Mille impegni, tutti da risolvere in fretta, improrogabili, incalzanti. Alcuni più importanti, altri futili, comunque impegnativi. Sono così le nostre giornate: una corsa continua con un unico motivo in testa:"fatto questo devo fare quello e poi dovrò correre là per poi essere dall'altra parte all'ora x...". E' con questo ritmo che, qualche giorno fa, mi reco dal calzolaio a ritirare un paio di scarpe. Getto letteralmente la macchina nel primo "buco" che trovo e mi fiondo nel negozio. Appena entrata sento provenire da fuori insulti nitidi, urlati: "ma chi è quella stronza,quella cretina che ha parcheggiato in questo modoooo??!" (da notare che "la voce urlante" non sembrava nutrire alcun dubbio sul sesso del parcheggiatore incompetente). Esco in fretta, chiamata in causa. C'è una donna con un carrello pieno di sacchi con la spesa proprio vicino alla mia macchina che, (solo allora me ne accorgo), è posizionata sull'unico scivolo che consente il passaggio a carrelli, carrozzine ecc. Oddioooo! E ora?! La signora continua il suo sproloquio...sta esagerando...Basta, ora la faccio smettere, c'è un limite a tutto! Sto per reagire quando, all'improvviso, la consapevolezza di essere "in torto marcio" mi porta ad avere un'altra reazione. Mi avvicino alla "iena" e, con voce dimessa e gentile, mi scuso tantissimo. Ammetto che, nella fretta, non mi ero resa conto di aver occupato lo scivolo. Mi metto in posizione down e mi assumo le mie responsabilità. Così, di fronte a me, all'improvviso, succede il miracolo: la signora smette di urlare, è confusa, disarmata. Non urla più. Per qualche secondo non sa cosa dire. Poi arriva persino a mostrarmi un parcheggio, dall'altro lato della strada. Sorride comprensiva. Io salgo in macchina, la ringrazio. Noto quasi una vergogna per l'eccesso in cui si è mostrata.Non c'è più alcun conflitto nell'aria.
Riflettendo sull'episodio, apparentemente banale, scopro significati profondi:la vita quotidiana è poggiata sulle relazioni tra gli uomini. Completamente. Ci muoviamo, corriamo, arranchiamo, compiendo azioni assolutamente intersoggettive. Condizionate dai comportamenti altrui. E' l'altro il mio motore. Leggo i miei movimenti nelle risposte che ricevo dall'esterno. Modifico, seleziono, scelgo il mio agire sulla base delle persone che ho vicino a me. Allo stesso modo le mie azioni "di riposta" determinano l'agire degli altri. Tutto molto semplice e scontato. Ma rifletterci, averne consapevolezza, permette lo sforzo di mettersi nei panni altrui e assumere così un nuovo, arricchente, punto di vista.
La gentilezza poi è una fresca bevanda alla frutta in un'afosa giornata di sole impetuoso...
FRANCESCO MUSANTE
La materia dei libri è costituita dalle sottigliezze della vita.
mercoledì 27 maggio 2009
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7 commenti:
Facilmente una azione violentemente d'attacco provoca una reazione di controattacco per difesa. Tu invece hai provato un'altra carta, quella dell'empatia e della gentilezza. Così l'hai spinta ad entrare in empatia con te. Immagino che abbia d'improvviso ricordato il milione di volte in cui, si è trovata di corsa con figli da recuperare, spesa da fare, e mille altre cose in cui una donna è quotidianamente impegnata.
Niente è più disarmante della gentilezza!
trovo che a volte ci arrabbiamo per troppo poco.
di solito quando faccio arrabbiare mi assumo le mie responsabilità con tutta la calma del mondo ed è vero quando dici che se non contrattacchi, disarmi.
se invece mi fanno arrabbiare mi infiammo subito, ma poi conto fino 10. :)
... immagino che tu l'abbia proprio disarmata, questa urlatrice !!! ... un pò di sana solidarietà femminile ci vuole proprio !!!
Brava Wilma,
io mi riconosco nella donna che ti ha attaccato, ormai non riesco più a tollerare nulla. Mi hai dato una bella lezione, grazie
Cara Amica.. tutto avrei pensato dal titolo del post fuorchè la str in questione fossi tu! ; )
Mi immagino nella stessa situazione..la fretta,lo sbadato parcheggio e soprattutto l'imabarazzo che ne è conseguito.
Brava Wilma non so se sarei stata capace di mantenere lo stesso self-control!!
E' proprio vero quello che scrivi...o almeno lo era fino a quando non ho deciso di trasferirmi in una cittadina dove chi più grida più ha ragione.
Ho provato tutte le tattiche, niente da fare...qua funzionano solo le corde vocali!
:-)
Reazione illuminata la tua, Wilma.
Ma come dici, non è questo forse il punto su cui soffermarsi, bensì sulle considerazioni che ne hai potuto trarre.
E' vero, nelle relazioni interpersonali, siamo come degli specchi: Azioni, reazioni, silenzi, scoppi di risa, musi lunghi,chiusure, disponibilità, rispetto e un milione ancora di comportamenti, che "l'altro" ci ritorna, quasi sempre non sono che quello che lasciamo riflettere di noi.
E nessuno si aspetta un comportamento diverso.
Se poi qualcuno rompe gli schemi, è la crisi, si va in tilt,si è spiazzati oltre che disarmati, perchè lo specchio ci ritorna qualcosa di nuovo: Assunzione di responsabilità e disponibilità a chiedere "scusa".
Inaudito per i nostri tempi....purtroppo.
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