il cellulare, un blocco di biglietti (casomai uno non bastasse), soldi, e un milione di raccomandazioni. La mattina passa con fatica, il mio pensiero corre continuamente, ansiosamente a lui. Cerco di rassicurarmi. Non si è detto che sta crescendo?
Alle due sul cellulare scopro una chiamata persa da casa. Diamine!!! Cosa sarà successo? Dentro di me già lo so: mio figlio si è perso!
Richiamo in preda al panico. Mia madre mi spiega: ti ho chiamata perchè Il-Piccolo-che-sta-crescendo non arrivava e mi sono preoccupata. Ma poi ho sentito tuo marito.
In poche parole, mio marito era andato a scuola, si era nascosto per vedere se Il-Piccolo-che-sta-crescendo prendeva l'autobus e quello giusto, poi lo aveva seguito, dietro al pullman, fino alla fermata, per controllare che scendesse a quella giusta e per accompagnarlo infine a casa.
Grazie amore.
Mi sa che anche noi abbiamo ancora bisogno di crescere...

domenica 19 settembre 2010

Come l'acqua di un fiume...

Con un voto quasi unanime, il Senato francese ha approvato in via definitiva il divieto di indossare burqa e niqab nei "luoghi aperti al pubblico", come negozi, parchi, autobus, o "destinati a un servizio pubblico", come scuole e ospedali sul suolo francese. In caso di violazione è prevista un'ammenda di 150 euro per la donna che indossa il velo integrale e una “punizione” più significativa per l’uomo che costringe la donna a indossarlo: fino a 30mila euro e un anno di prigione.
La decisione del Parlamento francese mi ha provocato una immediata e spontanea reazione di sdegno, come per una libertà violata, per la violenza di un'imposizione che, con il pretesto della sicurezza, ha il retrogusto amaro dell'intolleranza e della xenofobia. Eppure, ho provato un brivido simile, come di fronte ad un'umanità negata, quando, cercando di capire, ho trovato immagini di donne integralmente coperte. Che dire, dunque? Non trovo risposte, non ho certezze, solo una profonda, controversa perplessità. Infatti, ci troviamo davanti a due principi parimenti legittimi, entrambi da tutelare. Da un lato la libertà di scelta e di espressione dell'individuo e la responsabilità di una società di far di tutto per favorire l'integrazione attraverso l'accettazione dell'altro, della sua cultura, della sua religione; dall'altro la salvaguardia dei diritti umani, della dignità della persona, dell'inviolabilità del corpo della donna.
Un argomento come questo meriterebbe una lunga e profonda discussione nel Paese, scevra da luoghi comuni e da pregiudizi, volta a comprendere, a conciliare, a cercare un terreno d'incontro. Difficile! Io però azzardo una proposta: perchè, non imporre per legge a TUTTI! di indossare il burqa per una settimana? Tutti! Uomini e donne. Giovani e vecchi. Col burqa, solo gli occhi scoperti. Per l'idraulico sdraiato sotto l'acquaio da riparare, per il vigile in mezzo alla strada, per l'infermiera che aiuta i pazienti, per il maestro di canto, la bidella che spazza il cortile, l'autista del pullman. Per la madre che porta il figlio al mare, per il contadino che ara la terra, per la casalinga che pota le sue rose, per il ragazzo che corre in moto. Il burqa! Quando usciamo a prendere un caffè, a fare un giro in bici, la spesa settimanale, una corsa in spiaggia. Il burqa per capire. Quante di queste cose non potremmo o riusciremmo a fare? Quante esperienze ci verrebbero negate? Quante volte malediremmo il cielo?
Proviamo e poi decidiamo.

AUGURI WILMA!!!

Ci siamo. Oggi anche Wilma compie quarant'anni.
BUON COMPLEANNO!!!
Benvenuta nel club SPLENDIDE QUARANTENNI.
(come vedi la torta di compleanno te la stanno già preparando)
Ma ti avverto, amica mia, non è come ci immaginavamo nè come ci avevano detto.
Avevamo supposto che a quaranta la strada fosse appianata ed iniziasse la discesa, non che ci aspettassero nuovi traguardi, tentassimo percorsi arditi ed inconsueti,
che i 40 ci regalassero maggior equilibrio, non questo inquieto desiderio di rimettersi in gioco,
che ci concedessero finalmente una tregua con il mondo ed invece, ci scopriamo meno impaurite e più agguerrite che mai,
che ci portassero una certa stabilità e non questa febbrile urgenza di un nuovo inizio,
che ci trovassero appagate e soddisfatte, non sempre più esigenti e piene di pretese e di sogni,
che ci facessero dono di tutte le risposte, non di nuove domande, di ulteriori dubbi.
Pensavamo a 40 di aver sperimentato tutte le emozioni ed invece ci ritroviamo con una nuova, più profonda sensibilità,
credevamo di conoscerci a fondo ed invece scopriamo un modo tutto nuovo di guardare a se stesse,
ci illudevamo di aver raggiunto una certa fiducia in noi, una qualche sicurezza, ma abbiamo solo imparato a convivere con le nostre fragilità, a fare dei nostri punti deboli dei punti di forza.
Che fosse così difficile nessuno ce l'aveva detto!
Ma anche così entusiasmante, imprevedibile, sorprendente.
Comunque...
in tre è meglio!
A proposito, per festeggiare, vuoi la torta o il cuoco?

martedì 14 settembre 2010

Samantha e Miranda,mezzanotte circa,di ritorno dalla cena dei Compagni.

Il Ristorante è noto per i deliziosi stucchini e primi piatti: panzanelle, affettati nostrani, sformatini, assaggini di delizioso formaggio avvolti nella stagnola colorata come gustosi cioccolatini, vino rosso di quel bono.. Miranda è emozionata e non sa perchè, io affamata e ne conosco il motivo.
.. E il Compagno che posto sceglierà a tavola?.. Uh...e il resto degli amici.. ci saranno tutti?! Che bello!
Al nostro arrivo constatiamo che: è stato apparecchiato fuori, sta piovendo e l'estate sembra ormai un ricordo lontano!! Come se non bastasse i tavoli son distribuiti sotto due gazebo, lontani tra loro, così una parte dei commensali sarà assolutamente separata dall'altra. Ma non ci perdiamo d'animo!! Al freddo ridiamo in faccia (la scollatura di Miranda ha sopportato temperature ben peggiori!) e puntando dritte verso il tavolo, ci sediamo, fiduciose. Qualche Amico inizia a sedersi..ma poi..non se ne capisce il motivo decide di alzarsi e raggiungere l'altra tavolinata.. Acc!! Ma come siam divisi?! Vecchi e giovani? Quindi noi saremmo ..no! Non voglio pensarci! Alte cariche e semplici sostenitori?! Boh..non mi pare..! Non resta che un ipotesi: gli sfigati e i brillanti! Allora ho scelto, preferisco la seconda! Fine cena un buon caffè, offertoci premurosamente dal Caro Amico (non vi esaltate..si tratta di un over 60..! ) poi un saluto all'altro Gazebo..quello dove c'erano TUTTI per intenderci! Infine, infreddolite e con la pancia rigorosamente stra-piena ci dirigiamo meste verso la macchina. Ma..il nostro viaggio di ritorno prende una strana piega. Accade che dopo aver sentito alla radio il cronista elogiare le performance del solito Cassano,ci addentriamo in una discussione filosofico-sportiva.. Ma è questo il calcio che piace davvero ad uno sportivo oggi? Tutte le polemiche..le trasmissioni sportive, le inutili chiacchiere, le moviole che devono stabilire se un giocatore si trova con mezza coscia o tutto il culo nell'area di rigore!! Ma lo sconcerto e il profondo rammarico, crescono in noi, quando affrontiamo il terribile argomento.. No,non si tratta delle partite vendute e nemmeno dell'ultimo caso di doping ma.. dello spogliatoio!! Miranda quasi non crede alle mie parole.. Si, ti dico che è così!!Le telecamere di sky mostrano gli spogliatoi, i calciatori nel pre partita..e ORRORE!! Lussuose e personali poltrone sagomate in pelle, armadietti lucidi e perfettamente in ordine, assenza di nuvole di vapore.. Ma la panca, dico, la panca?! Si,quella rude in legno che si trovava lì in mezzo, quella su cui virili e sudati Uomini ansimanti ponevano le loro natiche umide, mentre, proni sulle borse puzzolenti cercavano i loro indumenti?! E il calzino? Quello marrone,un tempo bianco, che giaceva lì in mezzo alle scarpette piene di terra?! Dov'è?! E le docce comuni, il casino, le battute pesanti!? Noooo!! Allora davvero, è caduto anche l'ultimo mito!! Non ci siamo ancora riprese dalla caduta del mito dei 40 ..quello per cui le donne a quaranta diventano più sensuali,desiderabili in una parola scopano di più..!! (ma dove?!) Che, ecco cadere anche l'ultimo mito!.. ADDIO EROTICA PANCA!! PS: la fase ovulatoria di Miranda e il tasso alcolico di Samantha di ieri notte si dissociano da questo post!!

sabato 11 settembre 2010

DIALOGHI

Durante la seduta trisettimanale dall'estetista per la depilazione: Estetista: "Allora, Wilma, tra poco ci siamo ai quaranta eh?! Hai organizzato? Io li compio a dicembre ed ho già pensato..." Wilma si rabbuia. Guarda sè stessa in mutande e reggiseno. Guarda l'estetista. Wilma:"Anche tu quaranta quest'anno? Non me lo ricordavo...Ma che fisico hai! Neanche un filo di pancia, beata te!" Estetista, giovane single, intelligente e saggia, si rabbuia. Estetista:"Insomma Wilma, non hai solo un pò di pancetta, hai anche un marito affettuoso, due figli stupendi..." Estetista stende la cera. Wilma trattiene il fiato per sopportare lo strappo; sulla testa la nuvoletta di un pensiero: "...e che ho preso il pacco tutto compreso? quello che contiene anche qualcosa che non ti piace ma che compri lostesso perchè ti sembra comunque un affare e mentre lo metti sul carrello pensi che poi l'oggetto che non ti piace al limite lo regali o lo butti o lo infili in un cassetto o te lo metti sotto i piedi?"

mercoledì 8 settembre 2010

IL PAESE NEL PAESE

Ogni estate, da dieci anni oramai, trascorro il Ferragosto ed i giorni precedenti a condire tordelli, tagliare rosbeef, friggere patate, sfregare pentoloni e teglie incrostate di sugo alla Festa di Liberazione. Spesso finisco alle due di notte, stanca morta, le unghie spezzate, la schiena a pezzi e un intenso odore di fritto tra i capelli. Torno a casa e crollo a letto. Sfinita, certo, ma felice e soddisfatta. E' difficile da spiegare. Lavorare alla Festa per me non significa solo fatica, rinuncia alle ultime giornate di mare, ore di sonno perdute, ma impegno, condivisione, speranza di riscatto. La Festa è il luogo dove trovo chi parla la mia stessa lingua, comprendo chi mi sta intorno e mi sento compresa. E' il posto dove non si hanno per forza le stesse idee ma si parte dagli stessi presupposti, si abbracciano gli stessi valori; dove si discute, certo, ma si lavora insieme per difendere gli stessi principi, orientati dai medesimi valori. La Festa è il luogo dove mi sento finalmente a casa, non più estranea, ma tra persone che magari non conosco ma che ri-conosco come simili, compagni che vanno nella mia stessa direzione, partecipano delle mie preoccupazioni, condividono le mie speranze, il mio progetto di futuro, di bene comune, di società. Lavorare alla Festa è il mio modo per resistere, per continuare a sperare, per non smettere di credere. E' il mio modo per contribuire a costruire un mondo migliore, che, intanto, rende me migliore. Molti vengono qui ogni anno a lavorare alla Festa con questi stessi desideri. C'è la prof di matematica con alcuni dei suoi alunni, c'è l'operaio che passa qui le ferie a smontare e rimontare i gazebo, c'è la caposala di poche parole, l'impiegata amministrativa con tutta la famiglia, lo studente universitario con la fidanzata, l'avvocato in pensione. Ci sono poi tanti giovani. Allegri, affamati, impegnati e superficiali. Crescono e poi spariscono, risucchiati dalla movida estiva delle feste in spiaggia. A volte tornano, più consapevoli e pronti, pieni di progetti e speranze. Ci sono i giovani dell'associazionismo coi loro volantini e i tavoli, c'è la compagna passata a SeL che soffre di nostalgia e non manca comunque di dare una mano; mentre mescola il sugo ci racconta aneddoti di feste passate. Infine c'è Gusmano, quasi novantenne, gli occhi scoloriti dal tempo, il sorriso lieve, confortante, sempre aperto. E' il più anziano, la memoria storica del partito, ricorda tutto e conosce tutti. Impossibile non volergli bene. Quest'anno eravamo davvero tanti. C'era anche Samantha, per la gioia di molti compagni che hanno apprezzato la sua solare cordialità. Una sera o due, aveva detto. Poi si è innamorata dell'atmosfera, si è sentita, credo, anche lei a casa. E così è tornata quasi ogni sera. Siamo un quartiere straniero nel Paese. Non siamo alla moda nè al passo coi tempi, siamo ancorati al passato, dicono. Siamo di parte, ed è sempre la parte sbagliata. Ma non rinunciamo ai nostri sogni nè all'impegno per realizzarli. Ed iniziamo da qui. Dalle patate da friggere, dai tortelli da scolare, dai tendoni da rimontare. Al lavoro!

sabato 4 settembre 2010

PENSIERI SPARSI...

Oggi è il compleanno dell'Adolescente. Si è svegliato nervoso. Ha accennato un sorriso solo quando gli ho preparato la colazione ed ha sentito il profumo di bignè che stavo infornando per i suoi amici. Ma è stato un'attimo, ha rimesso subito il grugno. A suo padre, che l'ha chiamato per fargli gli auguri, gli ha risposto cafone. E intrattabile. Tanto da provocare la consueta lite senza senso e improduttiva. Che è terminata con le sue scuse e una frase più tagliente di un coltello affilato:"...non credo di dovermi festeggiare...".
Pochi giorni fa è nata Piccola Mela. Incantevole e paffuta. Smaniosa e piena di vita. Dolcissima e tenace. Una miniatura perfetta. Guarda la sua mamma, la tocca inesperta e fiduciosa. Il padre è follemente innamorato di lei e lei sembra averlo già capito. E' un rapporto pieno di promesse. Che in parte saranno deluse.

giovedì 2 settembre 2010

Mio figlio ha perso una scarpa...

Il Piccolo-che-sta-crescendo quest'anno ha finito la quinta elementare. Del suo disagio scolastico ho già parlato in passato. Sempre con fatica, senza nascondere il dolore e il senso di colpa di fronte alla mia incapacità, nonostante gli sforzi quotidiani, di aiutarlo a superare le sue difficoltà. Sì perchè il mio bambino è un bambino con DSA. Ha, cioè, un Disturbo Specifico di Apprendimento. I bambini DSA, come lui, sono bambini come tutti gli altri: svegli, capaci, competenti, curiosi, finchè non arrivano a scuola e, d'un tratto, si scoprono completamente inadeguati e disarmati di fronte a compiti e richieste quotidiane per loro insormontabili, che gli altri, invece, eseguono con facilità. Attività come leggere, scrivere, calcolare, che la maggior parte dei loro compagni apprende in modo spontaneo e naturale risultano loro estremamente difficoltose. Il fallimento che ne segue e la frustrazione dovuta ai molteplici e infruttuosi tentativi incidono negativamente sulla fiducia in se stessi e sulla motivazione ad apprendere. Spesso poi chi sta loro intorno, educatori, insegnanti, genitori, compagni, poichè non possono negare le loro evidenti capacità intellettive e le potenzialità che emergono nonostante tutto, finiscono, frettolosamente, per spiegare il ritardo scolastico con la mancanza d'impegno. Solitamente di un bambino così si dice che è intelligente ma non studia. Colpevole dunque! Svogliato! E pigro! Questi cinque anni sono stati per mio figlio un inferno; tra pianti e rimproveri, insuccessi ed emarginazione, frustrazioni ed incomprensioni, tra senso d'impotenza e voglia di mollare, stanchezza e senso di colpa per le aspettative deluse. Mai un successo, mai una gratificazione e neppure un riconoscimento per lo sforzo e l'impegno messi. Quest'anno però pareva proprio fosse arrivato il momento per il mio Piccolo-che-sta-crescendo di ottenere, finalmente, una piccola rivincita. Iscritto al corso di atletica, per tutto l'inverno, infatti, si era allenato nella corsa, anche con il freddo e sotto la pioggia. Grazie al suo fisico minuto ma scattante e all'allenamento, durante le prove per le Piccole Olimpiadi della scuola era risultato tra i più veloci della sua età, per cui tutto faceva presagire che finalmente sarebbe riuscito ad esser BRAVO in qualcosa, per la prima volta... E magari il più bravo! E' la mattina della gara, nonostante minacci pioggia e soffi imperterrito un vento freddo, gli spalti attorno al campo di atletica sono pieni di genitori-tifosi, armati di macchine fotografiche. I bambini vengono allineati sulla linea di partenza, ciascuno nella propria corsia, pronti per il segnale di partenza. Il Piccolo-che-sta-crescendo è particolarmente in ansia, aspetta questo momento da così tanto tempo... Un signore attempato e panciuto dà il via facendo esplodere un colpo. Il Piccolo-che-sta-crescendo scatta via velocissimo, davanti a tutti. E' il più piccolo, una pulce in mezzo ai suoi compagni, ma anche il più veloce. Fa qualche metro, davanti a tutti gli altri. Poi, d'improvviso, si blocca: la sua scarpa destra è uscita dal piede. Prova a continuare la corsa con la scarpa mezza tolta ma è inutile; arriva ultimo, zoppicante, avvilito e pieno di imbarazzo. L'umiliazione e la delusione stampate in faccia. Cos'è accaduto? Come si spiega che il Piccolo-che-sta-crescendo è riuscito a fallire anche in ciò in cui era bravo e per cui si era allenato a lungo? E' stata solo colpa di un laccio male annodato? Io non credo. Io credo invece che per bambini così, che non hanno alcuna fiducia o stima in se stessi, che sono abituati ad ottenere solo frustrazioni e sconfitte, che hanno di sè un'mmagine negativa e fallimentare sia più difficile affrontare un successo che subire il solito, inevitabile insuccesso (in quello oramai sono esperti). Per mio figlio, vincere non voleva dire semplicemente tagliare il traguardo per primo. Vincere significava interrompere un'infinita ed ineluttabile catena di delusioni e fallimenti, significava riaprire la porta alle speranze di affermazione di sè, alle aspettative di succeso. Vincere avrebbe provocato una temibile onda sismica che avrebbe travolto le consolidate certezze della propria inadeguatezza ed incompetenza, vincere avrebbe causato un terremoto emotivo che avrebbe ribaltato l'immagine di sè e delle proprie capacità. In questi casi, in difesa dello status quo, per mantenere un equilibrio basato su ciò che, anche se non gratificante, ci è oramai abituale, entrano in gioco i sabotatori interni, cioè le aspettative negative, le paure recondite, l'ansia di prestazione, la disistima, il bisogno di ciò che ci è noto e abituale, che ci impediscono di rompere il cerchio, di essere diversi, migliori, da ciò che si crede. Inconsapevolmente, ci impediscono di esplicare al meglio le nostre qualità, di credere nelle nostre risorse facendoci perdere una scarpa durante la corsa della nostra vita. Sabotatori così li abbiamo tutti. Sono i limiti che ci autoimponiamo, le barriere che innalziamo a nostra difesa, i legacci che ci impediscono di spiccare il volo. Li abbiamo generati noi, in nome della nostra stabilità emotiva, della nostra tranquillità. Solo noi possiamo smascherarli e disarmarli. Oppure inciamperemo sempre a un passo dal traguardo.

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!
L'Italia è sull'orlo del precipizio, ci aspettano mesi di tagli e manovre "lacrime e sangue", l'opposizione è inesistente e Mario Monti non è il nostro eroe ma almeno...BERLUSCONI SI E' DIMESSO!!!

SE NON ORA QUANDO?

SE NON ORA QUANDO?
FIRENZE, 13 FEBBRAIO 2011.