C'è molta più gente di quanto mi aspettassi che affolla lo spazio attorno all'arena. Spingo mio figlio a farsi largo per raggiungere le transenne dove si appoggiano diversi bambini per vedere meglio. Noto, infatti, che c'è ancora spazio; basta stringersi un poco... Inoltre mio figlio è talmente minuto che non può impedire la visuale a nessuno. Invece i padri dei bambini che già si appoggiano alle transenne la pensano diversamente. Fanno muro, allargano braccia e gambe per occupare più spazio e non farlo passare, fingono di non vedere i suoi sforzi per trovare un posticino tra un bimbo e l'altro. Proteggono la comodità dei propri figli. Sopra a tutto. Egoisticamente indifferenti ad ogni altro bimbo che allunga il collo, si alza in punta di piedi, si abbassa, si accorcia, si stringe... per vedere lo stesso spettacolo.
Guardo quel padre, giovane, tatuato che si erge, imponente, davanti a mio figlio, e, con le braccia allargate, gli impedisce di passare. Un metro e ottanta di uomo adulto, impegnato a far la guerra ad un bambino, che, come il suo tenta di farsi spazio nel mondo. Un adulto incapace di vedere il figlio che c'è in ogni altro bambino.
Questo siamo diventati: adulti responsabili solo del proprio orticello, del proprio cerchio familiare, insensibili ed incuranti di tutto il resto. Genitori soli di piccoli principini innalzati al di sopra di tutto. A cui riconosciamo ogni diritto, ogni privilegio, qualsiasi gratificazione. Anche a scapito degli altri.
Ho avuto, come molti della mia generazione cresciuti in piccolo paese di campagna, un'infanzia privilegia e protetta. Pur senza privilegi e tutele assillanti. Non c'erano principini. In nessuna famiglia. Solo bambini. Ed i bambini erano bambini per tutti. Da tener d'occhio, assecondare, aiutare in caso di bisogno, e, qualche volta, anche sgridare... I genitori in tal modo condividevano con il resto del paese la responsabilità dei propri figli. Erano più tranquilli, meno apprensivi. Perchè sapevano che i propri figli non erano mai soli. Dieci, venti, cento paia d'occhi curiosi e interessati a spasso per il paese li controllavano. Li consigliavano. Impedivano che facessero sciocchezze. Oggi invece i genitori sono soli, senza rete di appoggio. Ha vinto la filosofia falsamente libertaria del Farsi i cazzi propri e così ci siamo ritrovati da soli a sopportare il peso eccessivo e gravoso delle responsabilità educative. Soli. Insicuri. Pieni di angoscia. E nessuno con cui condividere dubbi e paure.
Non saremmo più sicuri se, quando i nostri figli sono lontani dai nostri occhi, per le strade del mondo, ciascun adulto ne avesse cura come figli propri?
2 commenti:
Ai miei tempi, si giocava per strada in modo più o meno innocuo. Il massimo pericolo erano le cerbottane o le fionde.
Alla sera si sentiva la voce di qualche mamma che semplicemente affacciandosi alla finestra, chiamava il suo piccolino rimasto a giocare per strada.Tutti si preoccupavano se quel piccolino non rientrava a casa.
E' passata una infinità di anni..quale mamma responsabile lascerebbe il proprio figlio per la strada solo per giocare? Sì, qualcuna l'ho vista in spiaggia, una pazza (accompagnata ad un pazzo elettosi a padre) che lasciava la figlia sola per tutto il tempo senza degnarla di uno sguardo. manco se si allontanava dalla riva per fare il bagno più del solito...
ma tornando ad un discorso più generale,purtroppo è stato instillato nei cervelli delle persone il morbo dell'EGOISMO, accompagnato alla insana prepotenza di tante persone. Così esistono solo i figli propri, mai i figli degli altri. E quando si guarda un bimbo, lo si fa solo per "giudicare", mai per "aiutare" come avveniva nel famoso villaggio. Non sappiamo dove porterà questo declino, prima di tutto sociale e culturale, so solo che i bimbi si aspettano da noi molto e che sono quasi come spugne, disposti ad assorbire Valori ma anche vizi e difetti.
saluto.
Gianni
Il mondo è andato in questa direzione, è assolutamente vero. Il pro è che tanti occhi che ti osservano ha anche effetti collaterali negativi che non vanno sottuvalutati.
Per quanto mi riguarda provo ad andare un po' contro corrente, specie quando alleno, ma non è assolutamente facile.
Una cosa mi sento di aggiungere: per educare è necessario avere un po' di "distanza". Oggi siamo talmente "legati" ai nostri piccoli che diventa difficile...
Posta un commento