FRANCESCO MUSANTE

FRANCESCO MUSANTE
UNA ROSA LA LUNA E LA NOTTE INTERA PER PENSARE A TE

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole. Betty Hinman

martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale a tutt...

Buon Natale  a tutt..
No, sarà, ma a me questo buon Natale a tutti proprio non piace!
Questa storia che a Natale bisogna essere tutti più buoni..no!
Che ci si incontra per la strada e dopo essersi ignorati un anno, ci si augura buon Natale..no!
No, a Natale non mi troverete più buona.
A Natale troverete la Samantha di sempre: quella che ha un pensiero per gli amici, uno speciale per le care Amiche, un augurio  per chi conosco poco ma mi suggerisce simpatia, un altro per chi stimo da sempre, uno particolare a chi so che mi apprezza.
 Un abbraccio alle colleghe, ai familiari e al parente ritrovato. Un bacio e un augurio sincero ai bimbi che ogni giorno ho vicino a me.
Cari auguri a chi sta al di là dello schermo e la rete mi ha fatto incontrare.
A coloro che avrebbero bisogno di vivere un Natale più sereno, in salute e pace, a tutti loro i miei pensieri e auguri più cari, sempre..




Un pensiero di auguri fugaci a chi sa provocarmi quel brivido...

Ma per coloro che mi hanno ferito,  per cui non provo stima,  per quelli che si son dimostrati volgari, ignoranti, insensibili .. bè  per costoro no, niente auguri, niente buon Natale. 
Semplicemente niente.

Samantha non porta rancore.
 Almeno una volta era così. Sarà che gli anni passano e si cambia..sarà che quella storia in cui sono stata coinvolta è capitata in un periodo di fragilità... Non lo so.
Ma state certi che se Samantha  dovesse incontrare per  strada le due tipe.. altro che auguri, quelle vedono si, ma i botti di fine anno anticipato!!!

Ma dal momento che voglio sfoderare  il mio splendido sorriso il più possibile e guardare al nuovo anno pensando positivo.. una volta consegnati tutti questi auguri, scapperò a  regalarmi  quel brivido!
Quindi..via, fatemi andare!!   

                           Buon Natale, solo per voi..
                                               Vostra Samantha.

venerdì 21 dicembre 2012

LA NORMALITA' DELLA VIOLENZA

Ha dieci anni appena compiuti ed ha picchiato sua nonna.
Ha dieci anni da pochi giorni, diverse ferite ancora fresche, subito un lutto e un abbandono. Ed ha picchiato sua nonna. 
Scrive poesie per suo padre che è morto. Fa riflessioni profonde; mostra, disinibita, pene, tormenti e disincanto. Ti stupisce e ti commuove. Ma non c'è niente da fare: ieri sera ha picchiato sua nonna. 
E' sensibile, intelligente e piuttosto polemica. Legge di nascosto i libri di sua sorella, se ne vanta con i compagni e non vede l'ora di andare in prima media. Se sorride mostra al mondo due fossette di bambina sulle guance paffute. Ma sua nonna, lei...l'ha picchiata. 
Ed io ho paura.
Con me lo nega. Minimizza, spiega, ritratta, si giustifica
Ti circuisce. Come un'adulta. 
Solo dieci anni e già mente come una donna. Con la stessa convinzione, la medesima risolutezza, con una competenza da esperta navigata. 
Ma io lo so: ha picchiato sua nonna. Ed ho una fottuta paura. 
Paura che sia troppo tardi per lei, che non sia possibile tornare indietro, che sia tardi per rimediare. Paura che io, forse, sapevo o per lo meno sospettavo, che avrei dovuto,... potuto,... ed invece... Ed ora, forse, è tardi... 
La guardo. La ascolto. E mi sembra di vederla per la prima volta. 
E' tale la sua ostinazione nel mentire che, paradossalmente, d'improvviso, mi rivela, cruda ed insopportabile, la verità. Perché quante menzogne deve aver subito una bambina per diventare così brava a mentire? Quante prepotenze deve aver sofferto per trasformarsi, a sua volta, in una bambina prepotente? Quante violenze ci vogliono per insegnare la violenza? 
D'improvviso la verità che non volevo vedere, che avevo sospettato ma ricacciato in fondo all'anima, mi viene sbattuta in faccia. E fa male. E fa paura. 
Perché io avrei dovuto capire. Ed invece mi preoccupavo se avesse imparato o no le tabelline. E non vedevo in quale ambiguità ed ipocrisia vivesse. Io avrei dovuto sospettare. Ed invece mi assicuravo che capisse le equivalenze ed il sistema metrico decimale. Ed intanto, a casa imparava che la violenza può essere giustificata e compresa, che la prepotenza è normale, che le parole possono nascondere e spiegare umiliazioni e maltrattamenti. Che l'amore può essere anche questo. A scuola la normalità delle quattro operazioni, delle regole semplici e dell'"alzate la mano per parlare", a casa tutto un mondo di brutalità quotidiane e falsità per nasconderlo. 
E ieri lei ha picchiato sua nonna. E sua nonna, lo so, lo negherà. Per quell'abitudine familiare perversa a difendere sempre e comunque figli e nipoti nel timore del giudizio degli altri. Che non possono capire. Che non debbono sapere. Nella convinzione malata che quanto accaduto sia stato un caso, un incidente, qualcosa che non capiterà di nuovo. Come milioni di altre volte. 
Ma accadrà di nuovo. E non sarà l'ultima volta. 

venerdì 16 novembre 2012

SABATO NOTTE...

E' un sabato sera come gli altri di una giornata autunnale. Pioviggina, le previsioni hanno messo temporali, ma non da noi, nella regione vicina. Sono stanca, mi sdraio sul divano; Fred è accanto a me. L'Adolescente va in    Centro, in un locale dove, stasera, c'è un concerto. L'Ex-Piccolo è dalla cuginetta. Serata uggiosa, poco degna di essere ricordata. Sonnecchio, mi sveglio, a intervalli. Sento che la pioggia è aumentata. Dopo poco piove sempre più forte, ma non mi dispiace affatto, mi concilia il sonno. Sento Fred che chiama l'Adolescente al cellulare: gli dice di rientrare prima, visto il maltempo; l'Adolescente non condivide, Fred alza la voce: sento, vagamente, che rifiuta l'accusa di essere ansioso, che ribatte che non gliene frega niente del concerto e del biglietto pagato, che piove a dirotto e deve venire a casa. In effetti il rumore della pioggia arriva sempre più imperioso e, lontano, si sente una specie di boato ululante, continuo, come un lupo braccato, un treno che scorre, scorre. Dev'essere il canale, che si sta ingrossando, ma niente di grave. Che calduccio sotto il plaid, com'è comodo il divano, perchè Fred si preoccupa sempre? Poco prima delle tre, come già convenuto, usciamo per andare a prendere il ribelle impunito. Che pioggia, che buio: ma chi ce lo fa fare? Se me l'avessero detto...Ma che direbbe mio padre di questa sudditanza ai figli? C'è gente fuori casa, alle finestre, si sente un rumore...Saliamo in macchina; che freddo, che sonno. Fred ingrana la retromarcia e percorre la stradina privata per immettersi nella strada principale; all'imbocco della via la macchina non risponde ai comandi, fa resistenza, come frenata. Cosa è successo? Forse abbiamo investito una bestiola, con quest'acqua che scende continua? Ci giriamo per capire: siamo immersi in un fiume di acqua, fango, detriti. E' il panico, lo sgomento. Non possiamo nè procedere nè tornare indietro. Siamo in balia delle onde. Indescrivibile scenario: la strada principale è un torrente d'acqua. Ma come può essere successo? Quando? La stradina privata era percorribile, non potevamo immaginare che a pochi metri ci fosse tutto questo sfacelo. Sono sopraffatta dalla paura, dal senso di impotenza. Penso a mio figlio, ai rischi che sta correndo, all'impossibilità, forse, di raggiungerlo. Lo chiamo al cellulare: non risponde più. Procediamo, non so come. C'è gente, sui balconi, che ci esorta a non proseguire, ci urla che la strada è interrotta. Non ricordo le parole precise che ci scambiamo io e Fred; piango, forse, penso solo alla nostra destinazione, che dobbiamo raggiungere, costi quel che costi. C'è nostro figlio là, e noi dobbiamo andare. Poi quando arrivo lo ammazzo, ma devo andare. Un viaggio di pochi chilometri diventa un'odissea, un ricordo angoscioso e, probabilmente, poco realistico per chi non ha vissuto l'alluvione di sabato notte. Procediamo tra le strade allagate e piene di tutto; ci sono macchine abbandonate in mezzo alla via, pezzi d'albero, fango, fango, fango.Avvicinandoci al Centro la situazione migliora. Lui è in piedi sotto una pensilina, ignaro, insieme agli amici. Recupero i mille anni persi nel viaggio, solo a vederlo. Incosciente, spavaldo,viziato. Ritorniamo a casa, percorrendo strade improbabili, facendo slalom tra i resti, le macerie, la melma. Non cessa di piovere un attimo. Si spaventa anche lui; siamo molto vicini, preoccupati solo del momento. Il tempo si annulla. Arriviamo a casa; la macchina abbandonata in un posto sicuro, poco distante. Piove un pò meno.Siamo stremati; ce l'abbiamo fatta. Siamo salvi. Bagnati, sporchi, ma salvi. Cerchiamo, finalmente, di capire cosa è successo. Alziamo il mento verso il cielo. E lì c'è la scoperta: la collina, la meravigliosa collina sopra casa nostra, quella che anche di notte emana una luce speciale, il vigneto meta di tante scorribande, prima di me bambina, poi dei miei figli, è miseramente crollato, come un castello di sabbia, come il gioco di un bambino, come un sinistro presagio. E' troppo triste parlare di tutte le tragiche situazioni a cui ho assistito, alle case distrutte, alle perdite subite. Mi sono sentita, ancora una volta, troppo fortunata, senza alcun merito. Perchè quella povera gente è stata così colpita e io no? L'iniquità umana è troppo profonda per essere compresa, forse non ha spiegazioni. A noi lo sforzo per tentare di creare un equilibrio laddove è mancante: i mei figli con in mano la pala, che han risposto al richiamo del sindaco, sono la speranza che quella strada si possa percorrere...

domenica 11 novembre 2012

Samantha, questo e..molto altro.


Giornata festiva. 
Samantha ai fornelli, pranzo in famiglia: lasagne e altre cose buone.
 Poi il divano rosso e un bel film da vedere con Zorro, i ragazzi fuori con gli amici, un pomeriggio tutto per noi!Il film con il suo ritmo incalzante ci tiene incollati allo schermo. Fino a che..il suono del citofono lungo e impertinente ci riporta alla realtà. Di là la voce perentoria di mio padre: "vieni subito!"
Scendo le scale a due a due e risalgo la rampa che porta all'appartamento dei miei con il cuore che batte forte e il fiato rotto.
Entro in casa, loro in piedi che mi guardano.
Allora penso che se sono lì e  stanno bene è delle cose che stanno per dirmi che dovrò preoccuparmi.
Penso ad una disgrazia, hanno ricevuto una telefonata, qualcosa di grave è accaduto e stanno per dirmelo. Frazioni di secondo, istanti interminabili. Li guardo spaventata, mi siedo, loro ancora in piedi che mi fissano e io che con tono incalzante quasi grido: "Cosa è successo? Cosa c'è?!". Mio padre mi guarda, scuote la testa, mia madre con le braccia conserte, l'aria smarrita, gli occhi stranamente spalancati  in cerca di risposte, mi dice pacata: "mah.. e te che ci fai qui? Come mai sei venuta? mah.. il babbo dice che non ricordo cosa ho mangiato a pranzo!". Poi inizia a "vagare" per la casa: "C'è una pentola sul fuoco.. chi ce l'ha messa..?! Ce l'hai messa te Sam?...."

Respiro, con voce calma le dico di sedersi che parliamo un pò.  Mio padre, quasi sottovoce e con un'insolita pacatezza mi spiega..  la mamma era sul letto a leggere un libro e ad un tratto  non si ricorda più che giorno é, cosa ha mangiato ed è preoccupata per la pentola sul fornello.
Seguono quaranta minuti in cui cerco di convincerla ad andare al pronto soccorso. Lei non vuole, sta bene dice, che ci va a fare? Ripete 4 o 5 volte la solita frase come una litania. Io e mio padre ci guardiamo ancora più preoccupati. Esco sul terrazzo per non spaventarla, chiamo il 118, il medico conferma ciò che temo: la situazione è preoccupante, una tac immediata è necessaria. Parlo con mia sorella che al momento non può raggiungerci. Poi  con Wilma per avere indicazioni sul pronto soccorso che è quello della loro città e  sento Miranda. 
Non sono sola. Posso sempre contare su di loro. Le parole di Wilma mi spingono a non indugiare, quelle di Miranda mi sostengono. Non ho dubbi, decido per lei e andiamo. Mio padre mi sostiene e dice alla mamma di ascoltarmi.

Al pronto soccorso veniamo subiti accolti. Quello del paese di Wilma è un ospedale dove per fortuna non regna il caos,  accoglienza ed affidabilità sono ancora  prerogative di una sanità buona.. almeno a me così sembra e  mi piace pensarlo.
Seguono gli accertamenti e pian piano la mamma torna a riprendersi un pezzettino di sè. Torna a vestire i panni della prof, della donna di cultura che conosco, altro che quella  vecchietta impaurita, confusa e stranulata di poche ore prima. (ma chi era quella lì?!) 
I giorni seguenti un lento ritorno alla normalità. Dai risultati non emerge una situazione preoccupante, un notevole innalzamento della pressione potrebbe avere causato quello stato confusionale. A sentir lei sembra che abbiamo esagerato, siamo voluti andare al pronto soccorso per forza  solo perchè non ricordava cosa avesse mangiato a pranzo..uno sbandamento di dieci minuti...!
E' no mamma, le cose non sono andate così!Ma non posso spiegarti oltre, perchè hai bisogno di essere rassicurata, di sentirti dire che è tutto a posto e che se gli esami sono nella norma allora.. tutto è passato. 
Penso a lei, a chi avevo davanti. E penso a me. In quei due giorni non le ho dato un bacio, non un abbraccio, noi che siamo solite ad un rapporto molto stretto, intimo e confidenziale. Mi chiedo il perchè.. bisogno di mantere una certa razionalità e lucidità d'agire? Paura? Paura della vecchietta che mi son ritrovata davanti? Non lo so..  vado da lei e l'abbraccio forte.

Samantha è questo. Samantha è questo e molto altro.
Samantha si prepara, infila i pantaloni neri che indossa come una guaina, la canotta trasparente, le scarpe nuove, quelle con il tacco mozzafiato. Parola d'ordine: dark e grintosa! Si, mi guardo e mi piaccio. Ho proprio bisogno di leggerezza stasera.
Samantha è pronta ed esce con un gruppo di amiche. Sale in macchina, viene accolta con fischi di approvazione (sennò a che servono le amiche? ; ) Lei le ferma: "un momento! Devo dirvi cosa è accaduto questi giorni"
Le amiche ascoltano con il fiato sospeso.. 

Adesso basta, siamo pronte.. via, solo chiacchiere e risate!!
La serata scorre così, non smetto di ballare. Beviamo, balliamo. Salta fuori anche un fantasma del passato.. Lui: "tu qui? Saranno passati dieci anni.." Sam: "E tu non hai mai avuto il coraggio di farti avanti!"  "Sei bella.."  
Tempo scaduto. 
Dieci anni forse son troppi anche per Samantha. 
Continuiamo a ballare e scatenarci.
Torno a casa ad un'ora indecente, le amiche mi accompagnano ( non mi sembra il caso  farsi ritirare la patente a quarant'anni suonati..!)  Ho un pò esagerato.
 Zorro per qualche giorno tiene il broncio e mi fa pesare la situazione. Poi rompe il silenzio e mi chiede: " Ma cosa ci facevi a letto con la rosa in bocca ?!"
 Segue una Sam imbarazzata..quella rosa proprio non la ricordava..!
Samantha è anche questo.
Sam pensa che fortunatamente è molto più brava quando esagera veramente e nessuno il giorno dopo se ne accorge. E quel che  resta è solo una Sam allegra, bella e determinata. 

PS: al fantasma del passato  ho lasciato il mio numero, giusto per dargli una seconda possibilità... non mi ha cercata. Mi sa che ho esagerato davvero e quella sera ero troppo.. dark!!

                                                                                               Vostra Samantha

venerdì 26 ottobre 2012

"PER QUANTO VOI VI CREDIATE ASSOLTI SIETE PER SEMPRE COINVOLTI..."

E se credete ora

che tutto sia come prima
perché avete votato 
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
F. De Andrè

"Allora, hai festeggiato ieri sera?"
Guardo perplessa la mia collega, che, nonostante sia da sempre di destra, sorride perché Berlusconi, mi dice, ha annunciato il ritiro. No, non ho festeggiato. Come avrei potuto di fronte a quello che resta dopo B? Di fronte ad un Paese allo sbando, che persevera nel fare scelte sbagliare, che si ostina immemore a ripetere sempre gli stessi errori? Con un Paese screditato, senza capacità di riscossa, senza più entusiasmo, speranza, fiducia? Senza nemmeno più rabbia. Un Paese, forse, già morto. 
Come avrei potuto festeggiare davanti a quell'imbarazzante, penoso omino di cartapesta, comparso ieri sera, in un video così sgranato da far pensare che abbiano sostituito direttamente con un calzino di spugna, la calza di nylon sulla telecamera che vent'anni fa ne annunciava la discesa in campo per difendere l'Italia dai comunisti? 
A vederlo, così patetico e grottesco, col cerone da stucco ed i capelli improbabili, mi sono sentita come deve essersi sentito il bambino della fiaba di fronte alla nudità dell'Imperatore. Stupore per una verità palese a tutti ma da tutti dissimulata. 
Il re è nudo! Un pagliaccio invecchiato male, per niente credibile, e drammaticamente ridicolo. Sotto gli occhi del mondo, innegabile, la vacuità inconsistente del suo essere, la dannata paura del tempo che passa, l'eccessiva vanità, la sua superficialità irresponsabile
Il re è nudo! Ma con lui siamo nudi tutti noi, che per vent'anni gli abbiamo dato fiducia, credibilità, ammirazione, gli abbiamo affidato il Paese. La sua nudità è la nostra; la sua bassezza è la nostra. Svelati i meschini autoinganni, è messa a nudo ogni nostra debolezza: l'incapacità di ricordare e di imparare dal passato, l'irresponsabilità che mettiamo nel fare scelte essenziali, la superficialità, la tenace pusillanimità, il qualunquismo, lo scarso senso della vergogna. Siamo tutti coinvolti. Colpevoli dell'inettitudine, dell'inefficacia, della scarsa convinzione con cui ci siamo opposti a questo sfacelo. E' anche nostra la colpa di tutto questo. Anche se ci sentiamo assolti... siamo per sempre coinvolti.

Domani andrò a manifestare a Roma. 
Anche se mi han detto che non servirà a cambiare le cose. 
Anche se dubito che servirà a cambiare le cose. 
Quel che so però è che restare a casa, comodi sul divano non servirà di certo a cambiare le cose. 
Anzi in quel caso si corre pure il rischio di essere fraintesi. 
Di passare magari per conniventi o addirittura per complici. 
E questo di fronte a mio figlio non posso permetterlo. 

domenica 23 settembre 2012

SESSO, SESSO, SESSO....

Metti che una domenica mattina ti sei addormentata alle tre e mezzo, non per una nottata brava, ma per aspettare il diciassettenne che è andato in discoteca e lo vuoi vedere come rientra: occhi, capelli e gambe...
Metti che hai deciso di non far suonare la sveglia e ti sei baciata da sola per essertene ricordata...
Metti che fatichi a prendere sonno perchè, nell'attesa, hai mangiato, nell'ordine: crackers, una fetta biscottata con la marmellata, ma quella fatta in casa, un ghiacciolo ("è rimasto l'ultimo, almeno uno lo mangio!"), cinque polo e un bicchiere di latte, ma solo perchè in casa non c'era altro...
Metti che alle cinque e mezzo tuo marito si alza per andare al lavoro e ti dà un bacetto che senti appena e gioisci perchè sai che a te restano ancora mille ore da restare sotto le coperte e riposare, riposare... (l'amore, si sa, si alimenta di piccoli egoismi personali!)...
Metti che il Neo-Preadolescente ha deciso di non fare l'uscita con gli scout, dopo mille tentennamenti, perchè ha scelto un altro programma per la giornata e tu, pensando a quello che evitava a te (pranzo al sacco, levataccia, accompagnamento, bamboleggiamento delle altre mamme...), non ci hai messo bocca ed hai solo invitato l'Autonomo-Munito di cellulare-Che non è mica più un bambino- a telefonare per informare che non andrà e Lui ti ha risposto spavaldo:"Già fatto!"...
Metti che alle otto ti suona il cellulare e tu lo ignori ma quello suona-suona-suona...
Metti che alla fine ti decidi a prenderlo e lo guardi,  e ti compare un numero non registrato in rubrica, che chissà cosa è successo e chi ti chiama...
Metti che ti dai per vinta e rispondi...
Metti che dall'altra parte c'è la Responsabile di Pattuglia che ti informa, pimpante e sveglia, molto sveglia, che l'uscita è annullata e che te lo voleva dire subito per evitare di farti fare le cose in fretta, inutilmente...
Metti che devi anche ringraziarla e non le chiedi che ...zzo di telefono sta usando, che tanto non ti cambia proprio niente, ma così, per curiosità...
Metti che tutto questo è successo, ma non ti viene proprio una gran voglia di FARE UNA STRAGE???
Invece ti alzi, ormai sveglia e disturbata, con il post-cena che balla dentro lo stomaco e il pensiero che avevi messo da parte, giusto poche ore prima, torna prepotente e invadente.
Sono giorni, in effetti, che penso al sesso. Sono successe "cose" che mi hanno obbligato a pensare e ripensare a questo mistero che unisce un uomo e una donna, o due uomini o due donne, o più persone e altro...Insomma, il nodo sta proprio tutto lì:non ho nozioni precise sul sesso. Ne parlo, penso di saperne, ma al mio interno è lì come il concetto di spread, di spending review e del vangelo secondo Matteo: se dovessi spiegarlo ad un alieno mi incarterei tempo zero!
In questi giorni ho parlato a lungo, in riunioni massacranti e anche un po' violentemente introspettive, di due quindicenni che, all'interno di una casa famiglia, si sono innamorate. Il dilemma, che ha diviso l'èquipe, era: censura o accoglienza? E giù riflessioni a milioni. Considerazioni che spaccavano il capello. Alla fine solo vuoto, mancanza di strumenti. Ho guardato i membri dell'èquipe ed ho pensato a quanto, ognuno di loro, me compresa, portavamo della nostra personale idea del sesso. Ho ritrovato la mia formazione cattolica e le confessioni davanti al prete, che dovevi guardare negli occhi. Ho risentito il monito delle suore che ci avvertiva che il nostro corpo non doveva essere toccato, neppure da noi stesse. Ho ripercorso la mia ribellione a tali precetti e le prime meravigliose scoperte.
Nello stesso periodo, si è intrecciato a quell'episodio, un'altro più devastante: un nonno è stato trovato a far petting, in una strada appartata, destinata alle coppiette, con la "consenziente" nipotina tredicenne. Da una parte è scattata la parte professionale del mio lavoro, con il Tribunale Minorenni e tutto il resto, dall'altra ha ripreso la sua via, incontrollata, la mia esperienza sessuale e tutto quello che so e non so e che non voglio sapere e i paletti che ho messo e i miei desideri e la mia passionalità, curiosità, apertura.
Poi, a cornice di tutto, una persona per me importante, da tempo mi anticipa che vuole dirmi "una cosa" e che è in pena perchè teme che cambierò la mia opinione e che il nostro rapporto potrà risentirne.
Ieri l'altro, davanti a un caffè, mi confessa che, da anni, frequenta posti per scambisti e che l'ha fatto sia come single che, per un periodo, come coppia. Lo ammetto, il momento che stai vivendo quando ti dicono una cosa è fondamentale. Avevo alle spalle notti insonni a ripensare a quel nonno, a quelle bambine confuse, ai genitori "malati", alla nostra società che, davvero, lascia troppo sole e troppo emarginate le fasce deboli, tanto che, se continuiamo a far tagli alla spesa sociale, poi piangeremo davvero! Come fai a dire quello che pensi se il filo del tuo discorso è impigliato, come in un gomitolo, in nodi e strappi e colori confusi, spesso troppo uguali per distinguerli? Non lo so, amico, non lo so cosa penso di te, oggi. Non è vero che la mia opinione su te  sarà immutata, che mi piaccia o no. A costo di apparir bigotta. La mia identità mi connota, accidenti, anche se non lo vorrei. Credevo di poter crescere e di maturare, studiando, facendo esperienza, leggendo libri e mostrandomi anticonformista. Non è così forse ma, guarda, a me quei "signori" che vanno in un luogo solo per far sesso, mi fanno un pò tristezza. Non lo dico, ti giuro, salendo in cattedra. Te lo dico pensando alla loro infanzia, ai genitori che hanno avuto, alle interruzioni che hanno dovuto subire, alle loro dipendenze, solitudini e ricostruzioni del mondo. Che anch'io ho vissuto, come tutti. Te lo dico perchè questa complessità non la so gestire, mi brucia in mano e mi vien voglia di gettarla via. Ho meno certezze di quando avevo vent'anni. Però so cosa piace a me in relazione a "quell'argomento", e questo è già qualcosa: mi piace il clima che si crea quando tra due persone senti che sta per succedere "qualcosa", mi piace sentire un profumo che mi evoca ricordi o che, semplicemente, mi accartoccia lo stomaco, arrivo a desiderare  un uomo che parla di questioni interessanti o si impegna con passione nel suo lavoro, o  canta o recita e ci mette sè stesso; mi piacciono il corteggiamento, i regali "pensati", destinati solo a me, mi piace l'abbraccio, sentire il corpo dell'altro solo per un attimo, stringere una mano, avere affinità, mangiare insieme e condividere un istante; mi piace la complicità, sentir parlare di sè, avvertire la curiosità dell'altro per il mio mondo.  Ecco perchè faccio fatica a pensare a quello che tu mi racconti e non lo trovo per niente erotico; percepisco solo un gruppo di persone "disagiate", che fanno i conti con le loro mancanze. Questo è il mio limitato confine.

mercoledì 19 settembre 2012

SATURNO CONTRO

Per conto mio i Maya, pur esagerando un po' parlando di fine del mondo, c'avevano azzeccato, perché un anno di merda così non si era mai visto. Anno in cui il mondo mi è crollato addosso ed è iniziato il mio personale viaggio all'inferno. Mi sono ritrovata spaurita, sola, disperata. Perduta. Ho visto cadere uno a uno i miei punti di riferimento principali, venir meno la sicurezza economica e quella affettiva, ho dovuto ridimensionare le mie aspettative, ridurre lo spazio delle mie prospettive, rivedere le mie priorità. Mi sono sentita sospesa nel vuoto e ho temuto alla prima ventata di cadere. E poi la malattia che ha colpito la mia famiglia: mi ha colto impreparata, incapace di reagire, di essere d'aiuto. Ha riportato a galla antiche paure mai del tutto superate. La sofferenza, la perdita, la morte. La rabbia, la frustrazione e il senso d'impotenza per non poter far niente. E poi una delusione d'amore che tuttora non smette di far male. Chi se l'aspettava a quarant'anni suonati? Ho toccato il fondo e ho temuto di non farcela, di non riuscire a rialzarmi. Una terremotata dell'anima, un cumulo di macerie. A volte l'angoscia è stata così opprimente che ho pensato di andarmene, di mollare tutto e di non tornare. Mi sono assentata spesso da me stessa, dalla vita, dal mondo. Pezzi interi di vita vissuta cancellati dalla mia memoria, dalla mia coscienza. Dov'ero in quei momenti? Non so... Ho passato intere notti insonne a fissare il buio, per cadere addormentata nei momenti più insoliti. Ho cucinato pomeriggi interi per accorgermi solo a tavola di non aver preparato niente per me. Sono stata solo corpo, carne, involucro vuoto senza pensieri, emozioni, senza anima. Ho nascosto con cura il mio dolore, la paura, il bisogno di affetto. Ho finto, indossato la maschera del "va tutto bene", pianto di nascosto. Mi sono resa invisibile. Volevo proteggere, credo, chi mi vuole bene dalla distruttività del mio dolore. Ho smesso di essere figlia; mi sono trovata a fare i conti con la fragilità inaspettata di mia madre. Ho smesso di chiedere perché altri avevano maggior bisogno. Era il mio momento di dare e non sempre ne sono stata capace. Isolata nel mio dolore, chiusa nel mio orgoglio, incapace di essere d'aiuto ma anche di chiedere aiuto. 

E' passata? Non ancora, tutti i problemi sono ancora lì, irrisolti. Ci vuole tempo, speranza e molta molta fortuna. Io però sono cambiata, questo anno non mi ha lasciata immutata. Sono invecchiata, indurita, meno fiduciosa. Ma sono anche cresciuta; ho imparato a camminare con le mie gambe, a contare sulle mie sole forze, ho capito finalmente che ora l'adulto responsabile sono io e gli altri fanno affidamento su di me. Mi sono sorpresa più forte di quanto credessi. Ho capito di poter far cose che mai avrei pensato di essere in grado di fare. Ma ho anche scoperto fragilità che non conoscevo, debolezze che non ricordavo. Avevo delle aspettative, le ho dovute ridimensionare. I progetti? li ho rimandati; e le mie certezze non sono più così granitiche. Eppure nonostante tutto, sebbene la strada sia ancora lunga ed in salita, la vita continua a sembrarmi una cosa meravigliosa. Continuo a cercare risposte nei libri, a sorprendermi dei colori delle montagne dopo un acquazzone, a leggere e rileggere incantata la stessa poesia.  
Vorrei solo essere più simpatica e ritrovare la mia ironia. Ma datemi tempo, dai!

domenica 16 settembre 2012

A MIRANDA...

Stamani presto, in spiaggia, per un attimo ho pensato: "inizia l'estate..." e mi son sentita così bene internamente, nel cuore, che ho sperato che la mia parte emotiva non avesse contatti con la parte razionale che ricordava, improvvisamente, che era l'esatto contrario.
Ho raccolto sassolini che mi evocavano oggetti, creazioni, storie; altri che erano semplicemente belli.
Ho passeggiato a lungo, con i piedi nell'acqua, scartando le riflessioni noiose, ingombranti, per far spazio a quelle più colorate: ho preso solo i pensieri celesti, gialli e arancio; per la verità anche qualcuno rosso brillante, molto piacevole.
In questo arcobaleno c'erano le mie amiche Sam e Miranda, che mi fan sentir bella più di quanto lo faccia mia mamma, e il pomeriggio che si prospettava con loro, tra merende e chiacchiere fitte. 
C'erano i progetti di un libro che, forse, scriverò, e una tesi che, lo prometto, al più tardi a marzo la discuto; c'era chi mi vuol bene, chi mi sostiene e mi riempie la vita, indipendentemente dalla vita stessa.
C'era quella strana sensazione di frizzantino, nell'aria, che mi fa godere l'attimo e apprezzare il fatto che, vada come vada, avrò sempre una città da vedere, un fiore da piantare in giardino, un figlio da sostenere, un vestito con lo scollo da indossare, una scarpa con un tacco improbabile, un amico da abbracciare stretto, un amore da vivere, da raccontare, una frase che mi commuove, una discussione che mi accende, qualcuno per cui piangere, qualcun altro da cui farmi consolare e strade nuove, strade a milioni da percorrere sempre, sempre, sempre, instancabilmente...

Ps. questo post lo dedico a Miranda, che non passa un periodo troppo tranquillo, così che fa fatica a vedere che:
-è strafiga anche senza quella telefonata (ci pensiamo se farla o no, tanto la vita non ce la cambia...)
-vive nella Valle Incantata (fanculo la banca!)
-può fare il dito alle sue colleghe della scuola elementare e mostrargli la pagella del figlio (mio nipote) alle medie
-ha trascorso tutta, ma proprio tutta, l'estate in spiaggia (bella la vita eh?)
-ha due tette invidiabili (mi spiace Samantha, lei ci vince!) e gli occhi così azzurri che...
-ha due lauree e un cervello che mette in imbarazzo (dai, Samantha, lo sappiamo che è lei la maestra...)
-saprebbe anche fare le torte e, una volta, faceva delle cenette tutto pesce da urlo (noi siam qua, se fai un fischio veniamo)
-tra noi tre è quella che ha fatto sesso per prima!



lunedì 3 settembre 2012

UNA SOLA, UNICA SFUMATURA DI VERDE PISELLO

Alla fine ho ceduto alla curiosità e l'ho comprato. Francamente avevo sperato di poterlo avere in prestito da qualcuno. Di non doverlo comprare. Ma ero troppo curiosa di sapere cosa conteneva di così appassionante, erotico, sconvolgente il libro più letto di tutti i tempi in Inghilterra: "Cinquanta sfumature di grigio". Evito di commentare la prosa perché sarebbe come sparare sulla croce rossa. La storia è piuttosto semplice e banale; i personaggi, talmente scontati e al tempo stesso improbabili da far venire il voltastomaco, rispecchiano senza sorprese i più triti cliché dei libri rosa. Lui, Christian Grey è bello, giovane, ricco, generoso e persino ecologista e benefattore dell'umanità. Non sto esagerando: col suo lavoro aiuta a combattere la fame nel mondo! Ma non è tutto. Sì, perché ce l'ha pure grosso e "fotte senza pietà"! 
Prevedibilmente si innamora di lui, Anastasia, ingenua, imbranata, bella-senza-saperlo, e naturalmente vergine ed inesperta. Insomma la saga della banalità e degli stereotipi di genere! 
Qualcosa di diverso però c'è nella loro storia d'amore.  Nella sua mega-villa Christian ha una stanza segreta con ogni genere di attrezzature per esperienze sadomaso: fruste, divaricatori, bacchette, ganci, catene, graticole, manette... Ecco chi è davvero Mr. Grey: un maniaco del controllo, un dominatore che vuole una donna sottomessa ed obbediente. E così Anastasia si vede proporre un contratto di tre mesi con il quale dovrebbe acconsentire a varie e diverse pratiche sessuali concordate e dettagliatamente elencate. L'elenco è preciso, puntuale e completo. Dunque erotico come la lista degli esami del sangue. Accetterà? Lo manderà al diavolo come merita? Non lo so, perché, sinceramente, non sono riuscita a finirlo. Questa storia, invece di eccitarmi o almeno sorprendermi mi ha reso stranamente triste. Triste per l'impressione sgradevole che il Sessantotto e gli anni Settanta siano passati invano lasciando noi donne ingabbiate ancora in sogni, aspirazioni, fantasticherie da medioevo. Triste perché trovare noioso ciò che per tutte le altre è erotico ed intrigante mi ha fatto sentire vecchia, anacronistica ed incredibilmente banale. Triste al pensiero che l'umiliazione, le punizioni, la sottomissione vengano ritenute eccitanti. Triste e anche un po' mortificata da questa visione del sesso così tecnica, cinica, circoscrivibile in un contratto che non lascia alcuno spazio all'imprevedibile, al gioco, alla volubilità del desiderio. Triste perché, per alcune pratiche nominate, per capire di cosa si trattava, ebbene sì! mi sono dovuta informare su Google.  Triste perché questo romanzo erotico privo di erotismo ha reso ricca la Signora "50sfumature" che, presto, sarà ancora più ricca con il conseguente,  attesissimo film. Triste per i 30 milioni di copie vendute in tutto il mondo, consapevole che, se non era per me, sarebbero state soltanto 29.999.999, che, francamente, pare proprio tutt'altra cosa. Triste perché da un certo punto di vista cinquanta sfumature sono troppe per me ma, da un altro punto di vista, davvero troppo poche. E, infine, triste, perché, ho tirato via ben 14 euro!
Credo che per sapere come va a finire aspetterò il film... anche se, forse, lo so già...

giovedì 16 agosto 2012

IL CIAO ROSSO


Sei tu in tutto quello che fai; anche in questa storia qui, apparentemente banale, dello scooter.
Coerente a quello che a me sembra un falso sè, una divisa, una "posa"e che, invece, forse, è il tuo vero io. Che mi piaccia o meno.
Hai chiesto di averlo senza insistenze, come un diritto esigibile che sai di poter fruire senza far sforzi.
O forse un pò perchè le richieste pretenziose le fanno "i figli di papà" e tu vuoi prender le distanze da loro. Nel tuo modello di "nero e bianco", ti sei opposto ad un motorino nuovo, che io e tuo padre consideravamo un pò più rassicurante, un pò meno pericoloso, e ne hai scelto uno dismesso, fuori moda, rattoppato, che, forse, ai tuoi occhi, appare meno impegnativo, più ganzo, maggiormente rappresentativo dell'immagine che vuoi dare di te che, di fatto, dai poca importanza a queste cose. 
Ti ho guardato andar via, senza troppa apprensione, con un guizzo nel cuore e pensieri romantici, vergognosamente nostalgici. Mi sono rivista sul "Ciao" rosso, sottratto a mia sorella maggiore, un pò succube, un pò compiacente; quattordici anni a settembre e un'estate intera da riempire zeppa, fino all'orlo. La mia amica del cuore, più fortunata, li aveva già compiuti ad aprile e il motorino, lei che aveva genitori che oggi mi appaiono menefreghisti e che, allora, mi sembravan dei miti, ce l'aveva da allora, celeste fiammante! Andavamo spesso, spessissimo, in due, tra multe e ramanzine dei vigili e minacce miste a prediche di mio padre e mia madre. Potevamo arrivare a far due pieni di miscela in un giorno, correndo fino a Lerici e ritorno. L'anno successivo, o quello seguente, il ragazzo che mi faceva battere il cuore non aveva alcun mezzo ed io mi sentivo una diva ad accompagnarlo a casa: lo facevo guidare e mi stringevo fortissimo a lui, desiderando solo che quei chilometri si allungassero all'infinito. Non ha mai avuto il coraggio neppure di darmi un bacio.
Poi c'è stata la fase di prestarlo a tutti gli amici che ne avevan bisogno: lo lasciavo in centro, dalla nonna di un'amica, che tanto avevo un ragazzo con la macchina, e i miei amici, al bisogno, passavano di lì e l'usavano, poi lo riconsegnavano. Non ricordo problemi, contrattempi o disguidi: ci impegnavano altre questioni, eravamo incoscienti e sprovveduti. O forse solo idealisti, coraggiosi.
A rileggerlo, ora, rivivo anche un pò le emozioni di allora: mi atteggiavo, ma avevo una gran paura del futuro e pensieri, desideri limpidi, forse un pò audaci, come quello di cambiare il mondo e che i comunisti fossero tutti buoni, sinceri, sul giusto.
A ripensarci, ora, mi sembra che ci sia un filo che unisce la mia vita con la tua e che l'andare indietro mi consenta di salire più in alto, come nel movimento del pendolo, di avere più forze, più strumenti, per ascoltar la tua musica e per riconoscerla come mia, che, in sostanza, pur cambiando, son rimasta la stessa. Forse per rispettare un impegno, una promessa, fatta quasi mille anni fa. O meno. Sta di fatto che, per un'emozione, son sempre pronta. 
Ed ho il figlio che merito.

sabato 14 luglio 2012

La ragazza che ero




La ragazza che ero, l'ho persa di vista da tempo
faticherei a riconoscerla, se la incontrassi.

Ne ricordo, con un certo imbarazzo, alcuni tratti:

il razionalismo ottuso, l'orgoglio, il puntiglio
e una tenerezza struggente di cui vergognarsi 
le lacrime facili, gli scoppi d'ira, le risa senza motivo
e una fragilità ben nascosta dietro una maschera d'arroganza.

Incontrandola oggi, troppe cose di lei non mi piacerebbero:

la polemica vana, come difesa l'attacco, 
una certa indolenza, la scarsa tenacia,
l'incapacità di mediare, di fermarsi a pensare,
l'illusione di poter tracciare un confine netto tra bene e male, 
senza riconoscere terre di mezzo, sfumature, zone grige.

La ragazza che ero ha molti debiti nei miei confronti:

i viaggi sempre rimandati, l'inglese che non ha imparato,
i libri che ha letto e quelli che non ha letto,
i sogni a portata di mano preferiti ai sogni impossibili,
le nottate trascorse sui libri in cui dormiva beatamente.

La ragazza che ero
stento a credere di averla mai incontrata,
di lei però qualcosa mi resta:
il candore, coltivato con devozione.
Questo è il mio unico debito.

sabato 7 luglio 2012

Finalmente la bella stagione!

Finalmente la bella stagione..
I primi giorni in spiaggia mi nutro solo di mare e di sole, mi lascio cullare dal rumore delle onde e dal silenzio che poi verrà drasticamente rotto dall'arrivo dei turisti.
 Uno sguardo alla mia spiaggia: mm allora, fila B ombrello n°5..uh..guarda come son cresciute le bimbe, che carine, sono anche molto più silenziose.. bene, una buona notizia!
 Fila C n°8 la Cara Signora.. quest'anno è sola, il marito l'ha lasciata lo scorso autunno, loro sempre insieme, così uniti e lei così vicina a lui fino all'ultimo. Mi fa un pò tristezza, vaga tra gli ombrelloni in cerca di qualcuno che abbia voglia di ascoltarla e tra una lacrima ed un sorriso racconta di lui, il marito, e sa che vorrebbe proprio che fosse lì, sulla loro spiaggia a godersi finalmente un pò di riposo dopo tutti questi anni così pesanti! La Cara Signora sospira e ricorda..
Fila A n°4, no ancora lei!! La Tipa      chiacchierona!!Quella che quando scende in spiaggia ti fà venire i brividi perchè sai che niente sarà più come prima!! Quella che, superando i decibel consentiti, spazia dalle conversazioni sul meteo ( fa caldo, ma quanto fa caldo?! )fino ad arrivare alla lista della spesa (ho preso due albicocchine, le pere le avevo finite, per la cena ho già lessato le zucchine..)
Meglio guardare oltre.. fila C n°6 la mia vecchia compagna di scuola tornata dal nord per le vacanze..è già qui?! Solitamente arriva in agosto, già, ma adesso ha due splendidi bambini e finalmente un sorriso che la rende più bella, così si gode il tempo della  famiglia..
Mentre son lì che divago con la mente volgo lo sguardo al mare e .. e QUESTO chi é?! Santa pazienza, questo è nuovo!! Belloccio, uno slip indossato strepitosamente, trentatrè anni al massimo, si tuffa proprio davanti a me..e si tuffa e riemerge e si tuffa e gioca con una piccola di circa 3 anni..uhh che carino, un Babbo!! Il Belloccio si gira mi guarda, mi scruta, poi si tuffa, gioca con la bimba, riemerge dalle onde, bello e sorridente..si volta di nuovo e mi fissa..!
Allora penso che forse quest'anno i "nuovi arrivi" son davvero "simpatici" e penso che forse sarà una "buona estate"!! La settimana trascorre così, tra tuffi, sguardi, scrutamenti.. e io mi dimentico della Tipa chiacchierona, non mi accorgo dell'arrivo dei turisti e del chiasso che copre il rumore delle onde..
 Poi.. poi sparisce!! Ecco lo sapevo, un babbo single, una settimana di mare e via, di nuovo in città!!
Finchè qualche giorno fà lo vedo apparire di nuovo, c'è anche la moglie, ma lei se ne sta all'ombrellone a chiacchierare con un'amica, mentre a lui, a LUI,  piace tanto portare la bimba a fare il bagno, mentre a ME, piace tanto entrare in acqua a rinfrescarmi!! E giù sguardi, sempre più impertinenti..
Poi..domenica pomeriggio scendiamo in spiaggia, io e Zorro, ed il nostro vicino di ombrellone lo ferma; dice che vuol presentargli una persona che si è trasferita da poco nella nostra zona e pensa che possano  mettersi d'accordo per una questione lavorativa.. No dai, ma con tutti quelli che ci sono, penso io, proprio LUI?? Così partono le presentazioni: piacere, piacere.. ok se ne può parlare..dammi il tuo numero di cellulare che ci sentiamo. E io sorrido, alla bimba e alla moglie, scambiando due convenevoli: "vi siete trovati bene qui da noi.. lo so è un posto fantastico, abbiamo il mare, un bel clima, un bel panorama.." ecco il punto è proprio il bel PANORAMA! E adesso?!!
                                          Vostra Estiva-Samantha

giovedì 7 giugno 2012

Paura nella notte

Ormai dovrei sapere che il mondo è pericoloso, ma, lo ammetto, ho un bisogno fondamentale di fidarmi della gente, di credere di non aver niente e nessuno da temere, che il male non esiste. Capita così che spesso trascuro di chiudere la porta a chiave, prima di andare a dormire, di serrare le finestre, di far scorrere i paletti. Di prendere, insomma, le dovute precauzioni visto anche che allarmi non ne ho. E neppure inferriate. Sabato notte un rumore improvviso mi sveglia. C'è qualcuno in cucina! Ma chi? Mio marito è fuori per lavoro e il mio gatto e mio figlio dormono accanto a me. Chi, allora? Sento il rumore di passi, fruscii, scricchiolii e, più volte, lo sbattere leggero di uno sportello della cucina. Ma la porta l'avevo chiusa? E la finestra? Resto in ascolto, provo ad immaginare i movimenti dell'intruso attraverso i rumori che provengono dal basso. Sento che apre i pensili, fruga, poi li richiude. Cerco di immaginare cosa ci può portare via:qualche centinaia di euro, un paio di catenine della prima comunione, il mio portatile senza un tasto, il televisore nuovo... E non sento nessuna preoccupazione per la nostra roba perché non c'è davvero  niente di cui non potremmo fare a meno.   L'unica vera paura è per la nostra incolumità. Mi sento mancare il respiro. La paura si sta trasformando in panico. Immagino che presto l'intruso salirà le scale, verrà a cercare oro e denari nelle camere. Sono paralizzata. Non so che fare. Mettersi a gridare o cercare di non far rumore? E naturalmente non ho neanche il cellulare a portata di mano. I rumori dal piano terra continuano per una decina di minuti, confusi con i rumori della notte e il ritmo affannoso del mio respiro che si è fatto pesante. Ma ecco che sembra che passetti felpati si avvicinino alle scale. Sta per salire... Sono terrorizzata. Salto in piedi, mi tuffo sulla porta, la sbatto velocemente e la chiudo a chiave. Poi salto alla finestra e l'apro completamente. La finestra dà su un terrazzo in comune con un'altra famiglia e si affaccia sulla strada. Mio figlio si sveglia impaurito e stupito. Passiamo due ore sul balcone, finché non spunta il sole e il pericolo sembra passato. Così mi decido a scendere al piano terra per vedere cosa manca, cosa è stato portato via. Ma la mia borsa è ancora là al suo posto chiusa ed intatta, al contrario, la busta della spazzatura, che avevo appesa ad uno sportello della cucina, è completamente sventrata.
E' chiaro: un gatto randagio, entrato dalla gattaiola, attratto probabilmente dall'odore di cibo, si è attaccato alla busta della spazzatura, e l'ha grattata fino a strapparla e farne uscire il contenuto. Ogni volta che si aggrappava alla busta apriva, involontariamente, lo sportello, ed ogni volta che la lasciava lo sportello si chiudeva sbattendo. 
... 
Torno a letto e dormo fino a mezzogiorno...


martedì 24 aprile 2012

25 aprile. Non confondiamo carnefici ed eroi!



Lo avrai

camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.



Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.



Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.



Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre

RESISTENZA

giovedì 19 aprile 2012

Le Ragazze e Kyra

Che fine settimana..!!
In trepida attesa da giorni, finalmente il treno delle 20,25 arriva puntuale  in stazione e mi porta..Kyra!!
Bella e strepitosa come solo lei sa essere, ci abbracciamo e salutiamo emozionate. Il tratto di strada in macchina è tutto per noi..gli aggiornamenti, il nostro stato d'animo e un occhio al panorama.
Si, bella, vero Kyra? E' la cittadina in cui ci siamo incontrati con Paolo, un vero peccato tu non sia stata con noi!
Poi a casa, Zorro che ci aspetta, la sua torta preferita in occasione del compleanno. Quale momento migliore per aprire quella bottiglia gelosamente custodita per un'occasione speciale? Non potevano non piacersi..e così Kyra e Zorro diventano amici!

E poi le ragazze al completo: Noi,  Kyra e un'indimenticabile serata.
Nel piccolo locale, intorno ad una tavola rotonda, chiacchiere, risate, cibo e  buon vino. Ed è a questo punto, secondo alcune proprio grazie al potere della deliziosa bevanda che albergava nei nostri calici (in vino veritas), secondo altre a causa della stessa, che  ci siamo concentrate su una questione alquanto profonda e degna di attenta riflessione. Tanto da produrre  un atto composto da alcune regole, 24 per l'esattezza, a cui fare riferimento, ma, soprattutto da mettere in pratica!
Il piccolo trattato, che potete qui di seguito apprezzare  è stato scritto dal gruppo e approvato all' UNANIMITA'. Le firme in calce ne testimoniano l'approvazione (questo vale per quelle che poi fanno finta di non ricordare e accennano un: "ma io non ero d'accordo"..)

ASSIOMA
Più la donna è selettiva, più è potenzialmente erotica.
                                                                             Kyra docet 





         1) Quando la dà, la lancia! (esò cazzi)
         2) Fra vent'anni (ma anche prima) lo rimpiangerai!
         3) Ti compro una scrivania. (poi ci fai quello che vuoi)
         4)  Hai un termine:  max 2013. Esprimiti!
         5) E' confernata Kyra guru.    (Miranda docet)
         6) Se mangi 2 biscotti poi c'hai da ricomincià!(vedi Simone)
         7) L'età può stupire!!    (Wilma docet)
         8) Non ci sono più le mezze stagioni. (vedi punto 2)
         9)  E si torna sempre al punto 2.
        10) Sam, come sei messa? (vedi punto 3)
         
 La seconda parte dell'atto è stata redatta dopo cena in altri locali (per la gioia dei presenti) Ore una di notte.




                                                             

      11) Il  foglio che stiamo utilizzando viene dallo scantinato del                                                                                                                                          
                                                                                              29enne
      12) Se ti chiedo un foglio, mi dai il BLOCCO! (Miranda)
      13) L' unica parola che conta è YES! (Kyra e Miranda)
      14) Vai oltre Capannori perchè ikea prima di Firenze non c'è!
                         .......................................................
     20) Di che segno sei? Capricorno.. Miranda è vaga!! Il nome ci     piace: Stefano. (ma scappa!!)
      21) Tra vent'anni è morto. Peccato, cantava bene!
      22) Dai 25 ai 62 (che sembrino 50). Siamo rigide sul non-oltre!
      23) .........                      
      24)Lei sa quando le penne funzionano!
                                               No montblanc, no party!   
                                                           Kyra, Miranda, Wilma e Sam

La regola 23 va chiarita   da Wilma che a questo punto della serata aveva preso il mio posto di scrivana. I punti mancanti non so che fine abbian fatto..

Ore tre di notte..
I ricordi qui si fanno meno chiari.. l'ultima immagine che mi sovviene alla mente è una pista da ballo, musica a palla, giovani 25enni che ci circondano.. io e Kyra scatenate nel ballo!!  
                                    
                                                    Sogno o son desta?? 
                                                                      Vostra Sam
                                                        

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!
L'Italia è sull'orlo del precipizio, ci aspettano mesi di tagli e manovre "lacrime e sangue", l'opposizione è inesistente e Mario Monti non è il nostro eroe ma almeno...BERLUSCONI SI E' DIMESSO!!!

SE NON ORA QUANDO?

SE NON ORA QUANDO?
FIRENZE, 13 FEBBRAIO 2011.