Sono stata a Venezia tre giorni. Volevo viverla prima del "promesso sindaco". Prima della stagione piena. Prima che succedesse qualsiasi cosa per cui non potevo più andare. Forse non me lo potevo permettere quest'ennesimo viaggio, ma ho preso un'impegno con me stessa: prendermi cura della mia dose di felicità.
Ieri, il giorno dopo il rientro, ho avuto la risposta della biopsia che attendevo: negativa! Così Venezia sarà contrassegnata ancor più, nei miei ricordi, di emozioni che sanno di attaccamento alla vita, di istinto primordiale, di crescita e tempo che fugge.
Il viaggio l'ha organizzato il mio amico Francesco, con la razionalità e l'inquietudine che, dentro di lui, sono sempre in perenne lotta. Ho portato anche mia madre, spinta da quell'accudimento protettivo che nasce alla soglia dei quarant'anni verso la donna più importante della nostra vita, specie se questa è diventata di colpo fragile, bisognosa di guida e vicina ai settanta. Specie se Venezia non l'aveva mai vista e le scopri, con piacere infinito, una curiosità infantile di fare nuove esperienze. C'era anche il Piccolino che, data l'assenza del padre, ha ritenuto naturale sostituirlo nei gesti prettamente maschili e nell'affettuosa protezione verso di me. Inaspettatamente ho avuto vicino un piccolo uomo premuroso, appassionato di fotografia. Ma quando è successo che il mio pulcino è diventato tanto grande?
E son stati giorni di passeggiate infinite, alla ricerca di vicoli e segreti, di profumi e arte. La quiete, le scarse parole, lo stupore per lo scenario romantico e suggestivo, hanno caratterizzato le giornate.
Sono stata bene, siamo stati bene. Lontani da un'umanità sconveniente, almeno nello spirito. Ho percepito la mancanza di Fred, come un senso di incompletezza, come un fastidio nello stomaco. Ho realizzato la naturale separatezza con l'Adolescente che, al telefono, era sempre di fretta, impegnato in mille questioni inderogabili. Ho avvertito l'urgenza di cogliere tutte le occasioni di star bene che si presentano nella nostra vita. E ho deciso che, se un giorno mi verrà data la possibilità di decretare una legge, fisserò una multa "salata" a chi non coglie le opportunità al volo. Attenta, Miranda!
FRANCESCO MUSANTE
La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
martedì 23 marzo 2010
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5 commenti:
Che bello! A leggerti mi sono venuti tanti brividini....Anche noi, a pasqua, saremo a Venezia....
Che bello! Così condivideremo le esperienze. L'Adolescente, scettico, mi ha chiesto:"Ma non puzza più di pesce? quando hai portato me puzzava...":il trionfo del romanticismo...
Venezia..ricordo il mio viaggio da ragazzina,che emozione..la città sull'acqua!
Non vedo l'ora di vedere le foto e ascoltare i tuoi racconti.
Io e Miranda nel frattempo eravamo impegnate con il Comitato elettorale..siamo in trepida attesa.. ; )
Wilma tu sai fai fare vibrare le corde del cuore.
Venezia, la douce.
La terza volta è stata la più bella, la più romantica, la più allegra.
La terza volta ho amato.
Io ho colto l'attimo, senza alcun decreto.
Ci porterò le mie fanciulle, non ora. Quando mi sarà passata quella nostalgia che è fortemente è affiorata leggendoti
Bello essere un pò pazzi e trasgressivi, quando l'istinto e l'intuito, ci spingono verso quel sano egoismo che è la cura di noi stessi!
Al diavolo divieti e impedimenti vari, il nostro ossigeno a volte è fatto di piccole cose, anche di fughe che diventano scoperte di felicità!
Felice per te cara Wilma, per OGNI cosa che riesce a darti gioia, e soprattutto per la fine della grande Paura!!!
Abbracci acci acci!!
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