Dopo anni di impegno, passione e tenacia nel collaborare con l'università come cultore della materia, finalmente lo scorso anno mi viene assegnata una cattedra: un corso di sei crediti, una classe di studenti entusiasti e coinvolti. Preparo le lezioni in tarda serata, studio e mi aggiorno, idealista e instancabile. Nessun bene materiale in cambio, neppure un piccolo rimborso per le spese di viaggio. Però gli studenti partecipano e mi fanno domande, agli esami sono preparati, mi chiedono la disponibilità per elaborare la tesi. Le mie colleghe si mostrano assolutamente disinteressate, in famiglia non capiscono, un parente che viene a saperlo fa illazioni, l'impiegata del mio ufficio personale a cui spetta l'onere di stipulare la convenzione con l'università, scuote la testa e mi considera, senza dirlo, "una cogliona"; quelle che non fanno i loro interessi. L'incarico viene formalizzato per "gentile concessione" del dirigente del mio servizio, che dice di riconoscermi, così, la serietà e la professionalità , pur ribadendo che l'impegno con l'università non dovrà, in alcun modo, interferire con i miei gravosi incarichi lavorativi. Cosa ci guadagna l'ente presso cui ho un rapporto di lavoro a tempo indeterminato a concedermi tale possibilità? Solo il prestigio di avere, tra i suoi dipendenti, un docente universitario. Cosa ci guadagna l'università? Un docente assolutamente gratis. Cosa ci guadagno io? Niente da un punto di vista economico, tantissimo come professionista, donna, persona... La riforma che prevede tale forma di incarico è stata applaudita dai sostenitori dell'austerità. In questo razionale calcolo di costi e benefici non si è tuttavia tenuto conto del fatto che nel mio corredo genetico non è presente l'accontentarsi, il fermarsi, la comodità e, probabilmente, il senso della misura; implacabile decido di riprendere gli studi e di conseguire una laurea magistrale. Sono docente e studente insieme. Non mi sembra affatto strano; mille sono le situazioni in cui, nella nostra vita, rivestiamo ruoli diversi: sono moglie e amante, figlia e madre, stupida e intelligente, capace e imbranata, seduttiva e scostante, frivola e impegnata. Guardo perfino le tette alle donne, eppure mi piacciono gli uomini...Però questo al preside del corso sembra sconveniente: mi convoca il giorno in cui sto sostenendo l'esame di economia pubblica e, ahimè, son vestita da studente. Il tono è cordiale, formale, lusinghiero, ma le parole che usa mi fanno male; mi fa i complimenti, mi usa grandi gentilezze, mi dice che la mia collaborazione è preziosa ma che, finchè non concludo l'attuale corso di studi, dovranno farne a meno perchè una docente-studente potrebbe suscitare curiosità, pettegolezzi, scandalo. Non lo dice così apertamente, ma lo fa capire. Non lo dice perchè, nel mondo accademico, intellettuale, spesso la chiarezza è scambiata per banalità. Mi alzo io per prima, lo congedo con una calda stretta di mano; sono troppo felice per l'esame che è andato bene e non posso far tardi: devo andare alla Feltrinelli, da Zara, e poi da Intimissimi c'è un vestitino... Appena son fuori mi viene da ridere:"Peggio per lui, non sa cosa perde..." diranno sicuramente Miranda e Samantha quando glielo racconterò...
Ps. Con l'immagine ho voluto esagerare!!!
17 commenti:
Non posso rispondere come vorrei (il discorso sarebbe lungo) perché devo correre a prepararmi per andare a Firenze ad iscrivermi... al MASTER! Siamo proprio inguaribili! Ma che ci frega?!?!
Chi se lo poteva immaginare che il preside dell'Università avesse una mente così chiusa? Che il suo mondo fosse così limitato?
Di quante cose avrebbe bisogno l'Università italiana... e stanno a vedere queste piccolezze, questo conflitto inesistente... non ci sono parole!
E che t'aspettavi? Sei stata pedina sacrificabile d'un sistema perverso che t'ha usato e buttato via del quale tu eri stata complice. Non c'era da essere felici o soddisfatti di tale incarico: c'era da dire un grande "no" che recava in sé il rifiuto dello sfruttamento. Io che compromessi non ne faccio e non ne ho fatti *mai*, e ho pagato duramente questa mia scelta (quindi scaglio le pietre come voglio), ho perso man mano tali lavori di insegnamento proprio perché ho detto "no" quando ho visto che le retribuzioni diventavano prima 'simboliche' poi 'nulle' eppure c'era ancora gente (come te) che si dava disponibile agli incarichi piena di illusioni e senza porsi il problema di cosa tale disponibilità comportasse su dimensioni 'macro': ovvero un sistema che diventa qualitativamente inesistente perché prende chiunque si dia dispobile a farsi sfruttare pur di dire che viene offerto un corso, che sputa sul valore dei propri dipendenti, che promuove mancanza di continuità di insegnamento e quindi smarrimento e frammentazione della preparazione degli studenti. Quindi, piuttosto che star male per tale trattamento da parte di un deficiente, ora, vedila come un'occasione di rispetto di te stessa e da parte tua verso i 'colleghi' come me, e come occasione di riflessione più ampia sul 'sistema' al di là del tuo singolo corso da 6 crediti.
E poi piantatela di studiare in master, corsi di laurea ecc., di pensare ad accumulare pezzi di carta. Smettetela con la pappa pronta dei corsi preparati da altri o indotti secondo la prospettiva specifica di un docente: è da insicure, e fa parte di quel meccanismo per cui le donne sarebbero delle incapaci mai abbastanza preparate, e voi - che invece avete tantissimo da dire in termini di cose intelligenti e sensate come traspare già solo da questo blog - invece già lo siete eccome! Forza! ;-)
cara Wilma, io sono basito e non dico nulla. Pazzesco.
Non trovo le parole.
Però ci rifletto.
Mi viene un solo dubbio, forse l'Italia non è un Paese civilizzato
e stavo pensando a quelle "strane" graduatorie in cui finiamo 165° in compagnia di Burkina Faso e Niger.
ciao
Ehi mica rinunci? Ma neanche per sogno vabbene!?! Per intanto l'esame è andato bene, il testina di vitello l'hai congedato cordialmente, e poi aggratis o no, ciò che ci fa star bene, anche se ci costa fatica e sembra tempo perso, dobbiamo farlo!
ps1) il vestitino da intimissimi?
ps2) Wilma immagine trooooooppo esagerata!
ps3) Auguriiiiiiiiii!!!!
Minerva, per quanto mi riguarda, sì sono un'insicura. Vivo e lavoro in mezzo a persone piene di sicurezze e di altrettante certezze pienamente convinte che siano verità assolute ed insindacabili. Insegnanti che pensano di sapere già tutto, che non si mettono mai in discussione, che non aprono un libro da decenni, che non conoscono neppure le norme e le indicazioni didattiche su cui si dovrebbe basare il nostro lavoro, che applicano in maniera identica e non meditata, un anno dopo l'altro,le stesse strategie, gli stessi strumenti, usando persino le stesse parole, senza verificare se e in che parte funzionino. Gente a cui son felice, pur con tutti i dubbi e le insicurezze che mi pressano, di non assomigliare. La mia insicurezza è la mia forza, la molla che mi spinge a rivedere sempre il mio lavoro, a verificarne continuamente efficacia e attualità, a farmi domande e a cercarne instancabilmente risposte. E, lo so, non sono pagata abbastanza per tutto questo. Ma considero miei committenti, non lo Stato, il Ministero o l'istituzione scolastica presso cui lavoro, ma gli alunni e le loro famiglie e sento che per loro devo dare il massimo.
Ieri mi sono iscritta ad un master su didattica e psicopedagogia dei disturbi specifici di apprendimento non per avere un pezzo di carta in più, né per mera, vanesia ambizione professionale ma perché spero di trovare risposta e soluzioni per il mio lavoro rispetto ad una problematica che nella scuola è stata riconosciuta da poco tempo e che richiede invece una preparazione didattica adeguata e non approssimativa. Lo so bene, credimi, avendo un figlio dislessico che ha sofferto moltissimo ed inutilmente per avere trovato insegnanti che non hanno compreso il problema ed hanno messo in atto strategie fallimentari.
Per quanto riguarda Wilma, non è propriamente un'insegnante o almeno non solo. Lavora da parecchi anni in un ambito, i minori, molto delicato, che richiede non solo competenza, professionalità, conoscenze specifiche ma anche e soprattutto empatia, capacità comunicative, attitudini relazionali, autorevolezza, abilità a comprendere bisogni inespressi, a suscitare fiducia, equilibrio... tutte cose che non si imparano sui libri né dagli insegnanti che hanno passato gli ultimi vent'anni chiusi in un'aula ma si ottengono con il tempo attraverso l'esperienza e la riflessione che su di essa si deve operare. Ecco perché Wilma ha deciso di mettere al servizio delle laureande più che dell'Università le sue speciali competenze ed esperienze.
Certo son d'accordo che tutto questo necessiterebbe di un riconoscimento economico. Perché Wilma è una risorsa preziosa che l'Università non si può permettere di perdere se vuole fornire una preparazione completa, ad ampio raggio e non solo teorica. E sono d'accordo anche sulle critiche che fai rispetto all'arruolamento dei professori nelle università. Credo che presto ci troveremo a fare i conti con tutto questo e saranno conti salati.
Non sono d'accordo però sul fatto che lavorando a quelle condizioni Wilma abbia indotto una dequalificazione, favorendo lo sfruttamento e la frammentazione. Il suo ruolo, come cultrice della materia, è diverso da quello di un professore, poiché il suo contributo è specifico, strettamente legato alla sua funzione e non può essere svolto da chiunque altro. Ma anche di questo hanno mostrato di non averne consapevolezza, troppo presi a mere questioni burocratiche e di forma. Ahimè!
Non sanno quel che si son persi!
Forza Wilma! vedrai che qualcosa di positivo arriverà... e intanto mi godo l'idea di Wilma studentessa. Simpatica, sorridente, magari mentre fa una linguaccia a tutto il sistema nel suo vestitino intimissimi. ;)
Capite perchè sono così fortunata..? Le mie amiche.. mettono passione e professionalità nel loro lavoro, ogni giorno.
E credetemi..son parecchio modeste!
In tutti questi anni ho sempre potuto contare sulle loro competenze, suggerimenti, indicazioni preziose, vere e proprie consulenze!
Lo so..son fortunata, voi mi invidiate da morire e ...fate bene!!
Wilma, Miranda..avanti tutta come sempre!! ; )
"Mere questioni burocratiche e di forma"??? "Non sanno quello che si sono persi"???? dice un commento... Ma in che mondo stiamo vivendo!?! Ma ci rendiamo conto di ciò che la signorina Wilma (e compagnia cantando) sta lamentando? Dopo anni, così dice, di impegno, all'Università ancora non sa che il cultore della materia collabora alle attività didattiche su base VOLONTARIA? Inoltre la legge di riferimento ed i Regolamenti universitari sanciscono che il cultore NON E' UN DOCENTE! NON PUO' AVERE UNA CATTEDRA! E NEMMENO PUO' FARE LEZIONI! Ma come ha potuto entrare in Università se non ha ultimato il cursus studiorum? E non accenna neppure alle pubblicazioni scientifiche, anche a carattere internazionale, che sono richieste dalle Facoltà a comprova delle particolari, originali abilità richieste dallo specifico incarico..!.. Almeno è iscritta al CNR o all'INFN o ad altro Ente pubblico di ricerca? Deduco di no, perché non ne fa menzione. Vorrei sapere quale docente l'ha presentata in Università (a questo punto solo per stima del tutto personale, e/o affetto, e/o quant'altro non confortati dai necessari titoli: ma così tutto è possibile, giustificabile, per es. anche che uno studente di medicina abbia come DOCENTE un altro studente...! Rendo l'idea?...) e soprattutto quale Facoltà ha accolto la sua proposta di collaborazione?! Che serietà! Che professionalità! Sa che tutto è invalidabile se è vero quanto affermato? E dopo anni il Direttore di Facoltà si sveglia!?! Credo bene che Le abbia addolcito l'amara pillola con complimenti che, mi scuserà il legittimo dubbio, potrebbero essere di circostanza...Gli studenti, che plaudono, sono un pò poco come riscontro delle Sue capacità!...Ed io, come cittadino e genitore, desidero che la mia prole si confronti con docenti che sappiano, si, interessare, motivare, entusiasmare gli allievi, ma che siano anche portatori di adeguati titoli di studio, nonché di comprovate competenze. A Lei voglio ricordare che, nella complessità umana, ci sta tutto...;, nel suo caso aggiungerei scaltrezza e ingenuità.... che non Le fanno certamente difetto, così come una sorta di fragilità suggestionata qua e là da sprazzi di onnipotenza e narcisismi non da poco...("le colleghe disinteressate", la famiglia che non capisce, i parenti, la ricaduta di prestigio per l'Ente presso cui lavora,... ecc...).
Un pò di senso della misura, di sano pragmatismo non guasterebbe, neppure ad alcuni suoi commentatori.
"Burocrazia"? "Formalismi"? Ahimé...Non a caso questo Paese, che ha visto nascere a Bologna la prima Università in assoluto, oggi è al 200esimo posto, o giù di lì, nella classifica mondiale di qualità degli studi superiori. Dall'alto dei miei 49 anni e da quanto ho potuto leggere, credo che Lei sia piuttosto giovane, per ciò in parte La giustifico e mi fa simpatia; Le consiglio peraltro, con riferimento alla specifiche norme, di richiedere la delibera di revoca del suo incarico, che deve essere debitamente motivata: chissà che non Le sia utile per future, eventuali azioni a riconoscimento del suo "percorso" presso la sciagurata Facoltà, soprattutto quando Lei, "implacabile" (sic.), giustamente completerà il suo corso di studi, così anche da essere richiamata ad offrire la Sua (spero) preziosa collaborazione.
Visti anche i contenuti dei commenti che precedono, un particolare plauso al "Dirigente" del Suo "servizio", unico attore con senso di misura, di responsabilità e concretezza di questa deprimente storiella all'italiana.
A proposito, l'immagine della ragazza è spiritosa e accattivante:se è Lei, mi propongo subito come cultore di tutte le sue materie! (Come vede, anche a me può far difetto il senso della misura...).
Carissimo "Filini",
mi dispiace se non mi sono spiegata bene: la cattedra non l'ho avuta come cultore della materia (attività VOLONTARIA che ho svolto per anni, conoscendo bene la forma dell'impegno), bensì come docente, avendo avuto formale incarico a seguito di apposita convenzione stipulata tra l'ente presso cui lavoro e l'università. Conoscerà la normativa di riferimento...
La informo che niente di ciò che è stato fatto è invalidabile, in quanto tutto si è svolto nella massima trasparenza e a rigor di legge. Dalle sue parole, le assicuro, emerge un'immagine di me del tutto distorta: ho i titoli e la competenza, non tema, ma soprattutto sono onesta, così come assolutamente rispettabile è l'Università con cui collaboro, nota per preparare professionisti competenti e preparati; non lo metta in dubbio, sarebbe molto offensivo, oltre che poco proficuo: alimentare diffidenza sterile è improduttivo, non lo crede anche lei? Ho studiato e faticato per anni (non sono così giovane), e tutt'ora proseguo, con volontà di ricerca e curiosità. Sono "entrata" in Università perchè ho terminato il mio corso di studi; ne ho iniziato un'altro, tutto lì: non conosce la complessità e l'intreccio dei vari corsi universitari? Come cittadino e genitore può dormire sonni tranquilli rispetto alla situazione di cui narro, e che mi coinvolge. Le persone che hanno commentato hanno informazioni che mi riguardano, pertanto rispondono dando per scontato alcuni aspetti, che ovviamente sono sconosciuti a chi non "frequenta" il blog.
L'ho letta con interesse; mi piacerebbe interagire ancora.
p.s. Purtroppo la ragazza della foto non sono io; però mi sono riscritta al corso di acquagym e tra non molto... ;-))
A presto.
O Ragionier Fil.. com'è? Di già che a me interagire con un nome non riconducibile ad un blog o ad un account mi piace poco.. ma torno al punto.. O Ragionier ma che lè rimasto sullo stomaco stanotte?! Acidello assai direi..se è incazzato con il nostro modello di società e su come vadano le cose per ciò che concerne la cultura nel nostro paese, bè penso abbia scelto il posto sbagliato per il suo sfogo!
Mi scuso con il Ragionier F e soprattutto con Wilma perché evidentemente il mio commento, forse approssimativo e non bene informato (ma, lo ammetto, di dettagli normativi non parliamo mai durante le nostre merende), ha indotto in errore e contribuito a suscitare dubbi.
Me ne dispiaccio perché conosco Wilma, la sua preparazione e professionalità, avendone io stessa beneficiato in più occasioni.
Credo che sia sgradevole, inutile ed inappropriato in questa sede sciorinare in maniera contabile il proprio curriculum professionale completo, elencando le numerose qualifiche, gli attestati di stima, le menzioni autorevoli, le pubblicazioni, gli interventi a conferenze, seminari, corsi, le esperienze specifiche, le collaborazioni... del resto, non siamo mai state, in queste pagine, in cerca di attestati di stima o di dimostrazioni di apprezzamento, né ci è mai interessato fare opinione né convincere qualcuno della giustezza delle nostre idee...
Questa blog è nato come un'accogliente mansarda, uno spazio intimo, sottratto alle beghe della quotidianità, dove condividere sfoghi, confidenze, frustrazioni, attimi di insperata felicità, inevitabili momenti di malinconia,... un luogo
dove trovare comprensione, amichevole partecipazione, paziente ascolto e, perché no? magari un garbato dissenso e qualche critica non sterile. E' particolarmente desolante invece vedere con quanta facilità si danno giudizi lapidari e superficiali su qualcuno che non si conosce affatto. Sarà che stasera sono particolarmente stanca, ma ho sentito nelle parole del ragioniere, un acredine ed un'ostilità onestamente gratuite e incomprensibili e che forse meriterebbero di essere dirette in altra direzione.
Non me lo so spiegare...ma forse è solo perché davvero sono stanca...
Care ragazze, mi perdonerete, ma il titolo comunque ammiccante del vostro blog mi ha stuzzicato, incuriosito, inducendomi a farvi visita.. senza alcuna pruderie.
Alla lettura dell'articolo, "una studente - prof", debbo ammettere di essermi adombrato, o meglio irritato non poco; non tanto per Wilma, che mi è parsa in
sostanza un po' un'esuberante Alice nel "paese delle meraviglie" (ogni riferimento a Crozza non è puramente casuale..), quanto per il contenuto dei vari commenti...
Anche i due più recenti continuano ad ignorare quanto emerso dal racconto di Wilma: il Preside rinunciava alla sua collaborazione di cultore, (ancor peggio) di docente perché la ragazza è sprovvista dei titoli richiesti/necessari...
E questo dopo anni, pare, di collaborazione con l'Università, dopo accordi formali con l'impresa presso cui Wilma lavora.
Voi vi siete inalberate per il momentaneo congedo da parte del Preside, io invece trovo inconcepibile, inaccettabile attribuire incarichi di tal tipo con certa leggerezza....
E soprattutto che i vari commentatori tutto dicano meno che censurare ciò, aiutando Wilma a rientrare su un piano di correttezza: è deprimente notare quanto la nostra "cultura" si sia guastata, quanto siamo capaci di assorbire e vivere come "normale" ciò che dalla norma devia, a discapito, se non di tutti, di molti.
Intendevo dare un contributo di chiarezza, uno scossone, una sterzata per quello che ritengo un pericoloso sbandamento da regole elementari ed irrinunciabili.
Concordo con voi: non ha prodotto proprio nulla...
Beh, vi lascio alle vostre (per voi) rassicuranti condivisioni, al vostro salotto,...
E chiudo piano la porta...
P.S. A Miranda: honni soit qui mal (y) pense...
Ragionier Filini, la prego, prenda visione della normativa: solo così potrà evitare di esprimere considerazioni che sono all'opposto rispetto al "contributo di chiarezza". Da un punto di vista prettamente giuridico non vi è stato alcun "pericoloso sbandamento da regole elementari...". Se invece la riflessione che propone è di critica alla legge, alla riforma universitaria, allora le sue argomentazioni, del tutto personali, sono accolte con interesse. Le ripeto che non sono sprovvista dei titoli; ma davvero non si capisce che la questione è un'altra? Non mi faccia diventar noiosa! ;-)
Rispetto al fatto che si permette di apostrofarmi come "alice nel paese delle meraviglie", le dirò che rifuggo schemi e categorie quando tratto di complessità umana. Ha in mente anche un'immagine anche per se stesso? A me ne ha richiamate diverse...
A presto.
Credo che un professore possa essere veramente vitale e quindi bravo solo se ha sempre voglia di essere anche uno studente.
Giorgio, proprio così! Lo penso anch'io.
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