Gli ultimi 14 anni, cioè dalla nascita dei due figli grandi di Wilma e Samantha i nostri incontri sono stati sempre più "popolati". Difficile vedersi da sole, a volte quasi impossibile. Ma noi, imperterrite, non abbiamo rinunciato mai alle nostre serate, alle chiacchere tra donne, alle terapeutiche abbuffate di gelato a tre (tre...si fa per dire) e così abbiamo continuato ad organizzare serate tra amiche a cui erano inevitabilmente invitati per forza di cose anche i nostri figli. Figli che nel frattempo sono diventati cinque in tutto e, guarda un po', amici inseparabili. Una famiglia allargata insomma, tra zie virtuali e cugini affettivi...
Ma, com'è facile immaginare, quanta poca intimità! Quanti discorsi lasciati a metà tra richieste di merende, dispute, scherzi, piccoli litigi. Quante riflessioni troncate sul più bello da uno dei figli che piange ("ah no non sta piangendo stava ridendo.."). Quanta fatica nel cercare di tenere il filo del discorso, di rammentare "di cosa stavamo parlando?". Noi li chiamiamo i nostri "coiti interrotti" per il senso di frustrazione che ogni interruzione ci procura. E alla fine, quante cose non ci siamo dette, quante confidenze sono rimaste a metà...
Così circondate da figli e spesso da parenti e conoscenti vari che vengono e vanno, nell'impossibilità di avere momenti intimi durante cui poter parlare DA SOLE, abbiamo codificato un nostro linguaggio, l'amichese, grazie al quale possiamo trasmetterci informazioni essenziali senza essere intercettate dai nostri bambini.
Faccio un esempio:
Samantha e Miranda in auto coi tre figli.
M:" Hai notato oggi che bel panorama?" (traduzione: "Ammazza! Hai visto che strafigo che è passato?")
S: "Sai che stavo proprio apprezzando la stessa cosa?" (traduzione: "'Azz se l'ho visto! Lo stavo proprio gufando")
M: "Anche la villetta bifamiliare alla mia destra non è male..." (traduzione: "Guarda a destra che ci sono due bonazzi della Madonna")
S: "Sìììì, vedo che ha proprio delle belle rifiniure" (traduzione: "Che spalle, però da farci un pensierino...")
A casa di Wilma coi piccoli che aspettano la merenda:
W (mentre taglia la pizza): "Samantha, ci stavi raccontando l'ultima puntata di Beautiful. Sono curiosa di sapere com'è andata a finire" (traduzione: "finisci il discorso in codice che sono curiosa")
S: "Sì, stavo dicendo di Stephanie. Brooke si è arrabbiata con lei perchè si intromette sempre nel rapporto coi suoi figli e con suo marito" (traduzione: "Mia suocera come al solito non si fa i cazzi suoi")
M:" Scusa ma Ridge non dice niente?" (traduzione:" Ma tuo marito non può intervenire?")*
....e via così...
Chiamiamola sopravvivenza...da anni ormai utilizziamo, ammiccando e ridacchiando, questi messaggi in codice di fronte ai nostri figli nella serena convinzione che loro non ci capiscano un bel niente.
Domenica però è accaduto qualcosa di inatteso, destinato a far crollare le nostre ottimistiche convinzioni e a farci morire di vergogna.
Samantha è al telefono con un'amica, Wilma è appena arrivata e mi chiede, in codice naturalmente, alcune "informazioni riservate". Non faccio in tempo ad aprir bocca che la Piccola-faccio-finta-di-farmi-i-cavoli-miei-ma-non-perdo-una-parola risponde al mio posto dimostrando non solo di aver capito benissimo la richiesta e l'antefatto ma di essere pure più veloce di me a decifrare il codice...
AAARRRRGGGGGHHHHHH!!!!!!!!!!
Ma allora...? Hanno sempre capito tutto?!? Sarà perchè sono consapevoli che non abbiamo mai visto una puntata di Beautiful in vita nostra? O sarà perchè siamo proprio imbranate?
Amiche, la prossima volta proviamo con l'alfabeto muto o con i segnali di fumo, forse è meglio...
*I dialoghi esemplificativi sono puramente di fantasia...anche se molto vicini al vero...
9 commenti:
a Piccola-faccio-finta-di-farmi-i-cavoli-miei-ma-non-perdo-una-parola
è sì una bambina ma pur sempre donna... ehehehe
invidiabile la vostra amicizia, grandi
Sì Minu mi sa che hai ragione.
La Piccola è mille anni luce avanti a noi! Parla l'inglese meglio di noi, è determinata, bella e competente ed inoltre per lei il pc non ha segreti. Samantha, ma da chi avrà preso?
Ho appena finito di leggere con le lacrime agli occhi..tra commozione e risate!! Povere noi,quello che hai descritto è proprio il nostro quotidiano!! ; ) Anche la nostra mansarda nata come momento di intimità è stata violata.. nn ci resta che uscire da SOLEEEE!! Che relax quando davanti ad una appetitosa pizza riusciamo a concludere ogni racconto parlando in Italiano anzichè in Amichese!!
La Piccola resta un mistero anche per me,potrei con orgoglio dire:"tutta sua mamma!" Ma sappiamo bene che non è così..e che lei è semplicemente LEI!!
Sì...ma merito un po' anche della mamma no?
Comunque descritte così le nostre serate e le nostre merende potrebbero apparire uno strazio, invece sono momenti impagabili e quando i nostri rombiballe preferiti saranno grandi e fuggiranno in discoteca con amici e fidanzate le ricorderemo sempre con nostalgia...
Certo Miranda,condivido!!Momenti impagabili,la nostra ricarica di energia..e quando saremo solo tre il pomeriggio..AIUTO!! no,no meglio TUTTI rumorosamente insieme!! : )
Anche se adesso dovete inventarvi qualcosa di nuovo siete comunque
TROPPO FORTI
:-)
L'Amichese è comunque favoloso...A volte facciamo ricorso a simbolismi che lasciano senza parole anche noi! Esempio: parliamo di una donna che ci sta sulle scatole, che incarna il prototipo della donna-borghese e, d'improvviso, per farci capire, la Sig.ra è "Veronica" (la nostra first lady!). Ci capiamo al volo, ridiamo a crepapelle...tra lo sconcerto dei nostri figli, "donna" compresa!
anch'io e alcune mie amiche abbiamo il nostro amichese, ma non siamo così sveglie e nella foga di cercar di capire è la volta buona che ci lasciamo sgamare! comunque è divertente lo stesso, anzi, a non capirsi si ride di più, dopo! ciao :)
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