Lunedì mattina, dopo aver viaggiato tutta la notte, siamo finalmente sul traghetto alla volta di Ischia. Non ci lasciamo turbare dal mare forza otto, dall'alluvione che ha invaso la nostra città, dalla stanchezza che si insinua prepotente. Siamo insieme, stiamo andando in vacanza per un'intera settimana, questo ci basta. Ci guardiamo sorridenti, Fred, come al solito, ammicca, mi abbraccia, i nostri figli ci lanciano battute, giochiamo con le parole. Veniamo sballottati dalle onde come in un tagadà; l'aria è piena di un odore acido, ma ci perdiamo a osservare i gabbiani, la scia della nave, le isole sparse. C'è pure la televisone in un angolo: schermo piatto, gigante. Mi chiedo se in uno scenario naturale che toglie il respiro fosse indispensabile distrarre i viaggiatori in tal modo. E' un attimo. Il tempo di gettare uno sguardo veloce sullo schermo, di rendermi conto che stanno proiettando il telegiornale, di capire che stanno parlando proprio della mia città, di realizzare ciò che la cronista sta dicendo. E' un attimo. Poi la tragedia ci invade: hanno perso la vita una mamma e un bambino, persone che conosciamo molto bene, che vivono nel nostro paese. La loro casa è crollata a causa di una frana provocata dalla pioggia incessante delle ultime ore. Il marito, il padre, si è spaccato le mani nel tentativo di salvarli, di tirarli fuori dal fango; nelle orecchie il pianto del suo bambino di due anni, che sicuramente ha solo creduto di sentire...Il viaggio sul traghetto da Napoli ad Ischia lo ricorderò, negli anni a venire, come una perfetta metafora della vita; mi sono ripetuta, almeno mille volte, che pur avendo milioni di motivi per lasciarmi andare alla tristezza, avevo l'obbligo, verso i miei figli, verso mio marito, verso me stessa, di reagire e godermi quelle giornate tanto programmate, in un'isola meravigliosa che visitavo per la prima volta. Abbiamo vissuto giornate da sogno, con un sole partecipe che ci ha permesso bagni all'aperto, in acqua termale, benefica, calda. Ci siamo concessi massaggi rilassanti profumati all'olio di mandorla, resi ancora più suggestivi da lampade soffuse e musiche soavi. La forza dell'istinto vitale ha giocato, in questa settimana, con l'angoscia per la morte delle persone che amiamo. Ho pensato spesso a quel padre, alla figlia adolescente che si è salvata solo perchè era andata con gli amici a festeggiare Hallowen, al dolore incolmabile di fronte alla perdita. Li ho ricordati insieme; li vedevo solitamente in spiaggia, uniti, speciali nella loro normalità, una famiglia come tante. Ho pensato ancora di più al mio di dolore, inutile negarlo. Mi sono identificata, come è tipico nell'egoismo umano, ed ho pensato a come potrei vivere io una simile perdita. Immersa nel tepore quasi amniotico di quelle acque, coinvolta dalla bellezza della spiaggia di Sant'Angelo, incantata dall'imponenza del Castello Aragonese, ho fermato i pensieri sulla fragilità della vita, sulla sua vacuità. E, come spesso mi succede in simili circostanze, pur toccando l'impotenza umana ho avvertito il mistero dell'esistenza, la possibilità che esistano potenzialità ignote che, a fronte di dolori tanto profondi, ci giungano inaspettate e consolatorie, come una mamma sempre pronta ad accudirci, malgrado noi.
FRANCESCO MUSANTE
La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
lunedì 8 novembre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
11 commenti:
Il tuo post è una perfetta armonia degli opposti. C'è tutto. Brava !
P.S. Vorrei andare anch'io prima o poi a Ischia
bello, e scritto da una bella persona (penso). Non è per banalizzare, ma purtroppo la nostra vita è questa, rispetto alle tragedie naturali c'é davvero pochissimo da fare. Dispiace per chi ci ha lasciato, soprattutto quando si trattava di conoscenti, il dolore è quasi insostenibile se si tratta di parenti o amici.
però son contento che ci siate presi una bella vacanza, ogni tanto ci vuole ;-)
anche noi andiamo spesso per mare, siamo isolani e forse più abituati al mare mosso (da isolani...).
ciao e di nuovo complimenti per la tua sensibilità.
Che dire? Certe tragedie lasciano senza parole. Questa storia poi è di una tristezza infinita...
Io ti adoro Wilma, adoro il tuo sentire
Paolo, grazie.
ps. DEVI andare a Ischia, vale davvero la pena. Baci.
SoloDinamo, che piacere averti trovato qua! Ti ringrazio per la "bella persona"...
Mirandaaaaa mi mancate, quando ci vediamo???
Minu, ti abbraccio forte.
Mi è venuta in mente una poesia di Sanguineti, una brevissima strofa:
E, lo vedi, è la vita.
Wilma, sono io che ringrazio te (e le altre due ragazze !) per le cose belle che scrivete. Ci ritrovo un po' le mie idee, rincuora sapere che "lontano lontano" c'è gente con delle affinità notevolissime.
Un saluto anche ai tre maritini
(sperando che siate tutte e tre sposate, spero di non aver fatto una gaffe!).
ma fateci sapere l'indirizzo della B.F. di Ischia, che ci porto la mogliettina (a dirla tutta lei era da due giorni in un centro benessere di Cagliari....e ha fatto bene). ;-)
ciaoo
SoloD. è l'Hotel President, a Ischia. Ma credo che nell'isola ci sia solo l'imbarazzo della scelta. Baci.
Ps. non hai fatto gaffe, ci sono "tre maritini"!
Ps.2 ...Perchè tu non sei andato al centro benessere a Cagliari???
OK grazie per la info. Perchè non sono andato all'hotel lussuoso con piscina? Semplice, purtroppo mia moglie era lì in zona per esami urgenti, disgraziatamente la devono operare e tra un esame e l'altro si è giustamente rilassata. Io ero a casa, lavoro e e 2 ragazzine non mi davano tregua.
comunque son contento per lei, anche se avrei preferito fosse una vacanza e basta(e anche lo avrebbe preferito). :)
Bella Ischia, magari l'anno prossimo.
(magari!).Ciao
manca un "lei" nella frase finale.
pardon
Luz...è la vita, si. Ti abbraccio.
Posta un commento