FRANCESCO MUSANTE

FRANCESCO MUSANTE
UNA ROSA LA LUNA E LA NOTTE INTERA PER PENSARE A TE

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole. Betty Hinman

martedì 31 agosto 2010

SUL CASENTINO ED ALTRO...

Sono stata qualche giorno nel Casentino. Una valle ricca di castelli, pievi romaniche, terracotte robbiane, territori danteschi e meditazione. Un luogo dove la pace e il silenzio delle foreste ti allontana dai pensieri molesti e ti ricorda l'appartenenza alla terra.
Abbiamo alloggiato a Poppi, di fronte al Castello dei Conti Guidi, in un albergo ricavato in una delle più antiche costruzioni del paese; lì, ogni mattina, ci coccolavano vistosamente servendoci un'abbondante colazione in giardino, sotto un pergolato di glicine. Con i "miei compagni di viaggio" formavamo una compagnia alquanto eterogenea: c'era il mio amico Francesco, il miglior organizzatore di viaggi che io abbia mai conosciuto, con i suoi due bambini e la zia settantenne, insegnante in pensione; c'era il mio Piccolino, ancora fedele cangurino e mia madre, tenace ed entusiasta turista. Abbiamo visitato i vari paesi della vallata spostandoci senza fretta, soffermandoci alla vista di un pascolo, di bianche mucche, di farfalle , faggeti e abbazie. Abbiamo apprezzato, con gusto, i piatti tipici della cucina Casentinese: paste fatte in casa, polenta con funghi, ravioli di patate e grigliate di carne. Siamo stati bene tra noi. E la sera, quando la piazza che dominava la vallata ci accoglieva con il suo caffè al ginseng e i bambini giocavano sereni, arrivava il momento delle confidenze, delle condivisioni, delle riflessioni empatiche. Era l'occasione in cui, programmando il giorno successivo e facendo un resoconto della giornata passata, ridevamo anche del numero delle volte in cui io e Francesco eravamo stati scambiati per marito e moglie. Mi appariva, così, banale ma profonda, la considerazione dell'innegabile bisogno umano di mettere ordine nel caos, o in ciò che consideriamo tale. L'amara conclusione che, per organizzare la realtà ricorriamo a superficiali pregiudizi che ci offrono tranquillità e sicurezza: un uomo e una donna, che viaggiano insieme con tre bambini e due "probabili" nonne, sono senz'altro una coppia. Ah! dimenticavo: credo di aver incrociato anche NEGROBLANCO, in sella alla sua bici, nei pressi di Camaldoli. Non l'ho salutato, inanzitutto perchè non c'era Miranda e, per quel sacro codice sancito in adolescenza, non avrei mai fatto questo ad un'amica, secondo perchè non mi sembra troppo incline alla socializzazione, terzo perchè sfrecciava come Bartali e non lo volevo fermare.

domenica 15 agosto 2010

L'ORRIDO DI BOTRI

Erano anni che volevamo andare e cercavamo solo l'occasione giusta. Finalmente è arrivata: Miranda mi annuncia che hanno organizzato una gita in pulmann all'Orrido di Botri e noi non possiamo proprio mancare! Zaino in spalla, zeppo come di consueto con metà casa più Iva e scarponi ai piedi, partiamo all'alba! Ma dove son finiti i calzini da trekking, pagati quanto tre ingressi in piscina? Scappati con il 740 dell'anno scorso! vabbè opto per i "fantasmini", son più trendy! Nei giorni precedenti ho chiesto a Google qualche notizia sul percorso (ormai mi rivolgo a lui per qualsiasi questione, dall'ovulazione al programma di studi, tremo pensando al momento in cui mi risponderà con un meritato:"Vaff.!") e lui mi ha risposto vago, distraendomi con immagini mozzafiato e scenari fiabeschi che hanno preso il sopravvento! (...Son giovane...Son spensierata...Son sognatrice...E che ci volete fare?). In pulmann, quando mi accorgo che è già passata un'era geologica da quando siamo partiti, mi rendo conto che non mi ero informata neppure sulla distanza. A dire il vero mi ero accontentata della risposta di una razionale Miranda che mi aveva assicurato: "...una mezz'oretta, quaranta minuti, siamo là...". A un certo punto del tragitto, come una milanese snob che vive in centro città, costringo l'autista a fermarsi perchè ho la nausea e stò da cani, come dopo una bella sbornia di gioventù! Per fortuna riesco a scendere prima di fare vittime in pulmann e , fuori, appoggiata al guard rail in posizione tipica, mi chiedo, sopraffatta:"...ma cosa mi riserverà la vecchiaia??". Dopo mille curve o poco più, arriviamo. Ci forniscono i caschi e si comincia la marcia. Tutti corrono, sicuri e impavidi come se fossero sempre vissuti lì. Noi arranchiamo per non perderli. Ma perchè sono così veloci, leggiadri? O cazz! Non hanno gli zaini. Perchè?? Come faranno quando arriveranno alla meta agognata, bagnati e affamati? Si mangeranno le nostre focacce farcite? Mi ruberanno gli slip? Miranda chiede spiegazioni, preoccupata più per la mortadella che per gli indumenti intimi...La risposta è fornita in un misto di compatimento e compassione: "Gli zaini dovevano essere lasciati dove siamo partiti perchè è lì che torneremo per il cambio e il pranzo!". NO! No! nnnooo!!! e noi faremo 3Km all'andata e altrettanti al ritorno, saltando come circensi su massi scivolosi, appena sopra il pelo dell'acqua, con questi macigni sulle spalle? Quattro ore di cammino rischiando di cadere e di ammollare tutto il contenuto degli zaini in acqua gelata? Ma che abbiamo studiato a fare? Appena arrivo a casa strappo il libretto universitario, altro che specialistica! Vabbè, ormai ci siamo, su, coraggio...Bello è bello, anzi, bellissimo...Ecco, da lontano si intravede il punto in cui guaderemo il fiume. Nelle foto di google si notava che gli escursionisti in quel punto avevano l'acqua che gli arrivava ai polpacci; sarà fredda ma sopporteremo. Avverto il Piccolino, che, come un piccolo canguro, segue sempre la sua mamma in ogni avventura (ancora per quanto??), lo rassicuro e gli fornisco le informazioni che ho. Non penso, testa vuota, che nelle ultime due settimane ha piovuto per diversi giorni e che ci sono stati pure degli alluvioni, quindi l'acqua del fiume potrebbe essere salita. Non lo penso finchè non ci sbatto di naso: dobbiamo fare un bel tratto di percorso con l'acqua che, a me, arriva ai fianchi! Il Piccolo piange per quanto è gelata! Siamo immersi, con pantaloni, scarponi, zaino! Ditemi che è un'incubo, ditemi che ora mi sveglio. Il Piccolo inizia a piangere e dice che le gambe gli si stanno paralizzando. Cerco di parlare ma la voce non esce, mi manca il respiro per quanto è freddo il fiume. Intanto il gruppo si è volatilizzato. C'era la guida? Non l'ho vista...Immagini di spiagge rilassanti, piscine beate, divani comodi e giardini allettanti si sovrappongono una sull'altra. Ma chi ce l'ha fatto fare?? Chi? Chi? Alla fine, dopo circa due ore di cammino, scopro un'angolo dove si è posato un bel raggio di sole; ci sono anche delle farfalle variopinte e un bel masso piano, pronto a ricevere la mia stanchezza. La decisone è immediata: non farò un passo in più, mi fermo qui e aspetto il gruppo. Dagli scarponi l'acqua esce come da una caraffa e i fantasmini, quelli trendy, non hanno protetto le mie caviglie che, ora, mostrano un bel taglio rosso ciascuna!
Comunque, tutto è bene ciò che finisce bene,come si suol dire; alla fine ci attendeva uno spazio attrezzato con bei tavoli di legno e tanto verde. Ci siamo liberati degli abiti zuppi e abbiamo pranzato allegramente, in una bella frescura, con una simpatica e rilassante compagnia che ci ha offerto salsicce grigliate, patatine, dolcetti al cioccolato e noccioline.
Dico solo una cosa ancora: se qualcuno organizza una gita là, sappia che io ci son già stata e cedo il posto...

venerdì 13 agosto 2010

LA VOCE E L'USCITA

Hirschman scrive che coloro che vivono un disordine crescente hanno a disposizione due reazioni attive, che sono forse anche due rimedi: l'uscita, cioè la fuga, o la voce, cioè il tentativo di rimediare e magari migliorare la relazione sforzandosi di comunicare le proprie rimostranze, la propria disapprovazione e le proposte di miglioramento. Credo di aver sempre prediletto la voce, per temperamento, educazione, senso di responsabilità e una buona dose di super-io, alimentato da una madre che, avendo mille qualità, ha la pesante scomodità di non meritare delusioni. Disapprovo l'uscita, perchè scappare da una situazione faticosa è da vili. Esce chi non è in grado di prendersi delle responsabilità, chi è egoista e non si cura di coloro che non hanno il privilegio di scegliere e devono, nonostante tutto, restare. Esce chi è debole e incapace di lottare. Esce l'individualista. L'altruista usa la voce. Fino a perderla. Ma ci sono situazioni in cui usare la voce e continuare ad usarla non porta ad alcun risultato, nonostante le buone intenzioni. Sono circostanze in cui si assiste al fraintendimento di essere considerati saccenti o giudicanti, maestrine, perfettine o arroganti. Di avere la verità in tasca. Di essere tanto forti da apparire insensibili. Ci sono circostanze in cui il dolore e altri sentimenti che guidano la voce non vengono presi in nessuna considerazione dalle persone verso cui è diretta; anzi, vengono interpretati in maniera scorretta o, per lo più, sminuiti. In questi momenti si deve prendere atto del fallimento della voce e ricorrere all'uscita. Improrogabile. Senza ritorno. Come soluzione alla propria sopravvivenza. Correndo il rischio di essere considerati menefreghisti e intransigenti, oltre che inefficaci e buoni a nulla. Ricevendo l'amara conferma che le trame degli affetti sono tenute insieme da fili di cui non abbiamo conoscenza e che quanto più il disegno che mostra lacera il cuore per la sua bellezza, tanto più nasconde milioni di intrecci.

venerdì 6 agosto 2010

NEBBIA NELL'ANIMA

Sono triste.
Di una tristezza ombrosa,
sottile,
strisciante.
Di un'infelicità sommessa,
senza ragione d'essere,
senza motivo.
Senza cause apparenti.
Coinvive con me.
Da sempre, credo.
La ritrovo, immutata,
nei ricordi d'infanzia,
nei malumori da adolescente.
Mi accompagna da sempre.
Silenziosa,
con passo felpato.
Invisibile quasi.
Ma sempre presente.
La scopro al risveglio
come se avesse trascorso tutta la notte con me,
approfittando della notte quando la ragione,
sprofondata nel sonno,
mi lascia indifesa.
Ogni mattina,
la coscienza,
che lentamente riaffiora dai sogni,
la ritrova lì,
tenace, ostinata.
A rendere tutto più difficile,
più faticoso,
ad appesantire ogni gesto,
ogni movimento, ogni pensiero.
Come una morsa sull'anima,
una nebbia sottile oscura che l'avvolge e l'ammorba.
Poi la ragione si fa strada.
Le pone domande,
le richiede spiegazioni che non ha.
La smaschera, la ridimensiona, la smentisce.
Mi ricorda puntualmente i mille motivi che ho per esser felice.
La luce torna pian piano a farsi strada.
Riaffiorano, lentamente, i contorni di una vita serena.
La riconosco: è la mia!
Eppure so che domattina sarà ancora là,
in agguato.

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!
L'Italia è sull'orlo del precipizio, ci aspettano mesi di tagli e manovre "lacrime e sangue", l'opposizione è inesistente e Mario Monti non è il nostro eroe ma almeno...BERLUSCONI SI E' DIMESSO!!!

SE NON ORA QUANDO?

SE NON ORA QUANDO?
FIRENZE, 13 FEBBRAIO 2011.