Capita a molti di rimanere delusi, niente di eccezionale. Capita agli uomini, alle donne, ai giovani e agli adulti. A chi è intelligente e a chi è stupido. Lo ripeto con razionalità, con convinzione, cerco di farlo intendere al cuore, oltre che alla mente. Non è una questione così importante da condizionare una vita. Ma è come un acciacco, un malanno che si fa sentire quando cambia il tempo. E' una punta di spillo, che punge a seconda di come ti muovi. E' la pioggia nel giorno in cui hai organizzato una vacanza sul mare. La calza smagliata mentre stai per uscire e sai che era l'ultima nel cassetto. Il ritardo ad un'appuntamento importante. Il freddo nelle ossa che non riesci a fartelo passare nè con maglioni, calzettoni di lana e plaid sulle spalle. Si, essere delusi da una persona è tutto questo. Ed anche di più. Il dolore è poi maggiore quando da quella persona senti arrivare un affetto che sembra esistere di vita propria e che, anzichè far bene, ti getta sale sulla ferita, arriva come un vento gelato e inopportuno e ti mostra le tue nudità. E' un mistero spiegare come le parole, in tali rapporti, diventino inopportune, sconvenienti, caratterizzate da incomprensioni, rancori reciproci e conflitti mai chiariti nonostante le mille discussioni. A volte tali contatti si vestono di una formale , educata cortesia. Appare inspiegabile che le confidenze, l'intimità, la condivisione, le risate e il piacere di stare insieme, vengano sostituite dall'incomunicabilità, dalle litigate, dai fraintendimenti e dalle recriminazioni. E che non si individui il percorso del ritorno, della pace, del "tutto è come prima". E' come se esistesse un tempo definito che individua un prima e un dopo e che caratterizza anche il nostro cambiamento. Come se prima della rottura fossimo state persone assolutamente diverse dalle attuali. Più ingenue, dal nostro punto di vista, più fragili forse; sicuramente modificate dalla delusione. E rese più forti, un poco più ciniche. Sebbene non immuni dalla tenerezza che nonostante tutto proviamo quando, negli attacchi che ci vengono rivolti, ma anche negli atteggiamenti formali e antipatici, riconosciamo quei meccanismi di difesa che ci sono tanto noti e che appartengono alla storia di vita di quella persona. E' in queste occasioni che ci arriva, prepotente, la finitudine umana, e insieme, inspiegabilmente, la percezione di avere a disposizione un tempo infinito per rimanere offesi, per sentirci delusi e rimandare ogni chiarimento agli anni a venire...
5 commenti:
E' proprio tuo questo post, Wilma.
Malinconico e amaro, tenero e incredulo, ma chiaro, e vero.
Leggendoti capisco pienamente il senso di: "Tu quoque Bruto fili mi."
Si Wilma, le persone che più amiamo, noi le pensiamo al di sopra di ogni possibile errore o bassezza: Ma non è così.
Semplicemente ognuno è ciò che è, e non può essere null'altro.
Scoprirlo ci causa dolore, perchè improvvisamente l'armonia non è più tale, prendiamo atto delle stonature ma non le accettiamo, non ci sembra giusto.
L'importante allora sarà arrampicarsi un pò più in alto, e osservare ogni cosa da una diversa prospettiva: La visione dell'insieme totale, potrà darci una diversa immagine.
Ciao, ti abbraccio.
Parole a specchio, in cui (mi) rifletto...
sono una persona molto sensibile e anche per un piccolo gesto rimango delusa.
con gli anni però ho imparato che il tempo lenisce le delusioni e il perdono ti aiuta a superarle.
Siamo capaci, con il tempo, di perdona chi ci ha ferito, maldestro. Non riusciamo però a perdonare chi ci ha deluso, come se ci avesse, in un certo qual modo, tradito, o come se fosse venuto meno ad un patto implicito. Gettando così un'ombra scura anche sul passato, su ciò che credevamo di essere, sul rapporto che pensavamo di aver costruito.
Bello e vero quando dici che sembriamo disporre di "un tempo infinito per rimanere offesi, per sentirci delusi e rimandare ogni chiarimento agli anni a venire"
Come se non volessimo rinunciare a rimproverare all'infinito chi ci ha deluso. E' che una parte di noi nel profondo non rinuncia mai, o quasi mai, all'immagine che si era creata e che è stata rinnegata e tradita. La delusione passa, credo, quando siamo capaci di formarci un'altra immagine, più reale, più veritiera.
Credo...ma quant'è difficile ammettere di essersi sbagliati...
La delusione figlia dell'aspettativa è un agguato che possiamo tendere anche a noi stessi usando la realtà...
Bellissimo post, grazie.
Posta un commento