Ogni mattina, prima di arrivare in ufficio, accompagno l'Adolescente a scuola in un Comune vicino. Per evitare il traffico cittadino percorro una strada di montagna, alternativa e comoda, seppur piena di curve. Apprezzo iniziare la giornata così. Mi riempio gli occhi di verde, godo della vista della città dall'alto, mi rilasso ad osservare gli alberi secolari. Purtroppo, negli anni, l'uomo ha cominciato la sua invasione selvaggia anche qui: costruzioni imponenti nascono all'improvviso, si parano davanti agli occhi come bambini che giocano a nascondino e si materializzano, beffardi, senza avvertire. Le case esistenti si allargano, i muretti di cinta si allungano, gli alberi vengono diradati per far posto al cemento. Da alcune settimane, giorno dopo giorno assisto, impotente, alla lenta preparazione di un grande campo. Viene pulito con cura. Preparato ad un nuovo utilizzo. Tremo, guardando la metamorfosi; immagino il seguito. Ogni mattino butto il mio sguardo a quel bel pezzo di verde e lo saluto, solidale, empatica, già consolandolo per ciò che presagisco dovrà subire. Un'assenza di qualche giorno, una mattina, mi pone di fronte alla più sconcertante e gradita delle sorprese: il campo è invaso da tante piccole piante d'ulivo. Un uliveto! Stavano preparando il terreno per accogliere pianticelle d'ulivo, non più alte di un bambino il primo giorno di scuola. Sorrido di commozione! Come sono belle. Un quadro di Monet. La speranza mi invade; nei miei pensieri trovano spazio diecimila raggi di sole. Mi sento bene, come dopo un abbraccio.
FRANCESCO MUSANTE
La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
domenica 17 ottobre 2010
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4 commenti:
è bello scoprire che ancora abbiamo qualcosa per cui sorridere... ma la questione è: perché diamo così per scontato che il futuro ci debba riservare qualche amarezza? predisposizione mentale distorta? assuefazione? mmmhhhh... mumble mumble... comunque, godiamoci questo abbraccio: grazie, Wilma
Sorprese come queste allargano il cuore, Chissà che l'esempio sia contagioso!!
Sono alberi bellissimi gli olivi. Rugosi come vecchi già da arboscelli. Bianchi d'argento già da adolescenti. Poetici, nella loro contorta ramosità.
Una bella storia con lieto fine. Ne avevamo bisogno.
Per una volta cara Wilma, faccio la parte del mostro insensibile: ULIVI??
Mio Dio no! Direbbe il buon Battisti.
Perchè? Presto detto.
Nel mio Molise è tempo della raccolta delle olive, ed è uno psicodramma: Proprietari di uliveti, (me compreso) disperati per l'abbondanza e qualità del frutto che pende dagli alberi, qualcuno maledice gli avi per il dono del campo, altri il momento in cui l'hanno comperato.
Moltissimi lasceranno le olive sugli alberi, molti raccoglieranno solo quanto basta per l'olio a consumo familiare. Perchè?
E' la classica "spesa che non vale l'impresa." Cioè la spesa effettuata per la raccolta, non vale il ricavato, strano ma è così.
Pensa che un quintale di olive è pagato ai produttori 18 euro, mentre la molitura al frantoio, costa 14,50 euro al quintale... Aratura, concime, potatura e giorni di fatica, rapportati al "ricavo" sono, credimi, una presa in giro...
Scusa lo sfogo, ma quando ce vò, ce vò!
Comunque cara Wilma tieniti ben stretto il quadro con l'uliveto, e conserva l'abbraccio percepito.
In fondo gli ulivi, sono gli unici innocenti, "Loro" non fanno conti, e di costi e ricavi se ne impippano.
Credo poi che anche loro, in qualche modo percepiscano l'amore...Il tuo di sicuro l'han sentito, e stanne certa, ne sono contenti!
Abbraccio Verde!
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