FRANCESCO MUSANTE

FRANCESCO MUSANTE
UNA ROSA LA LUNA E LA NOTTE INTERA PER PENSARE A TE

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole. Betty Hinman

domenica 31 ottobre 2010

Lucca Comics 2010

Da diversi anni a Lucca si tiene la più importante rassegna italiana dedicata al fumetto, all'animazione, ai giochi, ai videogiochi e all'immaginario fantasy e fantascientifico. Quest'anno io e Wilma decidiamo di portarci i nostri piccoli e di visitare, finalmente, anche noi questa esposizione di cui da tanto tempo sentiamo parlare. Appena uscite dalla stazione ci troviamo in mezzo ad una fiumana di gente, allegra, colorata e piuttosto eccentrica. Sono per lo più ragazzi e giovani adolescenti appassionati dei manga giapponesi, dei supereroi della Marvel, dei protagonisti di videogiochi o dei cartoni animati. Strada facendo ne incontriamo molti travestiti per l'occasione. Ci sono i personaggi del male, con mantello nero e strani ghirigori rossi, ci sono vari Goku, Naruto, Yu-gi-Oh. Non mancano vecchie glorie come Mazinga, Goldrake e Daitan 3. Ci sono un'infinità di strani personaggi con armi finte, spade e spadoni che sembrano usciti dal medioevo o dalle saghe nordiche. E tante ragazze seminude con corpetti di pizzo e gonnelline, eroine sexy degli anime giapponesi. Fantastiche! Ma non avranno freddo? Sembra un vero e prorpio carnevale. Parrucche, trucco pesante, effetti scenici anche macabri, lenti a contatto che fanno occhi da gatto, o da vampiro. Ci troviamo spaesate, Wilma ed io. Proiettate in un mondo che ci è totalmente estraneo. E incomprensibile. Questi strani e appariscenti personaggi, che appaiono noti a tutti gli altri, per noi sono assolutamente sconosciuti. Ma finalmente Wilma vede qualcosa che le appare familiare, che le ricorda i cartoni della nostra infanzia. Finalmente! Quel ragazzo con il cappello di paglia non può che essere Sampei, il piccolo pescatore, sostiene trionfante. Ed invece scopriamo che è Rubber, il famoso pirata con il potere di allungarsi di One Piece. Famoso! Certo non per noi. Prima di rientrare a casa, comunque, finiamo per incontrare qualcuno che conosciamo: è Alice con Stregatto e Il Cappellaio Matto. Sembra proprio lei, ma non potrei giurarci. La manifestazione è talmente grande ed estesa che non riusciamo a visitare tutti gli stands, nè a vedere le varie mostre. Torno a casa con la sensazione che siano tante le cose che mi sfuggono su questo mondo che oggi mi si è appena dischiuso. E con la consapevolezza di non avere adeguati strumenti per comprenderlo. E, a pensarci bene, di non averne forse neanche tanta voglia farlo.

venerdì 29 ottobre 2010

Non voglio il libro di Berlusconi

Nome: Wilma Cognome: Flinstone Indirizzo Email: wilma@flinstone.it Oggetto: Non voglio il libro "Due anni di governo". Testo: Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On.Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", desidero comunicarVi che non desidero riceverlo, essendo un mio diritto in base al Decreto legislativo 30 giugno 2003, n.196, Codice in materia di protezione dei dati personali, nella fattispecie articolo 7 comma 4b. Chiedo che la spesa relativa che si risparmierà , venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero della Sanità.
Ringraziando per l'attenzione,porgo distinti saluti.
FIRMA
Wilma Flinstone

lunedì 18 ottobre 2010

SCIOPERO GENERALE IN FRANCIA

La manifestazione di sabato della FIOM si è svolta tranquillamente, senza scontri, senza vetrine spaccate, auto in fiamme, cassonetti rovesciati. Una marea di gente, armata solo di bandiere e fischietti, ha sfilato pacificamente per le strade del centro di Roma. Nonostante le previsioni meteorologiche, nessun temporale a rovinare la festa: solo qualche gocciolina innocua, un venticello intrepido a far sventolare le bandiere e, per chiudere, un bel tramonto arancio e benaugurante. In effetti, gli stranieri c'erano, come gli immigrati di Rosarno, i raccoglitori di pomodori di aziende agricole del meridione, le ragazze rom che ballavano sul palco, gli operai extracomunitari di certe fabbriche del nord est. Infiltrati però non erano. Ma pacifici manifestanti venuti a chiedere lavoro, diritti, dignità, sicurezza. Proprio come i lavoratori italiani di Eutelia, gli operai di Melfi, i cassaintegrati della Vinyls, i precari della scuola, i metalmeccanici di Pomigliano. Impossibili qui le distinzioni; ci avvicina e ci accomuna un'unica sofferenza. La precarietà, la mancanza di sicurezza sul lavoro, la paura della disoccupazione per chi ha ancora un lavoro, la difficoltà a trovalo per chi non ce l'ha mai avuto o l'ha appena perduto. Il corteo è variegato, colorato e rumoroso. Ma non c'è violenza. Persino la rabbia appare contenuta. E allora è evidente che i violenti sono altri. La violenza è altrove. La violenza è nell'indifferenza della politica incapace di ascoltare, comprendere, accogliere questa sofferenza. Incapace di dare risposte. La violenza è nella ostilità del ministro Sacconi che minimizza e si schiera con l'impresa. La violenza è nella prudenza di Bersani che decide di non esserci. La violenza è nell'oscuramento dei media. La violenza è nei sospetti del ministro Maroni che paventa violenze e scontri feroci. E' in quella subdola, allusiva preoccupazione che ci fa apparire tutti quanti dei pericolosi terroristi. La violenza è nel ricatto di Marchionne che scambia il lavoro con i diritti. E nell'accordo sciagurato di Bonanni che cede al ricatto. La violenza è nella superficialità del ministro Tremonti che prospetta la sicurezza sul lavoro come un'inutile lusso che non possiamo più permetterci. Che le imprese non possono permettersi. La violenza è nell'oblio di quei morti sul lavoro, mai ricordati, mai rimpianti. La violenza è in questa assenza di prospettive, di speranza, di futuro. E' questa rassegnazione al peggio.
La violenza è altrove. Ma non verrà smascherata.
*Cosa c'entra la Francia cui è dedicato il titolo, direte voi? Non c'entra, infatti. Ma i nostri telegiornali, così bravi a censurare le quotidiane proteste italiane, gli dedicano molto spazio da diversi giorni. Chissà... forse le proteste altrui fanno meno paura.

domenica 17 ottobre 2010

UN ABBRACCIO

Ogni mattina, prima di arrivare in ufficio, accompagno l'Adolescente a scuola in un Comune vicino. Per evitare il traffico cittadino percorro una strada di montagna, alternativa e comoda, seppur piena di curve. Apprezzo iniziare la giornata così. Mi riempio gli occhi di verde, godo della vista della città dall'alto, mi rilasso ad osservare gli alberi secolari. Purtroppo, negli anni, l'uomo ha cominciato la sua invasione selvaggia anche qui: costruzioni imponenti nascono all'improvviso, si parano davanti agli occhi come bambini che giocano a nascondino e si materializzano, beffardi, senza avvertire. Le case esistenti si allargano, i muretti di cinta si allungano, gli alberi vengono diradati per far posto al cemento. Da alcune settimane, giorno dopo giorno assisto, impotente, alla lenta preparazione di un grande campo. Viene pulito con cura. Preparato ad un nuovo utilizzo. Tremo, guardando la metamorfosi; immagino il seguito. Ogni mattino butto il mio sguardo a quel bel pezzo di verde e lo saluto, solidale, empatica, già consolandolo per ciò che presagisco dovrà subire. Un'assenza di qualche giorno, una mattina, mi pone di fronte alla più sconcertante e gradita delle sorprese: il campo è invaso da tante piccole piante d'ulivo. Un uliveto! Stavano preparando il terreno per accogliere pianticelle d'ulivo, non più alte di un bambino il primo giorno di scuola. Sorrido di commozione! Come sono belle. Un quadro di Monet. La speranza mi invade; nei miei pensieri trovano spazio diecimila raggi di sole. Mi sento bene, come dopo un abbraccio.

venerdì 15 ottobre 2010

LAVORATORI DI TUTTO IL MONDO...

Questa storia della crisi mi è venuta a noia. Prima non c'era, c'erano solo i catastrofisti che portavano sfiga, poi in Europa c'era ma da noi no, poi era già passata, poi c'era un pochino ma noi meglio di tutti la stavamo superando, poi l'avremmo superata bene se non fosse stato per la Grecia, poi pure la Spagna ma noi no, poi....
Ora nessuno dice più che la crisi non c'è. Si sono accorti che la crisi economica fornisce un utilissimo pretesto per mettere in discussione quei diritti che i lavoratori si sono conquistati in anni ed anni di lotte sindacali. Eccolo il subdolo ricatto: se volete lavorare dovete accettare queste condizioni. Sennò chiudiamo, licenziamo, delocalizziamo la fabbrica. E voi restate senza lavoro. Di fronte a questa prospettiva quanti onestamente possono rifiutarsi?
Ho sempre creduto che la storia umana seguisse un corso progressivo, ci portasse cioè verso condizioni migliori, che la modernità significasse stare tutti meglio. Così del resto era stato nel corso del Novecento. Pare invece che oggi la storia abbia invertito la marcia e stia procedendo all'indietro, verso condizioni lavorative di sfruttamento, di negazione dei diritti, di precarizzazione, di minore sicurezza, di ricatto morale. E ci vogliono far credere che ciò sia inevitabile. Perchè i cinesi producono di più e costano assai meno, e così anche i rumeni, i polacchi e chissà quanti altri lavoratori nel mondo. E allora ci chiedono di rivedere i nostri contratti di lavoro, renderli più flessibili, adattarli alle condizioni imposte dal nuovo modello di sviluppo economico. O chiudere. Questa è la soluzione di Marchionne. Di Sacconi. Di Bonanni. E di molti altri economisti e politici che non hanno mai lavorato alla catena di montaggio. Bravi! Ecco perchè guadagnate così tanto. Per trovare soluzioni geniali come questa. Che gravano brutalmente sulla pelle degli altri. Dei lavoratori italiani.
Quanto violenza c'è nel grido di Bonanni che vuole una, cento, mille, Pomigliano!
Quanto è lecito sacrificare, in diritti, in sicurezza, in libertà sindacale, in nome del lavoro?
Eccolo l'accordo di Pomigliano che Bonanni vagheggia come miracoloso:
  • turni di 8 ore con pausa mensa alla fine del turno di mezz'ora. (si lavora alla catena per 7 ore e mezzo consecutive!);
  • pause ridotte: tre di 10 minuti (o la pipì o il caffè, perchè per entrambi non c'è il tempo);
  • straordinari obbligatori di 120 ore l'anno, estendibili per esigenze produttive a 200 ore annue (ben 5 settimane all'anno!!!);
  • formazione obbligatoria non pagata e con trasferimenti a carico del dipendente. Una maggiore formazione se pure costosa per il dipendente non porterà a un aumento di stipendio;
  • la produzione è estesa su sei giorni la settimana, si lavora fino alla notte del sabato.
  • possibilità di licenziare per l'Azienda qualora un dipendente non rispetti il Patto.

Dell'impegno di Fiat di investire milioni per la produzione della Panda, nel contratto non c'è scritto nulla. Forse basta la parola? C'è scritto invece che l'Azienda farà ricorso alla cassa integrazione per due anni durante la ristrutturazione dell'impianto.

Bravo Bonanni hai di che essere orgoglioso!

Ed intanto la Ducati, per aumentare la produttività, si appresta a togliere agli operai i 5 minuti tradizionalemente concessi per lavarsi le mani (attività impegnativa e non semplice a causa degli olii usati). 5 minuti!

Comunque io non ci sto! Son convinta che piuttosto che importare noi modelli di produzione basati sullo sfruttamento sia necessario esportare il nostro modo di dare dignità al lavoro e sicurezza ai lavoratori. I nostri diritti sono a rischio se non diverranno i diritti di tutti i lavoratori di tutto il mondo.

Quanta strada c'è da fare!

Io sto con FIOM e domani sarò in piazza!

mercoledì 13 ottobre 2010

Chiedo scusa alle puttane

E' da tanto che vorrei scrivere. Perchè scrivere innanzitutto mi scarica, mi gratifica, mi chiarifica a me stessa. E allora mi indago, sondo per trovare qualcosa su cui scrivere, di piacevole, o di divertente, o magari di profondo...ma non trovo che pensieri pesanti, amari, gonfi di sconforto. Pensieri che intristiscono, che avvelenano la vita. Pensieri che non vorrei aver pensato. Che scorrono noiosi attorno a figure, a immagini, a frasi ascoltate, a dischiarazioni fatte, e lì si incagliano.
Penso a B. che sporgendosi da una scrivania istituzionale afferma, sconfessando impudicamente se stesso, di non aver mai voluto le elezioni e di temere una crisi della maggioranza che potrebbe portare ad un governo tecnico. Del resto, aggiunge, (cito a memoria ma non credo di sbagliare) sono disponibili almeno una sessantina di posti ministeriali e facilmente con ciò si potrebbe convincere qualcuno del PDL. Deputati e Senatori eletti nelle liste del suo partito trattati come sgualdrinelle pronte a vendersi al maggior offerente. E non mi risulta che nessuno si sia risentito. Poveretto! Riesce a circondarsi solo di puttane!
Poi penso al PD. Rivedo Letta (Enrico, non Gianni) alzarsi di fronte alla folla che fischia e dire noi non siamo questi! Penso a Follini che rincara: noi non dobbiamo essere quelli che fischiano, nè quelli che ospitano chi fischia! Penso all'ipocrisia di chi impone un dialogo forzato con l'altra parte e non riesce più ad ascoltare, a capire, a riconoscere la propria gente. Quanta cecità in quel prendere frettolosamente le distanze! Quanta mancanza di senso politico nel non chiedersi le ragioni di tale dissenzo nel non vedere l'origine di così tanta rabbia. Quelli che fischiavano, cari dirigenti di partito, erano la vostra gente, e voi non li avete riconosciuti! Distanti anni luce.
Poi penso al Giornale. Penso alle minacce, no al cazzeggio, di certi giornalisti. Per capire provo a pensare se, telefonando ad un vecchio amico e dicendogli: da domani te la dò, lui sarà in grado di arguire che sto scherzando. O domani me lo ritroverò, invece, sotto casa tutto profumato e pronto? No, son certa che il mio caro amico capirà che sto scherzando perchè, conoscendomi bene, sa che non sono solita darla in giro a destra e manca. Sa che non l'ho mai fatto. Sa che non fa parte del mio modo di agire. In quanto al Giornale, forse, la dà via troppo facilmente e allora può esser frainteso...
Penso anche a Feltri. Ci ho pensato spesso con rabbia, con sdegno, con repulsione. Ultimamente però mi trovo a pensare che forse lo dovrò ringraziare. A pensarci bene ha fatto di più lui in pochi mesi contro B. che l'opposizione in 16 anni. Ha minato definitivamente i già precari rapporti con l'ex moglie Veronica pubblicando foto della signora senza veli e accusandola di avere un amante, ha incrinato il già difficile rapporto con il Vaticano massacrando a colpi di scoop fasulli l'anonimo direttore di Avvenire, è stato decisivo nel causare la rottura definitiva con l'alleato di sempre Fini ed infine gli ha alienato le già scarze simpatie di confindutria con le minacce alla Marcegaglia. Isolato come ora B non c'è mai stato e tutto per merito di Feltri e del suo Giornale. Troppo stupido o troppo furbo quel Feltri? Chissà... Intanto per questo massacro ha ricevuto compensi inimmaginabili ai più. B avrebbe dovuto capirlo, dopo la D'Addario, che le puttane non sono tutte uguali!
Pensieri pesanti, l'ho detto. Inutili, fastidiosi, irriverenti. Pure un po' volgari. Pensieri da gettarsi alle spalle sperando di averne di migliori.

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!
L'Italia è sull'orlo del precipizio, ci aspettano mesi di tagli e manovre "lacrime e sangue", l'opposizione è inesistente e Mario Monti non è il nostro eroe ma almeno...BERLUSCONI SI E' DIMESSO!!!

SE NON ORA QUANDO?

SE NON ORA QUANDO?
FIRENZE, 13 FEBBRAIO 2011.