Da poco laureata, avevo trovato lavoro in un negozietto del centro che vendeva tabacchi e giornali. Passava da lì ogni mattina una moltitudine di gente svariata, studenti, mamme coi figli da accompagnare a scuola, casalinghe in cerca della fortuna promessa dai "grattini", professionisti per il giornale o qualche marca da bollo. Era nostro cliente anche il Direttore della Banca più importante della città. Da poco trasferito, era un cinquantenne di ricercata eleganza, un po' appesantito dall'età, i capelli radi, e due occhi magnetici color verdemare. Occhi intriganti, arditi, che ti lasciavano nuda. Ogni volta che attraversava la piazza, mi lanciava, attraverso i vetri, sguardi appassionati ed insistenti che ricambiavo con timidi cenni di saluto. Mi lasciava stupita e turbata. Ma soprattutto mi lusingava. Un giorno si fece più audace e mi invitò a prendere un caffè. Non conosco nessuno, sono nuovo in questa città e lei mi sembra così gentile, mi disse. Accettai, incuriosita, compiaciuta, e, per qualche strano motivo, anche attratta dalla situazione. Sarà che avevo passato gran parte della mia vita col naso tra i libri a rimuginare sulle tesi paranoiche di Hegel e sul pensiero visionario di Marx. Sarà che la mia laurea in filosofia, per cui avevo tanto faticato, giaceva inutile ed inutilizzata in un cassetto. Sarà che avevo da poco sposato il grande amore della mia vita, che era stato il primo, l'unico e il solo. Sarà che ero cresciuta in un piccolo paesino della provincia, e avevo più sogni che occasioni concrete. Sarà che ero stanca di tentare concorsi su cui rimbalzavano le speranze di migliaia di povericristi come me. Sarà che avevo, fino ad allora, più sognato che vissuto, conosciuto più poesie che persone e un'esperienza del mondo mutuata quasi esclusivamente dai libri. O, forse, sarà semplicemente che abbiamo istinti nascosti di rivalsa, di rivincita a tutti i costi che spesso stentiamo a riconoscere ma che sono forti ed innati in noi. Fatto sta che le attenzioni garbate ma costanti del Direttore incomprensibilmente mi gratificavano. Come se questa mia ascendenza su di lui potesse offrirmi un qualche potere, una maggiore considerazione, una possibilità di successo e di gratificazione in via indiretta. Come se potesse concedermi una qualche possibilità di riscatto facile e immediato, una rivincita sul mondo, che nessun merito mi avrebbe mai dato. O potesse aprirmi certe porte e fornirmi allettanti occasioni. Essere una Bionda del Capo poteva avere i suoi vantaggi. Me ne rendevo conto con un certo incredulo stupore. Eppure mi pervadeva, al pensiero, una sottile esaltazione, un'ambigua ed inquietante eccitazione. D'un tratto sembrava tutto così facile, accessibile, a portata di mano.
Potete immaginare il mio smarrimento ed il mio imbarazzo nello scoprire dentro di me, giovane donna emancipata, femminista di seconda generazione, sognatrice imperterrita, comunista ostinata, dottoressa di filosofia con la vocazione dell'insegnante, una Lori Del Santo qualsiasi, una Tinì Cansino dei poveri.
Inutuile dire che la storia finì lì. Anzi per la verità non iniziò mai. Dopo che avevamo stabilito di darci del tu, di fronte al caffè e al mio succo di frutta che non ne voleva sapere di scivolare nel mio stomaco chiuso, il Direttore mi offrì generoso il suo aiuto: Se tu avessi bisogno di qualcosa... di qualunque cosa, io vorrei poterti aiutare,... vorrei, ecco, che tu ti rivolgessi a me per qualsiasi cosa... Di colpo, istintivamente, tornai a dargli del Lei, umiliata da quel corteggiamento che mi appariva come una trattativa commerciale. E così tornai ad inseguire i miei modesti sogni di una famiglia, di una casa di proprietà, di un lavoro da insegnante. Ed un anno dopo col pancione tenevo le mie prime lezioni di grammatica ad una scolaresca rumorosa e distratta.
Ho fatto le mie scelte e ne sono felice. Ma vorrei capire cosa spinge noi donne a sentici più sicure, più forti e meno indifese sotto la protezione di uomini potenti ed influenti. Quale bisogno ancestrale ci fa cadere in questo tranello?
10 commenti:
Miranda, l'uomo di potere ha sempre successo, però se il corteggiamento diventa "commerciale" qualsiasi donna dotata di autostima fugge inorridita, pensando: "ma per chi mi ha preso, questo qui? per una che ci sta? per una che si vende?"
Però mi viene un dubbio, e se fosse stato un Bova, un Gere dei bei tempi? ... onestamente, io per Paul Newman dei 30 anni... mi sarei fatta "aiutare" volentieri ;)
Kyra, Anche un 47enne come Biagio poteva andare...pure se era uno spiantato, vero?
ehi? ma dov'è andato il commento di SOLODINAMO??? O mi sono sognata...???
Non generalizzerei perchè, come si può dedurre anche dalla tua esperienza, ci sono moltissime donne (e pure uomini)che non si sottomettono al potere, al successo, al denaro. Queste donne (questi uomini), scelgono ogni giorno la strada più difficile, quella maggiormente in grado di dare un senso alla loro esistenza...
Miranda, no a me non andava ho altri gusti... ;)
ehehe Miranda, il commento l'ho levato io, l'altro giorno mi sembrava di aver scritto una cavolata! Vi leggo volentieri ;-)
ciao
SOLODINAMO, a me sembrava un'opinione condivisibile, ed anche un intervento gentile e sentito. Grazie comunque. Anche a me a volte capita di scrivere a caldo e poi, a freddo, di temere di esser stata fuori luogo.
Tu non lo eri stato! Un bacio
grazie per le tue parole! Non ci conosciamo, e quindi mi sembrava di essere stato inopportuno ma soprattutto di aver detto cose banali o fuori luogo, considerando la profondità del tuo pensiero. Grazie per la stima, ricambio il bacio....
gianni
PS però dovete darmi l'indirizzo della B.F. a Ischia, ci porto mia moglie ! Così si rilassa ;-)
ciao
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