
Mi incuriosisce davvero molto questa storia dei gatti che, ogni tanto, fuggono.
Vedi sui muri, sui tronchi d'albero, nei bar, tristi locandine in cui i padroni: piccoli, adulti, maschi, femmine, lanciano appelli strazianti da cui capisci che il gatto è scappato e, apparentemente, non aveva un perchè. Leggi le poche righe, guardi la foto, ti stupisci della ricompensa e pensi che, quell'animale lì, aveva sicuramente le rotelle fuori posto per scappare da un posto in cui aveva tutto quell'amore.
E non puoi fare a meno di immaginartelo, l'anarchico impunito. E' andato sicuramente al sole, a rincorrere una micina, a farsi i fatti propri. Era, forse, stanco di carezze che consolavano più chi le dava che lui. Sopraffatto da una vita organizzata, che ingrassa il fisico e deprime la vitalità. Deve aver preso il coraggio a due mani e via. Magari dopo una bella giornata, passata sul divano di casa, sazio di cibo e attenzioni. Non credo abbia corso, piuttosto immagino che se ne sia andato lentamente, un passo dietro l'altro, tra l'indifferenza di chi si accorge della crepa solo quando è un buco profondo. Avrà avuto il battito al cuore ai primi passi, avrà sperato in un richiamo all'inizio del viaggio. Poi, pian piano, avrà acquistato sicurezza, si sarà concentrato sui passi successivi più che sulla strada trascorsa, si sarà interrogato sulla meta, sulle possibilità. Chissà se avrà avuto dei rimpianti...Non ho mai letto di gatti che son tornati indietro, ma forse, queste, son storie meno interessanti...