Sabato mattina: faccio le faccende; in barba a tutte le conquiste femministe, al titolo 'dott.ssa' davanti al mio cognome, alle disperate richieste di collaborazione che rivolgo, ora incazzata, ora disperata, ai miei familiari, Fred compreso. D'improvviso squilla il mio cellulare: un numero non registrato in rubrica compare sullo schermo. Rispondo frettolosa: "Pronto!", dall'altra parte la voce di un giovane, imbarazzato e timido:"Mmmm..., pronto...". Silenzio. Io incalzo:"Si...pronto!"; ancora imbarazzo e qualche sillaba: "Mnn...". Mi irrito:"Dica!". Acquista coraggio, si lancia; la voce è finalmente chiara:"Ho letto l'annuncio, lavori oggi?". Mi ci vuole un attimo per decifrare il messaggio, per tradurlo e digerirlo. Rispondo zitella:"Hai sbagliato numero!" e interrompo la comunicazione. Passano pochi minuti, il tempo di riaccendere l'aspirapolvere e richiama. Mi spiega che ha trovato l'annuncio su un quotidiano di un'altra provincia rispetto alla mia; ribadisco che non sono io quella che cerca e riattacco di nuovo. Tra l'altro mi irrito pure per il fatto che il giornale in questione è cattolico e destreggiante; almeno figurassi su "Il Manifesto": mi peserebbe meno...Continuo a far le mie cose e non ci penso più. La mattina successiva, altra telefonata, numero non registrato: la voce è sempre giovane ma stavolta il tono è birbante, un pò assonnato, tradisce la" notte brava". Si butta senza paracadute:"Ciao, vengo io da te o vieni tu da me?". Lo aggredisco quasi. Attacca scusandosi. Mi fiondo a comprare il disapprovato giornale: tra la Grecia, Schettino, Monti e "la morsa del gelo" (ma non si parla d'altro ormai?), mi faccio una cultura di massaggi orientali, individuali, discreti e sensuali; non si finisce mai d'imparare! Ma del mio numero nemmeno l'ombra! Che idioti! Passano due giorni e non ricevo più approcci. Quando già comincio ad avvertirne l'assenza, arriva la telefonata: è una voce anziana, pacata. Mi sembra il giudice con cui spesso ho contatti: si, è lui, non ho dubbi. Rispondo accogliente:"Buongiornooo, mi dica...". Dall'altra parte nessun cedimento, la voce, sicura di sè, si giustifica gentile e precisa:"...mi deve scusare, sono rammaricato, ho sbagliato numero...Mi perdoni, buona giornata...". Ma se non ho neppure detto chi sono, nè lui me l'ha chiesto...Sono sconcertata. Che sia Giucas Casella? Si, ripensandoci era lui...Passano alcune ore, sono in macchina, immersa nel traffico cittadino, il cellulare suona di nuovo. Lo cerco, arrancando dentro la borsa con la mano destra, con l'altra tengo il volante:"Si??!". Dall'altra parte un uomo con la voce di Fred (è lui?) si affretta ad avvertirmi:"Ho sbagliato numero...scusi...". Ma che cazz.! Ancora??? Ma non ho detto chi sono! Come ha fatto a riconoscere che non ero colui o colei che cercava? Che mi parti la video-chiamata a mia insaputa? Non ci capisco più niente: sono seccata, rifiutata e, forse, brutta! Il mattino successivo, in ufficio, l'ennesima telefonata. La voce è da manager: ha fretta, avrà trovato uno spazio sull'agenda e per non sprecar tempo ha pensato di riempirlo. "Pronto?? Ho letto l'annuncio, come vogliamo organizzarci?". Azz! Ci mancava il milanese! Stavolta ho deciso: gli faccio perdere un pò di tempo. Sto al gioco? No, mi sta troppo antipatico! Chiedo spiegazioni, senza fretta, decisa a non mollarlo troppo presto. Voglio molestare il suo prezioso tempo. Ma "l'uomo d'affari" è preciso e competente: riconosce di aver sbagliato numero, senza scusarsi per nulla. Con l'accento spocchioso riferisce:"l'ho letto sull'annuncio, ho confuso il secondo numero, un otto al posto del tre. Ciao." e riattacca, senza alcun rispetto per chi ha importunato.
Eccoli qua! Una bella rappresentanza dell'altro sesso: abbiamo il giovane romantico e riguardoso che, siccome è sabato, chiede:"...lavori oggi?"; c'è il compagno comunista: "da me o da te?", con la voce di uno che, alla fine, ti ci fumi una canna; c'è l'anziano pieno di premure:"mi perdoni...mi scusi, l'ho disturbata?"; c'è il quarantenne che, forse, è un pò annoiato dalla quotidianità e che è avvezzo a tali chiamate perchè, appena rispondo, capisce immediatamente che non sono io quella che cerca; c'è il direttore rampante e maiale, che usa e getta, frettoloso ed egoista. E, alla fine, c'è Fred che, stuzzicato dalla storia, sorride sornione e commenta:"...ho una moglie squillo!", inseguendo chissà quali fantasie...
Ho fatto parecchie riflessioni sull'accaduto; tra le tante mi sono chiesta cosa spinga un uomo a rinunciare al meraviglioso e complesso scenario del conoscersi, scegliersi, desiderarsi e condividere. A mettere in secondo piano l'affinità di gusti e di odori; il riconoscere, nell'altro, segnali noti, sguardi e gesti che, allo stesso tempo, ti fan sentire a casa e ti conducono lontano...
Infine, ho anche provato una punta di dispiacere per aver creato un ostacolo involontario ad una persona che lavora, che siamo in periodo di crisi e ci manca solo la concorrenza...