FRANCESCO MUSANTE

FRANCESCO MUSANTE
UNA ROSA LA LUNA E LA NOTTE INTERA PER PENSARE A TE

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.

La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita ma se leggevi loro le favole. Betty Hinman

martedì 28 dicembre 2010

INDAGINE OCSE-PISA: tra strumentalizzazioni, demagogia e dubbi legittimi

La ricerca PISA (Programme for International Student Assessment) è un'indagine internazionale promossa dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) con l'ambizione di valutare il sistema dell'istruzione attraverso l'accertamento delle conoscenze e capacità dei quindicenni scolarizzati verificando se e in che misura i giovani che escono dalla scuola dell'obbligo hanno acquisito alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere per tutta la vita.
L'indagine, che viene effettuata ogni tre anni, accerta il possesso di conoscenze e abilità nelle aree della lettura, della matematica e delle scienze e alcune competenze trasversali in gioco nel ragionamento analitico e nell'apprendimento.
Dai risultati dell'indagine OCSE-PISA il Sistema Scolastico Italiano è sempre risultato inadeguato e gli studenti italiani insufficientemente formati, infatti, i punteggi ottenuti li hanno sempre collocati ampiamente sotto la media OCSE, a livello dei Paesi più poveri. Inevitabilmente questi risultati hanno fatto sorgere molti interrogativi e molti dubbi sulla qualità della Scuola Italiana, sulle sue finalità, sulla preparazione dei suoi docenti. Di fronte a ciò era forse necessario aprire un dibattito costruttivo, aperto, non ideologico per individuare punti deboli e criticità del sistema scolastico nostrano, per cercare soluzioni, avanzare proposte innovative, confrontarci con altre realtà, rivedere priorità e finalità, ridiscutere i percorsi proposti, ripensare la formazione dei formatori. Ed invece abbiamo assistito, in questi due anni, alla strumentalizzazione di questi risultati usati per tagliare ore ed insegnanti alla scuola pubblica, per limitare i già scarsi fondi, per ridurre il tempo pieno, per colpevolizzare e screditare gli insegnanti.

Quando sono usciti i risultati dell'ultima indagine PISA (2009), che ha rilevato un miglioramento nelle performances degli studenti italiani risaliti dal 33esimo al 29esimo posto nella graduatoria, la Ministra della Pubblica Distruzione non ha perso tempo in riflessioni argute e analisi dettagliate ma, subitaneamente, ha dichiarato orgogliosa, prendendosi il merito di qualcosa che proprio non le spetta: "In questi anni si è investito tanto sulla valutazione degli apprendimenti e ora i risultati ci premiano. Cresciamo nelle materie più importanti salendo di sei posizioni nelle classifiche europee per la comprensione della lingua italiana, di tre per la matematica e di una per le scienze. Sono risultati eccezionali che dimostrano come la scuola italiana sia migliorata e non peggiorata”. Insomma, a detta della Ministra, se gli studenti migliorano nella classifica OCSE è segno che i provvedimenti presi vanno nella giusta direzione. Peccato che i risultati siano relativi al 2009, neanche un anno dopo il suo incarico e prima ancora che la "sua riforma" si abbattesse sulla Scuola Italiana mortificandola e depauperandola.

Per chi lavora nella scuola con passione, impegno quotidiano e serietà professionale, le dichiarazioni del Ministro appaiono superficiali, sommarie, demagogiche e strumentali. Dovrebbe sapere la Signora Gelmini che i ragazzi formati nella "sua" scuola, parteciperanno all'OCSE-PISA tra dieci anni. Inoltre dovrebbe aver notato, con giustificata preoccupazione, che i risultati italiani sono fortemente penalizzati dalle scuole private; infatti, senza i loro punteggi, gli studenti italiani scalerebbero la classifica anche di dieci posizioni. Le scuole private italiane, pertanto, risultano tra le peggiori nel mondo. Infatti, nella maggioranza dei paesi OCSE, a differenza dell'Italia, gli studenti delle scuole private ottengono punteggi mediamente superiori rispetto a quelli delle statali e contribuiscono così ad alzare la media complessiva. Nonostante l'evidenza di questi fatti i finanziamenti alle scuole private sono in continuo aumento mentre quelli alla scuola pubblica in costante calo. Un paradosso che la Ministra della Meritocrazia ci dovrebbe spiegare.

Resta da spiegare il mistero dell'aumento delle performances degli studenti italiani. Può darsi, semplicemente, che gli studenti siano più preparati dei loro fratelli maggiori, che abbiano acquisito più competenze, che la scuola abbia fornito loro maggiori capacità di utilizzare i saperi appresi. Così, semplicemente. Ma, senza voler sottovalutare le prove dei nostri ragazzi, a me viene qualche dubbio. Nella nostra scuola, infatti, gli studenti sono sempre stati valutati, tradizionalmente, attraverso interrogazioni orali, relazioni scritte, temi, domande aperte. Quale interrogazione su Dante non iniziava con la terrificante richiesta: "fai la parafrasi dei versi..."? e quale compito di geometria non poteva che terminare con la rituale ed ambiziosa frase "come volevasi dimostrare"? Prove impegnative, difficili da giudicare, suscettibili di una valutazione poco oggettiva, facilmente dipendenti dalla soggettività del valutatore: il prof di turno con le sue simpatie, la sua esperienza, le sue aspettattive, l'umore del momento. Prove particolarmente complesse che richiedevano un ampio ventaglio di svariate competenze: buona padronanza dell'italiano, logica e deduzione, comprensione linguistica, capacità di analisi e sintesi, conoscenza dei contenuti, abilità argomentative. E un po' di sfacciataggine all'orale. Gli studenti italiani sono sempre stati valutati in base a prove di questo tipo. Sono stati formati, cresciuti, abituati a sostenere compiti di questo genere. Non altri. Le prove somministrate ai quindicenni durante l'indagine OCSE-PISA si basano, invece, su quiz, su un'ampia gamma di domande a risposta chiusa in cui bisogna individuare e crocettare la risposta giusta tra quelle date. Un tipo di prova alla quale i nostri studenti non erano abituati. Ma che di recente anche gli insegnanti italiani, adeguandosi al resto del mondo, hanno iniziato ad infliggere ai loro studenti. E che, come si vede dai miglioramenti delle performances del 2009, rende i nostri studenti più bravi in quel tipo di prove. In quel tipo di prove! Non più bravi in generale. Non più bravi dei loro fratelli maggiori. Solo più capaci di affrontare compiti così strutturati. Io credo.

Allora emerge un ulteriore dubbio: può l'indagine OCSE-Pisa verificare le reali competenze dei 15enni e di conseguenze valutare e descrivere il sistema d'istruzione? Perchè c'è ancora una cosa che i risultati dell'OCSE-PISA non riescono a spiegare: perchè al CNR francese un terzo dei ricercatori stranieri assunti nei settori di matematica e fisica è italiano, formato in una scuola giudicata inadeguata. Un terzo!!!

La discussione è aperta!

lunedì 27 dicembre 2010

NOI CRESCIUTI AL TEMPO DI BERLUSCONI dal blog di Federico Mello

Noi che siamo cresciuti ai tempi di Berlusconi. che abbiamo visto il Parlamento della Repubblica lavorare su 40 leggi ad personam, le vallette del “Sabato del villaggio” diventare ministre;
noi che abbiamo sentito le parole “crisi” e “debito” come unico racconto possibile dell’economia italiana;
noi che la laurea non serve a niente e “l’elettore medio ha la cultura di uno studente di seconda media, e neanche nelle prime file”;
noi che abbiamo visto uomini di governo e delle istituzioni indagati e condannati per mafia e camorra;
noi che “se un uomo a 38 anni non può pagarsi un mutuo è un fallito”; quelli che “vi dovete abituare ad avere un lavoro precario e una pensione da fame”;
noi che corruzione ci hanno dimostrato che è la regola, la compravendita un dovere;
noi che “i magistrati sono una metastasi” e “Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, mandava la gente a fare la vacanza in confino”;
noi che Sandro Bondi è ministro della Cultura, e prima di lui Rutelli, e prima ancora Rocco Buttiglione;
noi che l’anagramma di Silvio Berlusconi è “l’unico boss virile” tanto che “non ho mai pagato una donna” e Patrizia D’Addario, Noemi Letizia, Ruby Rubacuori, il bunga bunga sono soltanto “una cortesia verso le persone che ospito”;
Noi che siamo cresciuti ai tempi di Berlusconi, che saremmo dovuti diventare tutti aspiranti tronisti, veline, genitori di figli canterini in uno show in prima serata il sabato sera;
noi che avremmo dovuto prendere ad esempio Fabrizio Corona, Costantino Vitaliano, Lele Mora, Emanuele Filiberto, Alessio Vinci;
noi che avremmo dovuto pensare che “il Grande Fratello è un’ottima occasione per fare carriera”, “se ho problemi economici sposo un miliardario”;
noi che avremmo dovuto credere che “non si fa gossip sulla vita privata dei politici” e comunque “evadere le tasse è giusto” e “la cricca, la P2, la P3, la P4 sono un’invenzione dei giornali”;
noi che ce la saremmo dovuta bere che a quel tale avevano pagato la casa “a sua insaputa”;
noi che ci saremmo dovuti alienare, perdendoci dietro la realtà virtuale di blog, chat, forum, siti web, videogiochi;
Noi che siamo cresciuti ai tempi di Berlusconi,
invece, oggi siamo nelle piazze, in rete, nelle città, anche se qualcuno ci ha chiamato “assassini” mentre proponeva “arresti preventivi”; andiamo per strada con i nostri genitori, o con i nostri figli;
noi che rimaniamo sospesi nell’aria per dire a tutti che la ricerca è appesa a un filo;
noi che cerchiamo di entrare con la forza a Palazzo D’Orleans a Palermo, sede della Regione, simbolo del potere colluso che da anni tiene sotto scacco la Sicilia;
noi che in un mare di blog, siti di news, pagine Facebook, giornali indipendenti, proviamo a fare vera informazione, ad arginare la grancassa dell’impero mediatico del padrone;
noi che veniamo ricevuti dal Presidente della Repubblica, manco lui fosse Pertini e noi la nazionale di Bearzot;
noi che abbiamo detto subito che la ricostruzione a L’Aquila era un bluff, e il piano per togliere i rifiuti da Napoli anche;
noi che i poliziotti sono dalla nostra parte; gli automobilisti, i passanti e i lavoratori ci applaudono;
noi che nonostante tutto non ci arrendiamo, non ci adeguiamo, non smolliamo, non tacciamo, non abbassiamo né la testa né la voce, non insabbiamo, non ci “conteniamo”.
Noi cresciuti ai tempi di Berlusconi, siamo quelli che stanno festeggiando nel modo migliore, urlando a squarciagola Democrazia! e Costituzione!, i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/24/noi-cresciuti-ai-tempi-di-berlusconi/83636/

mercoledì 22 dicembre 2010

LA MIA CASA A NATALE...

Ho addobbato la casa per Natale. Come ogni anno ho dedicato ore e ore a far emergere, da enormi e svariati scatoloni, babbi natali, palle di vetro, carillon e abeti colorati. Ho posizionato, con pazienza e cura, oggetti preziosi, regali degli anni passati, ricordi e manufatti di scarso valore, impagabili.E a lavoro finito, come ogni anno, la pace si è fatta sentire più della stanchezza.Mi son chiesta spesso quale conciliazione possano trovare la parte di me più razionale, anticlericale, contraria agli sprechi, quella con cui convivo maggiormente, con questa me stessa così sensibile al clima natalizio, esagerata e piena di fronzoli, apparentemente ignara, se non indifferente, ai mali del mondo.Sicuramente la spiegazione al mistero è da ricercarsi, prevalentemente, nell'estrema contraddizione umana e, in parte, nell'amore che provo per la bellezza, la creatività e l'arte. Tuttavia son certa che l'intento maggiore è quello di creare un luogo speciale per i miei figli, che sia denso di significati simbolici, che li nutra e li tenga un pò al caldo, mentre fuori fa freddo. Il messaggio che voglio trasmettere loro è di rifuggire la disillusione, foriera di aridità; di non cedere al cinismo, che toglie il sorriso, di mettere cuore anche in ciò che non appare conveniente, se questo ci trasmette emozioni.Vorrei così insegnar loro la virtù di coltivare la semplicità, perchè più di altri è capace di farci gustare un benessere pacifico,duraturo.Son certa che questo rituale, apparentemente superficiale, sarà da loro ricordato al pari di un insegnamento, di un precetto, e che sarà annoverato tra gli atti di cura, di attenzione per loro, come lo è stato per me. Gli addobbi a Natale sono infatti una preziosa eredità ricevuta che consegno, con fiducia, ai miei figli.

domenica 19 dicembre 2010

L'INDIFFERENZA CHE ACCENDE LA RABBIA

Nello studio verdognolo di Annozero tutti si aspettavano che gli studenti prendessero le distanze, condannassero la violenza, si cospargessero il capo di cenere, esibissero buoni sentimenti, scontato pacifismo, ragionevole ma misurato dissenso. E tutti noi ci aspettavamo che lo facessero, che rivelassero che i "cattivi" sono altri, che vengono da fuori, che non hanno nulla a che vedere con loro, bravi studenti dalla faccia pulita e 30 e lode. Ed invece, questi ragazzini hanno rifiutato la mano tesa dei luoghi comuni, del buonismo da due soldi, delle frasi di circostanza. Con la passione dei loro vent'anni, e la lucidità di chi ha perduto anche il futuro, hanno sollevato problemi veri, pretendendo risposte vere, oneste, concrete. Senza nascondersi dietro posizioni misurate, facile retorica, dissociazionismo di circostanza, rifiutando di lasciarsi inquadrare nei nostri triti clichè, si sono esposti con inaspettata franchezza, assumendosi ogni responsabilità. Più adulti degli adulti che li circondavano. Hanno opposto ai, fin troppo facili, rituali ritornelli degli infiltrati la verità della loro rabbia. Una rabbia non improvvisa ma che cova, rispettosa, da tempo. Incattivita da due anni di non risposte, di indifferenza, di cecità politica. Da due anni di parole cadute nel vuoto, di proteste inascoltate, di manifestazioni guardate con condiscendente tolleranza dai vetri del Palazzo.

In attesa che la protesta decantasse, si affievolisse, sciamasse. Per poter tornare tranquilli ai soliti giochi di potere, alle meschine trattative quotidiane, al consueto mercimonio della cosa pubblica: allo spettacolo indecente di questi ultimi anni.

Ma, in verità, il Palazzo in questi due anni non è stato in silenzio, qualche risposta l'ha data. Vediamole le responsabili risposte dei responsabili Rappresentanti del popolo.
E' stato detto agli studenti scesi in piazza per protestare che sono strumentalizzati (da chi? dall'opposizione? Da Bersani, noto capopopolo carismatico?), che difendono i baroni delle Università, che sono fannulloni e che farebbero meglio a starsene a casa a studiare (o, in alternativa, ad andar dietro alle ragazze); ai precari della scuola politicizzati, ai poliziotti grassoni e panzoni, ai lavoratori dello spettacolo che con la cultura non si mangia; ai dipendenti pubblici fannulloni e assenteisti; ai napoletani sommersi dall'immondizia incapaci che non sanno fare la differenziata e che è giusto che ognuno si tenga la propria spazzatura; ingrati agli Aquilani che vorrebbero la città liberata dai detriti; di sposarsi un miliardario alle giovani laureate in cerca di lavoro; menzogneri appartenenti ad una faziosa lobby di sinistra ai giornalisti; agli omosessuali che è meglio aver la passione per le belle ragazze che esser gay; ai magistrati che sono estremisti che mettono a rischio la governabilità, ai giudici della Corte di Cassazione che son tutti comunisti scelti da Presidenti comunisti (oltre a Napolitano, da Scalfaro, cresciuto, com'è risaputo, nelle file di Avanguardia operaia, e da Ciampi, noto stalinista); ed infine (ma ne tralascio tante per sfinimento) al Presidente della Repubblica Chissenefrega!
Un'infinità meschina di violenze quotidiane sottoforma di battute abituali che mortificano e disconoscono le ragioni dell'altro, di chi chiede risposte, di chi aspetta soluzioni ai problemi di ogni giorno da coloro ai quali ha affidato le sorti del Paese. Un'infinità di motivi che spiegano la rabbia. Una rabbia che conosco bene anch'io perchè la scopro in me ogni giorno. Sempre più profonda, sempre più cattiva. Esasperata ormai.
Ma in questi giovani non c'è solo la rabbia. C'è anche la voglia di fare, il bisogno di credere di poter migliorare le cose, il desiderio e l'impazienza di costruirsi un futuro. Ed allora il mondo appare rovesciato: la Politica, quella vera, che dialoga, si confronta, negozia, propone soluzioni, osa percorsi alternativi, si appassiona ed appassiona, hanno ragione i ragazzi, è fuori dal Palazzo. E' in strada. E là dentro, uscita la passione politica, non è rimasta che la violenza.

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!

12 novembre 2011: VIVA L'ITALIA LIBERATA!!!
L'Italia è sull'orlo del precipizio, ci aspettano mesi di tagli e manovre "lacrime e sangue", l'opposizione è inesistente e Mario Monti non è il nostro eroe ma almeno...BERLUSCONI SI E' DIMESSO!!!

SE NON ORA QUANDO?

SE NON ORA QUANDO?
FIRENZE, 13 FEBBRAIO 2011.